RENZO FRANCABANDERA | Basta il nome: Santarcangelo. E siamo già nella storia del teatro contemporaneo, delle arti performative. Una storia tutta italiana nata dalla magica combinazione dei moti di protesta libertari degli anni d’oro della seconda metà del secolo scorso. Un festival che ha fatto la storia del linguaggio in Italia e non solo, uno sguardo aperto da diversi decenni sul mondo dello spettacolo dal vivo.
Questo principio di internazionalità, di commistione e curiosità rimane con la direzione del curatore polacco Tomasz Kireńczuk, confermato alla guida di Santarcangelo Festival fino all’edizione 2026 compresa e che, rispetto alle più recenti direzioni artistiche, ha recuperato sotto molti aspetti il tema dell’integrità della forma spettacolare, che in alcune edizioni passate aveva lasciato il posto a una serie di azioni performative di breve durata e diffuse sul territorio comunale. Insomma c’è una bella energia intorno al festival.

Il borgo resta certamente il centro, con i suoi spazi storici, il lavatoio, la piazza, le grotte, il parco, ma si torna a una fruizione più organica, che inizia nel grande parco Baden Powell dove sono montati sia il grande tendone circo, dove tutte le sere c’è il dopo festival danzereccio, ma anche una gradinata che accoglie il pubblico per il debutto italiano dello spettacolo della performer e coreografə brasilianə, Catol Teixeira, classe 1993 e che attraversa con i suoi segni da alcuni anni anche il centro Europa fra Francia, Svizzera e Germania. È stata ospite del festival anche nelle due edizioni precedenti, con La peau entre les doigts e l’ultimo Clashes Licking. A Santarcangelo 24 propone zona de derrama coreografia composta per e con tre corpi danzanti ed è il primo lavoro di gruppo creato da Teixeira con un’estetica che rafforza l’intenzione di mettere a fuoco il tema della relazione intima riletta in interferenza con (dis)orientamenti queer. Con lei in scena ma a firmare anche la co-coreografia Auguste de Boursetty e Luara Raio, quest’ultima anche speaker e quasi padrona di casa all’arrivo del pubblico. Mentre Raio accoglie gli spettatori, alle sue spalle già lə altrə due protagonistə ci trasportano in un ambiente di seduzione ma anche di costrizione, con un secchio di quelli per umili lavori domestici che diventa trappola, rovesciato in testa.

Ph. Carlo Bertora

Il gesto è straripante, fra lotta, canto, armonia e violenza, in un continuum che profuma di happening contemporaneo. Il pubblico resta pubblico ma è costantemente ingaggiato da una chiamata d’attenzione. Loro in tute sportive, a compiere gesti ora di complicità ora di distanza ma sempre di continuo incastro e riavvolgimento. Non c’è una trama eppure, nel vorticare di un gesto quasi sportivo per vigoria, si è portati a una empatia verso la sofferenza e l’isolamento che si trovano dentro la geografia del corpo, esibito a fine performance in una quasi completa nudità che è racconto di un martirio, che si ricompone in una sorta di pietà, di sacra umanità.

Si muovono nell’oscurità, non come becchini ma più come topi i protagonisti di Lessons for Cadavers, della coreografa anche lei brasiliana e anche lei di ritorno a Santarcangelo dopo essere stata ospite nel 2018, Michelle Moura.
Tre performer in scena, per una danza macabra al confine fra rappresentazione e coreografia con gesti di humor dark, dove la danza in realtà è gesto espressionista portato allo stremo. Sotto lo sguardo del pubblico c’è la ridicola assurdità della condizione umana di cui i tre sono emblematica rappresentazione fra smorfie, fragilità e azione burattina, sospinti da forze che non controllano e da cui, anzi, paiono poter essere invisibilmente controllati senza poter opporre resistenza alcuna e anzi, facendosi complici di una azione tragicomicamente necrofila. La vita fa schifo, e la loro condizione alienata ne trasforma il sembiante in bestie che incorporano la repulsione per quello che l’uomo può arrivare a diventare. Sembra una denuncia del clima di terrore e paura diffusisi negli anni del governo di estrema destra in Brasile. Finiscono per scavare, dentro una ossessionante musichina che sa quasi di videogioco e nel buio della quale si dissolvono.

