RENZO FRANCABANDERA | Anche quest’anno ci siamo. Dal Piccolo Teatro Studio Melato di Milano e in diretta su Rai Radio 3 la proclamazione dei vincitori dei Premi Ubu 2019 condotta da  Graziano Graziani e Cinzia Spanò.
E anche quest’anno, momento per momento, un’emozione dopo l’altra, il racconto in diretta di PAC.

Andiamo a incominciare… questa storia iniziata nel 1978!

Raggingiamo il Piccolo Teatro Studio Melato dove da tre anni si tiene la cerimonia di premiazione.

Da quando è iniziata la collaborazione con Radio 3 per la diretta, l’ambiente del bellissimo Teatro Studio sembra davvero ideale per questa cerimonia .
L’inizio della trasmissione è per le ore 20.30 su RAI Radio 3 a questo link.

https://www.raiplayradio.it/radio3/

Tutto è pronto

Mancano cinque minuti e si va. Graziano Graziani e Cinzia Spanò sono pronti per la diretta.

Si inizia! La musica di Riff Francesca Morello. Sullo sfondo la scenografia del Mangiafoco di Roberto Latini, in questo giorni in scena al Piccolo Teatro Melato.

Lorenzo Donati per conto del comitato di gestione spiega il lavoro del gruppo che gestisce il database degli spettacoli che da quest’anno permette anche la visione degli spettacoli stessi, creando un grandissimo archivio nazionale dello spettacolo.

– Partiamo con i premi UBU speciali.

Ex aequo. Angelo Savelli di Teatro di Rifredi è il primo premiato della serata! Con 27 voti insieme al Premio Riccione per il Teatro che dal 1947 lavora sulla nuova drammaturgia.

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Sono commoventi i racconti di queste donne e uomini impegnati nel portare a teatro la parola, un filo rosso che lega questi tre premi speciali.

Ma il più votato con 31 voti è Se questo è Levi di Fanny & Alexander, che avvicina l’impegno della compagnia a quel dovere della speranza e della testimonianza della memoria, ricordando il dispositivo dell’eterodirezione a cui la compagnia si dedica nella ricerca da molti anni.

Ma passiamo alle categorie del premio.
– Per il miglior testo straniero il ballottaggio premia Adrew Bovell per When the rain stop falling ritirato dalla traduttrice del testo Margherita Mauro che legge la nota di ringraziamento dell’autore che ricorda il suo testo fra presagi di catasrtofe e segni di rinnovamento e rigenerazione. Qui la recensione dello spettacolo a firma Francabandera.

img_9940– Miglior testo italiano
Terza classificata Lucia Calamaro, secondo Mario Perrotta. Vince il premio con 31 voti L’Abisso di Davide Enia (la recensione di Elena Scolari) che racconta il nostro tempo terribile in cui si afferma la logica dell’individuazione del nemico e che ricorda la luce delle ferite regalata all’autore dagli incontri di questi uomini di frontiera.

Uno spazio anche a Cinzia Spanò che, riprendendo il ragionamento di Davide Enia, ritorna sui temi della violenza che attraverso lo stereotipo si insinua nella sottocultura del sistema italiano della comunicazione social e non solo.

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– Miglior attrice under 35
Terzo Posto per Elena Cotugno.
Ex aequo per Marina Occhionero che regala al pubblico alcune parole di Mariangela Gualtieri e Matilde Vigna, che invece decide di cantare (con Giuliana Vigogna), un pezzo tratto dall’Aminta di Antonio Latella, spettacolo in nomination come miglior spettacolo della stagione di cui la Vigna è una delle interpreti.

Emozionate le due giovani, protagoniste in vari spettacoli di queste ultime stagioni teatrali.

 

 

img_9942– Miglior attore under 35
Al secondo posto si classifica Daniele Fedeli, mentre vince con 34 voti Andrea Argentieri, interprete di Se questo è Levi. Parla del suo rapporto camaleontico con la voce di Primo Levi, fatta di immagini a cui l’attore dice di essersi abbeverato. Argentieri tramite un earing monitor riceve in cuffia durante lo spettacolo, in presa diretta, la voce di Primo Levi, che l’attore cerca di ritrasmettere dopo che la voce gli attraversa il corpo. Un lavoro definito dall’interprete “di forte accoglienza… senza resistenze”. La terrificante parola dolorosa di Primo Levi nel suo ricordo del viaggio verso Auschwitz risuona attraverso la parola di Argentieri.
La recensione dello spettacolo per PAC di Laura Novelli.

– Miglior spettacolo straniero
Vince con 29 voti Milo Rau con The Repetition. Ritira il premio Giacomo Bisordi. “È la seconda volta che mi capita di vincere un premio così prestigioso – ringrazia Milo Rau”.
Qui la recensione su PAC a firma Francabandera/Scolari.

– Miglior scenografia
Vince il sogno di Teatro dei Venti con il Moby Dick. Francabandera e Brighenti hanno raccontato per PAC lo spettacolo e l’esperienza di questa compagnia che lavora fra carcere ed esperienze di confine. I 12 metri del grande carro, che durante lo spettacolo viene montato in diretta e che è riuscito a girare per l’Italia fra mille difficoltà, è diventato la storia di un grande sogno. Gli alberi della nave issati durante lo spettacolo, con la nave che diventa balena.

