manifesto #orizzonti15MATTEO BRIGHENTI | Dal 31 luglio al 9 agosto il mediterraneo torna a bagnare Chiusi. Appartiene ormai alla storia l’antico Clanis, il fiume Chiana che ha dato il nome a questa Valle nel senese e che collegava al mare il piccolo borgo, ma la bellezza, la cultura, i conflitti di questo bacino di genti sono il nostro presente più urgente. MediTERRAnea2015 è il tema della XIII edizione di Orizzonti Festival delle Nuove Creazioni nelle Arti Performative. Dieci giorni di teatro, Pippo Delbono, Roberto Latini, Teatri di Vita, Valter Malosti, Gli Incauti, danza, Emanuele Soavi inCompany e Compagnia Adriana Borriello, e poi le opere Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni e La Voix Humaine di Francis Poulenc, il duo inedito Paolo Fresu e Roberto Cipelli, e ancora mostre, laboratori e incontri. Nella serata di chiusura Pino Strabioli consegnerà il Premio Orizzonti Festival – Città di Chiusi all’immensa Franca Valeri. “Il nostro è un omaggio ai luoghi e ai popoli che si affacciano sul mediterraneo – mi spiega il direttore artistico Andrea Cigni – e anche agli artisti che hanno raccontato il senso di appartenenza a una multicultura attraversata da realtà diverse tra loro, ma allo stesso tempo compresenti.”
Cigni, 41 anni, toscano, Premio ‘Oscar’ GBOpera 2015 come miglior regista per Nabucco, dirige Orizzonti dal 2013, da quando cioè ha vinto il bando di concorso promosso dagli organizzatori, la Fondazione Orizzonti d’Arte. A lui si deve la transizione del Festival da rassegna locale a manifestazione nazionale. Risponde al telefono da Piazza del Duomo dove sono in corso le prove del coro Schola Cantorum Labronica che si esibirà nella Cavalleria rusticana diretta da Sergio Alapont, con la regia, scene e costumi di Lucas Simon, vincitore della seconda edizione del Concorso Orizzonti di Regia e Allestimento. Sono le 18,30: le prove andranno avanti fino alle 24. 

“Non si viene qui per la poltrona – scandisce Andrea Cigni con voce chiara e specchiata – questo non è un posto di potere, è di servizio. La mattina mi alzo alle 6,20 e do una mano per tutto. Le sedie del coro, ad esempio, le ho tirate giù e le ho pulite io con la spugna. Non lo faccio perché mi ritengo un eroe della patria, ma perché penso che questo sia lo spirito giusto.”
Orizzonti è il progetto di una sfida, annullare le differenze, tra generi e arti, attori e tecnici, Festival e città, per riscoprire una sensibilità comune, una spinta da cui ripartire per scrollarci di dosso le pastoie di questo tempo cinico e avaro. Qui non c’è un’esperienza consolidata, qui è tutto da costruire, è la XIII edizione, ma è come se fosse la seconda. “Siamo arrivati in modo dirompente, facendo una piccola violenza, una violenza buona – riflette Cigni – la città ha portato molta pazienza e ora si è ammorbidita. L’accettazione passa dalla convivenza. È comprensibile: impari a vivere una realtà se la vivi costantemente, giorno dopo giorno.”

Andrea Cigni
Andrea Cigni

Chiusi non ha aperto solo gli occhi, ma anche i suoi luoghi più segreti e nascosti a un fare teatro che non aveva mai visto prima. L’anno scorso le VisitAzioni di Paolo Panaro sono state un evento nell’evento. Ora sarà la ‘narratrice immaginifica’ Silvia Fasson, originaria di Chiusi, a guidare il pubblico sul Lago di Chiusi, al Museo Civico, fino agli Antichi Lavatoi. “Silvia racconta il cuore, il centro del Festival: l’attore, il suo corpo e la sua voce – afferma il direttore artistico – l’anima del teatro passa attraverso le persone che lo fanno e lei non parla del più, ci porta l’essenziale.”
Artisti provenienti da tutto il territorio senese, invece, sono quelli che compongono il tentativo della Compagnia Orizzonti: Laura Fatini e Gabriele Valentini realizzano due nuove produzioni all’interno del programma ‘Voci dal Mediterraneo’ che coinvolge attori professionisti e semiprofessionisti. Nel 2014, per la verità, l’esito della Compagnia è stato tra i più deboli del Festival. “Non so se esiste una forza o una debolezza – argomenta determinato Cigni – io misuro l’energia che uno ci mette al massimo di quello che può dare. C’è da tenere conto che è un progetto non finalizzato a ora, ma al poi, a creare quella professionalità e qualità che hanno necessità di svilupparsi sul lungo periodo. È gente che ci prova, persone che non credo vogliano fare male ed è compito di un festival come il nostro sostenerle. Vediamo, li aspetti al varco te e li aspetto anch’io, come faccio con me stesso tutti i giorni.”
Dopo due anni, alla vigilia del terzo e ultimo di direzione, l’esperienza di Orizzonti che cosa ha aggiunto all’uomo e all’artista Andrea Cigni? “Lo stress, sono stanco morto – dice ridendo – scherzi a parte, mi sono messo alla prova, con me stesso, come i ragazzi della compagnia del Festival, perché non ho mai fatto l’organizzatore fino ad adesso. Io voglio bene a questo posto e se non fosse per affetto non ci resterei, qui non mi danno chissà quale stipendio.”
Siamo ancora nel regime della gratuità, del volontariato, nonostante il recente riconoscimento ministeriale della Fondazione Orizzonti d’Arte tra i “Festival multidisciplinari”. “Le risorse vanno all’attività artistica – taglia gentilmente corto Cigni – non si fa questo lavoro per arricchirsi.”
Qui si fa semplicemente per farlo, per provare, prima di tutti a se stessi, che si può farlo, si può scegliere il teatro e costruire dal niente qualcosa che prima non c’era: il desiderio, l’affetto per tutti i mondi possibili attorno alla propria casa.

1 COMMENT

  1. Il festival ORIZZONTI dal 2004 al 2013 ha ospitato affermati professionisti, compagnie ed artisti, del panorama teatrale e musicale nazionale, ha prodotto spettacoli dando residenza ad artisti e orchestre provenienti da tutto il mondo, ha organizzato laboratori con qualificati docenti provenienti dalle migliori esperienze didattiche europee. Ha valorizzato artisti locali divenuti ora protagonisti della scena italiana. Insomma il Festival ORIZZONTI non è mai stata una “rassegna locale” come da voi erroneamente riportato. Ora è sicuramente cresciuto, ha un budget più ricco, e le scelte artistiche sono coraggiose e di ottima qualità, e sicuramente il grande merito va al bravo Andrea Cigni, ma dispiace il revisionismo con cui superficialmente, e un po ingiustamente, si annullano 11 anni di storia che questo successo lo hanno permesso.
    E per inciso, sedie, transenne, fari e cavi li ho scaricati e disposti nei luoghi degli spettacoli anche io, insieme a tante persone che con me, per 11 anni, hanno vissuto la stessa passione.
    Saluti.

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