Ph. Carlo Bertora

Il tumulto degli spettacoli continua con HIT out composizione coreografico-musicale di Parini Secondo e Bienoise. La costruzione è, dal punto di vista del gesto, figlia di quel do-around-the-world di cui avevamo parlato nell’edizione 2023 di Danza Urbana, e sviluppata intorno al salto della corda. Allora in scena c’erano solo Sissj Bassani e Martina Piazzi, ma il progetto, felicemente evolutosi intorno alla corda, interpretata come strumento percussivo e ritmico oltre che coreografico, si è ampliato a un quartetto che comprende anche Camilla Neri e Francesca Pizzagalli.
Un anno di preparazione atletica, per arrivare a una composizione coreografica ambientata su una superficie microfonata che raccoglie il suono delle corde, e che sviluppa una partitura di gesto sincronico e suono via via sempre più complesso e polifonico, fatto di contrappunti e contrattempi, in cui single-unders, side-swings e double-unders sono sia elementi atletici che musicali. Il risultato è brillante, coinvolge il pubblico, fa riflettere su quanto il complesso si possa trovare anche nel semplice, ma anche di quanto lavoro occorra per passare dal semplice al complesso e per arrivare a una composizione atletico-ritmica assai pregevole, che trasforma il pop in iterazione e ne sviluppa la ricchezza.

Ph. Carlo Bertora

Conclude la serata un lavoro invero singolare e originale, pur nella sua insistita reiterazione.
Pas de deux vuole essere una celebrazione dell’amore ma, come scrive la coreografa Anna-Marija Adomaityte «credo che sia necessariamente anche la celebrazione della sofferenza» della relazione a due. E quindi questa danza, il duetto, che più di ogni altra, celebra la summa del romanticismo eteronormativo, diventa orologio inceppato dentro un movimento fatto di singulti, in cui lei, Romane Peytavin, sta davanti e lui, Victor Poltier le tiene le mani standole alle spalle e componendo una danza fatta di salti incastrati e mai liberi, una condanna a fare le lancette sincroniche che girano e si incagliano. Si fermano, poi riprendono, magari in direzione opposta, ma niente. Nulla evolve: si saltella strenuamente di qua, ora di là, ma il romanticismo sembra evaporare in un delirio a due più che in una coreografia libera. La coreografia è proprio una critica esplicita a quell’immaginario normativo dell’amore e del corpo che il passo a due di derivazione romantica ha ridicolmente sublimato.

Ph Carlo Bertora

La coreografa lituana di nascita e svizzera di adozione artistica di base a Ginevra, ha fondato la compagnia di danza contemporanea A M A ed è artista associata presso L’Abri – Genève. Pas de deux, seconda creazione dell’artista, è stata selezionata per far parte della rete europea di danza AEROWAVES nel 2022. Su un tappeto blu klein e sotto luci al neon da sala da biliardo più che da balera, i due, chissà, forse invecchiati dopo tanti giri di lancette, quasi tremanti, provano ad abbracciarsi, senza riuscire a toccarsi in un continuo tremore. Tornano alla loro antica “danza” nel finale in cui le luci della vita si abbassano. Un’idea coreografica sfiancante quanto originale, dove la dolorosa assurdità del legame racconta le sue più asfittiche pieghe.