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– Miglior progetto sonoro
Vince Hibert Westkemper, autore delle musiche de Lo Psicopompo e La Classe, altro spettacolo con più di una nomination: racconta il suo lavoro di ascolto e creazione. Della sensazione del lavoro del musicista in Lo Psicopompo ha raccontato bene per PAC Ilena Ambrosio nel suo ricco reportage da Primavera dei Teatri 2019.

– Miglio disegno luci
Vince con 22 voti Gianni Staropoli per Quasi niente di Deflorian/Tagliarini analizzato per PAC da Ilaria Costabile  e raccontato dagli stessi autori in dialogo con Ilena Ambrosio.

– Migliori costumi
Qui viene premiato il lavoro di Gianluca Falaschi per i costumi di When the rain stops falling e Orgoglio e pregiudizio (la recensione di PAC).

Un intermezzo musicale di Francesca Riff Morello prima di passare al rush finale con le nomination di attori e spettacoli della stagione.

img_9949– Miglior curatore
Settimio Pisano di Scena Verticale / Primavera dei Teatri con 27 voti.
Settimio, figura storica del teatro in Calabria, racconta il premio attraverso lo sguardo delle figlie, che gli chiedono per cosa lo votano i critici, emblema di un lavoro nascosto e dietro le quinte. Pisano parla di avamposto della cultura. E cerca il significato del termine avamposto, come luogo di frontiera, postazione avanzata in un luogo di avvistamenti e di conoscenza del territorio non di rado anche ostile.

 

Siamo molto contenti della menzione speciale fortemente voluta anche da PAC per Il Teatro delle Briciole. 40 firmatari menzionano per solidarietà la direzione artistica di questo teatro. Un percorso di decenni al servizio del teatro per i ragazzi. Armenzoni, Baruffini e Belledi le destinatarie di questa menzione, di cui si fa latrice per il pubblico in ascolto Maddalena Giovannelli.

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img_9951– Premio alla carriera
Vince il premio il Maestro Mimmo Cuticchio. Uno degli spettacoli di questa storia lunga quanto una vita nel racconto di Laura Novelli. Duecento anni di storia del teatro dei pupi, di cui il maestro si è fatto anche innovatore. Ricorda il suo premio avuto quando aveva 35 anni. Ricollega la sua esperienza alla storia millenaria di un linguaggio parte costituente e costitutiva di un codice di cui si dichiara artigiano, con il suo storico teatro dell’Opera dei Pupi a Palermo in Via Bara all’Olivella e ricorda il suo incontro con il contastorie Peppino Celano, il cuntista ottocentesco. Impossibile quasi interrompere la memoria di settant’anni di vita artistica e di attraversamento di un linguaggio. E regala al pubblico un cunto.

Miglior attore.
Terzo Massimo Popolizio. Secondo Michelangelo Dalisi. Vince Lino Musella… al terzo tentativo dopo tre nomination. Un percorso che non dimentica, nel ricordo di Musella, l’attore ignoto, l’interprete di tutta l’arte scenica che non arriva mai alla ribalta. Un premio meritatissimo per un attore di bravura cristallina.
Qui il racconto di Laura Bevione di The night Writer.
Musella regala un estratto dello spettacolo, alcune pagine lette a leggio da un quaderno che porta con sé.

– Miglior attrice
Terza Licia Lanera, Seconda Milvia Marigliano. Vince con 26 voti Maria Paiato per Un nemico del popolo. Ringrazia il regista Massimo Popolizio per aver scelto per lei un ruolo maschile, il sindaco del testo di Ibsen.
La Paiato si regala la soddisfazione di recitare il “suo” Riccardo III. Ruolo a cui ambisce da sempre.

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– Miglior regia
Iacozzilli, Popolizio, Malosti in ordine ma con 20 voti vince
 Lisa Ferlazzo Natoli per When the rain stops falling.

Il suo biglietto sudato fra le mani, con le cose che aveva da dire. La sua voce velocissima che racconta l’agitazione e l’emozionata intenzione di non dimenticare tutti i grazie dovuti al gruppo di lavoro che l’ha portata a questo premio.

 

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– Miglior spettacolo di danza
Terzo Aldes/Castello, 23 voti per Nudità, ma con 27 voti vince MK/DI STEFANO con Bermudas. Ne parlavano per PAC Bevione e Rizzente da Santarcangelo 2019.

 

 

 

– Premio Ubu per Franco Quadri.
Jacopo Quadri assegna il premio a Maria Grazia Gregori che riceverà il premio in un giorno dedicato a lei nel 2020.

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– Gran finale del premio e della serata UBU con il miglio spettacolo 2019.

12 voti per la Iacozzilli, 14 voti per Quasi Niente. Vincono con 16 voti Un nemico del popolo di Popolizio e Aminta di Latella.

Anche qui Bisorti ritira il premio (Delivery Ubu si definisce), introducendo un videomessaggio di Massimo Popolizio.
Per l’Aminta di Latella su PAC Michela Mastroianni e il 4 mani Giuliani / Francabandera

Due spettacoli impegnativi con un numero di interpreti grandi. L’abbraccio ad Antonio Latella con cui Popolizio conclude il suo messaggio in un simbolico passaggio di mano fra l’assenza e la presenza qui al Piccolo Teatro Studio Melato.

Con la compagnia di Latella a ritirare il premio si conclude la serata, mentre Latella riflette sui diversi ex aequo assegnati dalla critica in questa edizione.

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PER IL 2019 È TUTTO.

W IL TEATRO!