ANDY VIOLET | Archiviato il languore creativo della pausa natalizia, riposta in fretta e furia la festonatura sgargiante che sin dagli ultimi giorni di novembre avviluppa tentacolare gli studi televisivi dei buoni ed osservanti cristiani catodici, ivi compresi i bordi impellicciati dei bikini dell’Avvento indossati per l’occasione dalle pie e timorate vallette, le emittenti mettono da parte la pace armata delle festività, combattuta con i proiettili spuntati delle repliche a tema e degli ormai ammuffiti filmati educativi sulla tecniche di simulazione dei buoni sentimenti, e ricorrono all’artiglieria pesante, allo scopo di onorare i sacri patti di investimento pubblicitario.
Grandi novità, dunque, ci aspettano per la seconda parte di questa stagione televisiva, in cui i network pubblici e privati intendono stupirci con la messa in onda di fiction sperimentali,a metà strada tra la gloriosa tradizione dello sceneggiato televisivo Rai e la ricerca di inediti linguaggi comunicativi alla stregua del più spinto cinema d’avanguardia.
Tra queste, il prodotto più atteso è una nuova fiction scritta a quattro mani da Orietta Berti ed Iva Zanicchi nelle pause della sagra del Tortello di Zucca di Rio Saliceto. La storia, imperniata sulla difficoltà delle donne a pagare le tasse sull’automobile e/o sullo scooter, vedrà le quattro protagoniste, derelitte shampiste messe a dura prova dalle difficoltà della vita, con le unghie ancora sporche di tintura mogano ramato, rinchiuse per una settimana nell’ufficio della Motorizzazione del comune di Prive di Decenza, in provincia di Gubbio Gusto, liberate infine dall’intervento salvifico di Antonio Lubrano.
Ispirato a un fatto di cronaca vera, il serial è la denuncia di un annoso problema che affligge tutte le donne patentate del mondo, ovvero le indicibili sofferenze cui il gentil sesso deve soggiacere per pagare ogni anno il giusto contributo allo stato per le proprie autovetture: “Il Bollo delle donne”, questo il titolo della serie, si insinua nelle pieghe più scabrose della coscienza automobilistica femminile, e non indietreggia davanti alla crudezza dell’argomento o delle immagini, che già hanno attirato gli strali del Moige per l’eccessivo realismo delle scene più truculente, come quella in cui una delle protagoniste, in un atto di follia estetica, deraglia dal labbro superiore tingendosi di rossetto gli incisivi superiori.