colella zigulìRENZO FRANCABANDERA | Zigulì è lo spettacolo (e prima ancora il libro) dei finalmente. Finalmente in modo semplice e diretto si parla di paternità, mettendo ad centro il rapporto fra il genitore che non partorisce e il generato. Finalmente un flusso di coscienza anti pietistico e vero, una bestemmia d’amore, quella del padre cui è toccato in sorte un figlio “handicappatissimo” prende il posto dei non detti che devi leggere negli occhi di chi ti guarda, guarda la creatura e pensa “che sfortuna”, “che peccato”. E la tua vita trascinata in un vortice di sogni irrealizzabili, abdicazioni a libertà non più possibili, ma anche aperture a una dimensione di amore filiale inconcepibile, dove l’amore soggioga, fa da vittima e carnefice. E quel sentimento da togliere il respiro che non ti lascia libero mai, come i gesti sempre al limite di un figlio che non sa dove e come esista il confine fra giocare e farsi male, fra essere umano e selvaggio della natura vivente.

Vedendo Zigulì e sentendo poi, come abbiamo fatto e proponiamo in videoreport anche a voi, Francesco Colella e Francesco Lagi (Teatrodilina), sembrano questi  i temi che i due hanno tratto dal coraggioso e controverso libro di Massimiliano Verga, che in un misto di amore e rabbia racconta la sua esperienza di genitore di un figlio gravemente disabile.

Le battaglie non combattute e quelle perse, l’impossibilità di una vittoria plausibile, stimolano una drammaturgia ricostruita da Lagi per la scena e centrata sul conflitto interiore nel rapporto con il figlio, che infatti in scena è assente (nè viene impersonificato da alcunchè di simbolico). Questa figura di padre solo,  d’amore, sinceramente votato ad esplicitare in forma anche crudele il suo ambivalente sentire rispetto al figlio che mai potrà restituirgli alcun sentimento, è affidato all’interpretazione di Francesco Colella, attore di grande talento, che dona alla figura narrante, all’uomo, un colore preciso pur nella continua e ondivaga risacca di sentimenti e risentimenti. Il monologo sa di bestemmia ma non oltraggia, anzi innamora, commuove: non in forma televisiva, però, ma umanissima, dolente, fragile.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=DR_mqMPDyok]

4 COMMENTS

  1. Grazie. Non per i complimenti. Semmai perché non mi capita spesso di incontrare parole intelligenti e delicate. Massimiliano

  2. Ziguli’ e’ un libro straordinario, un libro sincero, pulito e intenso; un libro in cui l’autore descrive esattamente ciò’ che prova , ciò’ che vive , ci consegna i suoi pensieri, le sue paure, la sua rabbia, la sua solitudine, il suo dolore ma soprattutto il grande sentimento di amore che lo lega al figlio.L’attore Colella ha colto pienamente il libro, lo ha fatto rivivere sul palco, lo ha fatto vibrare in tutta la sua intensità’ bravissimo

  3. Carissimo Massimiliano il mio abbraccio più affettuso! Trovo giusto che il tuo libro abbia avuto questo sviluppo teatrale: è come offrire ancora una volta il tuo dolore , la tua rabbia, il tuo amore non solo a tuo figlio ma a tutti; a tutti coloro che grazie a al tuo lavoro scoprono una dimensione inaspettata della vita e di come possa venire stravolta da quelli che erano gli orizzonti immaginati. Molti non lo sanno. Ma capita. Un bacio a te e a Moreno. Gina

  4. […] concittadino, ma non compatriota” di Matteo Cavezzali (Krapp’s Last Post, 19 marzo) Zigulì: nel nome del padre, del figlio – il videoreport di Renzo Francabandera (PAC – Paneacquaculture.net, 20 marzo) Requiem per il Kosovo. […]

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