SOFIA BORDIERI | Il Festival Internazionale di Danza Contemporanea e Performing Art Interplay (23 maggio -10 giugno 2023) si è concluso con la serata condivisa tra Walter di Laura Gazzani e Coefore Rock’n’ roll di Enzo Cosimi presso gli spazi della Lavanderia a Vapore di Collegno.
Assistiamo al primo appuntamento, la creazione della Gazzani, programmato per l’arena esterna ma allestita all’interno del foyer del centro regionale di residenza per la danza a causa del maltempo. Solo i primi secondi del valzer di Tchaikovsky, tratti da La bella addormentata, accompagnano la scena quadrata e vuota. Poco dopo, sul silenzio, Nicolò Giorgini e Francesca Rinaldi entrano e disegnano, più e più volte, la circonferenza dello spazio scenico camminando un po’ sfalsati ma paralleli e con un precisissimo ritmo binario da marcia. Walter, il titolo della pièce, «gira gira e non si ferma più» e infatti il danzatore continua a girare ma rompendo il ritmo marciato con dei triplex, la nota camminata in ritmo ternario (come il valzer) – base di molte tecniche di danza moderna, tra cui quella di Martha Graham – per poi ricongiungersi al ritmo precedente. Gradualmente, iniziano ad emergere tracce laterali del valzer, come la testa inclinata vero l’esterno, improvvisi movimenti delle braccia, piccoli salti e il percorso circolare deviato sul diametro dell’area. La centrifuga incalza nel silenzio e l’atmosfera tutt’intorno pullula di diffusa serenità e di palpabile attesa, quest’ultima sospesa da un lento inchino di Giorgini, con la mano sul cuore.
È sorprendente l’arrivo di una traccia di musica trap su cui i due danzatori instaurano una danza di coppia priva di contatto, coordinata e in ascolto. Ritorna il breve preludio del valzer di Tchaikovsky per poi dare spazio a una traccia di musica pop su cui i due danzatori, a turno, invitano, uno alla volta, alcuni spettatori per una camminata insieme mano nella mano. Entrambi i danzatori, abbigliati con scarpe nere da ginnastica, pantalone a sigaretta e una maglia trasparente arricchita da toppe fluorescenti, luccicanti e piumose, riportano alla mente alcune atmosfere di Romeo + Giulietta di William Shakespeare (1996), la tragedia cinematografica 2.0 di Baz Luhrmann. La pièce si conclude con un duetto, prima solo accennato, che riporta un repertorio di movimenti attinti dal balletto e da un contenitore di danze pop (alcuni accenni a Tony Marano de La febbre del sabato sera).
I due danzatori, in reciproco rapporto empatico, hanno diffuso con il loro stare in scena, ben studiato, una piacevole leggerezza. La firma è di Laura Gazzani che ha saputo costruire, già dal titolo, una rivisitazione fresca, saggia e ben processata del celebre ballo di sala, priva di didascalismi e probabilità. Walter, portato qui in scena in versione ridotta, è spettacolo vincitore del bando Danza Urbana XL 2022 sostenuto dal Network Anticorpi e da Anghiari Dance Hub.
È seguito, in teatro, il secondo capitolo del progetto Orestea – Trilogia della Vendetta di Enzo Cosimi che raggruppa la trilogia di Eschilo con tre creazioni di formato diverso: Glitter in my tears (2019), l’Agamennone concepito come uno spettacolo di danza, Coefore rock’n’ roll (2020), le Coefore tradotte in concerto performativo e, infine, un’istallazione coreografica, Le lacrime dell’eroe ovvero le Eumenidi. Indagando in ogni segmento una tematica specifica dell’Orestea, Coefore Rock’n’ roll, concerto performativo pensato inizialmente per spazi non tradizionali e tradotto poi in una versione frontale teatrale, scandaglia la figura della madre, tra potere e fragilità, con uno sguardo sullo statuto femminile e il matricidio.