ZONA DE DERRAMA – first chapter

concept, coreografia e performance Catol Teixeira
co-coreografia e performance Auguste de Boursetty, Luara Raio
performance sonora Ágatha Barbosa
creazione sonora Luisa Lemgruber
produzione e amministrazione Rabea Grand
distribuzione Jérôme Pique
produzione Association UÀ
coproduzione RESO – Swiss coproduction found
in collaborazione con far° festival, Gessnerallee Zurich, Pavillon ADC – Genève, Théâtre Vidy-Lausanne, Points Communs – Nouvelle Scène nationale of Cergy-Pontoise / Val d’Oise
in collaborazione con Santarcangelo Festival, Südpol Luzern as part of the Extra Time Plus programme

progetto realizzato con il supporto di Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia
in collaborazione con Zürcher Theater Spektakel (Zurigo) e New Baltic Dance (Vilnius) nell’ambito di European Festivals Fund for Emerging Artists – EFFEA, cofinanziato dall’Unione Europea

 

LESSONS FOR CADAVERS

ideazione, coreografia e direzione artistica Michelle Moura
performance Clarissa Rêgo, Jorge De Hoyos, Michelle Moura
drammaturgia e assistenza coreografia Maikon K
musica e suoni Kaj Duncan David
luci e scenografia Annegret Schalke
costumi e make-up Thelma Bonavita
collaborazione artistica Nina Krainer
sarta Luciana Imperiano
management produzione ehrliche arbeit – freies Kulturbüro
distribuzione internazionale Something Great
grazie a Mateusz Szymanówka, Atalya Tirosh, Elisabete Finger, Nics Kort, Annette David, Nina David
produzione Michelle Moura
coproduzione Sophiensæle, deSingel, Something Great
finanziato da Dipartimento per la Cultura e l’Europa del Senato di Berlino e Fonds Darstellende Künste – Federal Government Commissioner for Culture and the Media nell’ambito del programma Neustart Kultur
con il sostegno di fabrik Potsdam – Etape Danse network, French Institute of Germany – Theater and Dance Office, La Maison CDCN Uzès Gard Occitanie, Théâtre de Nîmes, Mosaico Danza – Interplay Festival Turin, Ministry of Culture – DGCA, Landeshauptstadt Potsdam, Fondazione Piemonte dal Vivo, Lavanderia a Vapore Torino e Koda Kultur
residenze artistiche PACT Zollverein, fabrik Potsdam e Théâtre de Nîmes
con il supporto di NATIONALES PERFORMANCE NETZ International Guest Performance Fund for Dance finanziato da Federal Government Commissioner for Culture and the Media

progetto realizzato con il supporto di Goethe-Institut Mailand e promosso dal Ministero Federale degli Affari Esteri della Repubblica Federale di Germania

 

HIT OUT

di Parini Secondo e Bienoise
con Sissj Bassani, Martina Piazzi, Camilla Neri, Francesca Pizzagalli
coreografia Parini Secondo
suono Alberto Ricca / Bienoise
costumi e intrecci Giulia Pastorelli
corde MarcRope Milano
organizzazione Margherita Alpini
produzione Parini Secondo, Nexus Factory
coproduzione Santarcangelo Festival, Bolzano Danza
con il sostegno del MiC e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea” 2023/2024
con il supporto di Boarding Pass Plus, R.O.M Residencies On the Move, Nuovo Grand Tour 2024, BIT Theater garasjen, NID platform, Istituto Italiano di Cultura Oslo, Istituto Italiano di Cultura Parigi, Ufficio Italiano di promozione economica commerciale e culturale Taipei, Cantieri / Network Anticorpi XL, Magdalena Oettl, AMAT Marche

spettacolo offerto da Oleificio Pasquinoni
© Bianca Peruzzi

PAS DE DEUX

concept e coreografia Anna-Marija Adomaityte
con Romane Peytavin, Victor Poltier
sound e light design Gautier Teuscher
supporto tecnico Joël Corboz
sguardo esterno Pierre Piton
amministrazione Hugo Langlade
distribuzione Tristan Barani
grazie a Maud Blandel, Elie Grappe
produzione Cie A M A
coproduzione La Bâtie-Festival de Genève, L’Abri-Genève
con il sostegno di Swiss Arts Council Pro Helvetia, Bourses SSA – Société Suisse des Auteurs pour la création chorégraphique 2021
“Pas de deux” fa parte di European dance network Aerowaves

progetto realizzato con il supporto di Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, Ambasciata della Repubblica di Lituania a Roma, Lithuanian Culture Institute, Lithuanian Council for Culture, Lithuanian Dance Information Centre