insiemeCOSIMA PAGANINI | Vabbè e ci siamo visti Le sorelle Macaluso e tornati a casa anche l’Eurovision Song Contest, o Eurofestival.

Le sorelle Macaluso è un bel vedere: non disturba, non turba, non offende, non muove, non imprime. Emma Dante ha limato il suo stile fino a farlo entrare in un “salotto del giovedì”.

Il suo teatro ha funzionato al contrario di un farmaco omeopatico, nell’idea che se qualcosa non ti ammazza ti rafforza: prima un dosaggio esasperato di urla, trivialità, ambienti mucidi, religiosità blasfema, femminilità ferine; adesso, spettacolo dopo spettacolo, piccole dosi di disagio, devozione pittoresca, femminilità addolorate.

Emma Dante, Nostra Signora dei Reietti, ci ha messo 10 anni ma è stata definitivamente beatificata dal “bel-pubblico”.

Per farlo ha dovuto fingersi modesta e rispettosa. Ha trasformato il Freak/Cheap in Freak/Chic. Ha dovuto allestire la fiera della poesia pastorale. Ha cacciato il Lumpenproletariat per far entrare i Vinti.

Il sentimento di vaghezza (leopardiana) provocato da Le sorelle Macaluso, ha sostituito il disagio che prendeva guardando La Trilogia degli occhiali (2011) e il leggero malessere che provocava la visione de Le Pulle (2010). Finalmente la perfetta sensazione per un pubblico di abbonati e “signori” affetti da cacofobia.

Ma che c’entra l’Eurofestival?

C’entra ché mi fa pensare a una proporzione: Emma Dante sta al Piccolo Teatro come Conchita Wurst sta all’Eurofestival.

Una “bellissima uoma barbuta” (freak) ha schiacciato al 21esimo posto Emma e le sue mutandine esibite. Se Emma (Marrone) fosse andata a lezione da Emma (Dante) avrebbe evitato l’esibizione delle mutande (cheap) e avrebbe appreso che l’unico modo di fare accettare il Cheap è fargli indossare una maschera Freak.

Ma se la giuria dell’Eurofestval fosse stata composta dal pubblico del Piccolo e simili avrebbe vinto comunque Conchita? Credo di sì, perché l’orrore della bruttezza di Conchita sarebbe stato vinto dall’orgoglio di essersi accodati alla (penultima) moda Hipster della barba.

https://www.youtube.com/watch?v=h1qQ1SKNlgY

2 COMMENTS

  1. Alcuni esperienze hanno necessità di ricevere, a loro insaputa, spietatezza. Cosima, tu assolvi al compito con ontologia (metamorfosi dell’oggetto osservato) sfacciata, alla quale io plaudo.

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