In scena quattro danzatori, Alice Raffaelli, Roberta Racis, Luca Della Corte e Lorenzo Caldarozzi (che sostituisce l’infortunato Francesco Saverio Cavaliere) costituiscono il coro di Coefore, con tuniche nere e cappucci. Immobili, appaiono immersi nel suono del rullante elettronico percosso da Lady Maru, dj e musicista romana, anima del concerto di Cosimi.
L’atmosfera, con un Mickey Mouse e un orsetto impiccati al soffitto, è vibrante e cupa. Uno alla volta i danzatori si spogliano mostrandosi come manichini nudi, con sottilissimi body color carne indossati dalle due donne e slip dai due uomini che altresì non mostrano il volto, coperto da passamontagna giallo limone. Ognuno esordisce con una propria danza agitata, disarticolata, acrobatica e con accenni alla modern dance. Durante le svestizioni, coperte handmade coloratissime, un esercito di peluche e dinosauri di plastica che contornano i due lati corti del palcoscenico, vengono sparsi nello spazio come a ricreare la casa (o la mente) caotica della famiglia smembrata.
La colonna sonora ingloba una serie di sonorità disparate come cinguettii, distorsione della chitarra elettrica, melodie e urla, grugniti di Demetrio Stratos, respiri affannati dei danzatori nel silenzio fino alla techno berlinese passata da Lady Maru in un estemporaneo club underground verde mela. Tutti suoni estremamente evocativi del tragico di Eschilo, palesato con alcune letture-confessioni in voice off di testi tratti dall’opera di Sylvia Plath.
«Ti guardo con il tuo potere laconico
Con la tua presenza assidua […]
Madre da cui rifuggo, madre statuaria, da te scappo,
dal tuo dominio,
dall’obbligo di essere cibo per la tua fame vorace di amore».
Lo spettacolo, con un disegno luci che alterna atmosfere offuscanti, tenui e oscure, è colmo di riferimenti alla tragedia di Clitennestra: sangue e latte vomitati, infertilità annunciata dal ticchettio sinistro di pas de bourrée in punta, corse, marce, rotolate, uso di coperte polifunzionali (abiti glamour, manti, burqa, tappeti, rifugi, barriere), ma soprattutto infiniti incontri mancati, presagi di lotta e morte, aria di profondo risentimento e indomabile vendetta.
I quattro danzatori con i loro corpi potenti sempre più stremati hanno portato in scena, senza mai uscirne, un’interpretazione stratificata e a tratti criptica delle Coefore, in cui la musicista, Lady Maru, entra a pieno titolo nel progetto scenico indossando accessori (come un capello appuntito da Ku-Klux Clan e una maschera della morte dal colore metallico) e attraversando continuamente gli spazi scenici predisposti con postazioni musicali (amplificatore, mixer, consolle su carrello).
L’operazione di Cosimi in definitiva è un testo-colosso che impatta su corpo e mente dello spettatore rapito tramite un’overdose visiva sublime, disturbante, ipnotica e profondamente affascinante.
WALTER
di Laura Gazzani
con Nicolò Giorgini e Francesca Rinaldi
accompagnamento artistico/drammaturgia Aurelio Di Virgilio
sound designer Lorenzo Lucchetti
costumi Laura Tipo
profumiere Mauro Malatini
musiche Pëtr Il’ič Čajkovskij
COEFORE ROCK’N’ROLL
Compagnia Enzo Cosimi
Regia, coreografia, scene e costumi Enzo Cosimi
drammaturgia di Enzo Cosimi e Maria Paola Zedda
con Alice Raffaelli, Luca Della Corte, Roberta Racis e Lorenzo Caldarozzi
musica dal vivo di Lady Maru
disegno luci di Gianni Staropoli
tecnico luci Giulia Belardi
Interplay 2023 Festival Internazionale Danza Contemporanea e Performing Art
Torino, 23 maggio – 10 giugno