ELENA SCOLARI| Fino al 21 agosto la Pinacothèque di Parigi ospita l’opera di uno dei più grandi fumettisti internazionali, una mostra bella e sognante che finalmente tratta Pratt come un artista tout-court.

Hugo Pratt è nato a Rimini nel 1927 e ha passato la sua infanzia a Venezia, in seguito agli impegni del padre militare la famiglia si è trasferita in Etiopia per gli anni dell’adolescenza, da adulto Pratt è stato a lungo in Argentina, ha vissuto in Inghilterra, in America e in Francia e infine in Svizzera, sul lago di Losanna. Il viaggio della vita di Hugo Pratt ha toccato tanti luoghi reali quanti sono stati quelli immaginari creati per le sue avventure su carta. Il fumettista è sempre stato viaggiatore e soprattutto un uomo curioso di conoscere altri popoli e di mischiarsi con loro con grande naturalezza.

Negli anni passati in Abissinia la famiglia Pratt viveva nel Villaggio Littorio, un pezzetto di Italia nel cuore dell’Africa, prime compagne di giochi del piccolo Hugo erano alcune scimmiette che si divertivano a far cadere il cappello del  padre con l’aquila imperiale…

Crescendo, Pratt figlio ha stretto amicizie anche molto profonde con i ragazzi e le ragazze del luogo, imparando senza accorgersene la spontaneità di incontrare le persone da qualunque paese vengano.

La disinvoltura e la confidenza col mondo acquisite in Africa sono chiaramente riversate nelle storie dei personaggi prattiani: marinai d’ogni paese, bellissime donne esotiche, guerrieri indiani, celtici…

Un universo fatto di uomini e donne sempre maledettamente affascinanti, lo spirito dell’avventura e della scoperta è vivissimo nelle pagine di Pratt, anche prima dell’arrivo di Corto Maltese, personaggio diventato quasi più famoso del suo creatore, un po’ come Sherlock Holmes e Conan Doyle.

Pochi ricordano, forse, che Corto, il leggendario marinaio della marina mercantile (porta l’orecchino a sinistra, i marinai militari a destra, invece) fa la sua comparsa sulla carta solo nei primi anni ’70, quando la carriera di Pratt era già inoltrata ma non aveva ancora raggiunto il grande pubblico. Il  lancio di Corto Maltese avviene nel 1973 con “La ballata del mare salato”, nella mostra alla Pinacothèque c’è una sala che accoglie tutte le tavole originali di questa storia, non si può fare a meno di rileggerla.

E’ lo stesso Pratt a definire la sua opera “letteratura illustrata”, riteneva i suoi fumetti un nuovo modo di raccontare per immagini, risolve così quindi il vecchio dibattito su arti maggiori e arti minori. L’autore ha infatti hanno illustrato alcuni tra i più grandi romazi di viaggio come L’isola del tesoro di Stevenson, si è ispirato a Conrad, melville, Hemingway, London.

L’esposizione francese, collocata in un museo importante e “istituzionale”, intende anche riconoscere lo statuto d’artista a Hugo Pratt, ancora considerato “solo” un autore di fumetti, quindi di categoria artistica inferiore.

Passeggiando per le sale, piccole e molto intime, della Pinacothèque, tra i numerosi acquarelli esposti, si percepisce la profondità dei disegni e delle storie dell’autore veneziano, pieni di immaginazione, di irrealtà, di magia, di esotismo, di originalità narrativa.

L’acquarello era la tecnica prediletta da Pratt, perché è pittura fatta d’acqua. Aver vissuto a Venezia lega molto all’acqua, alla trasparenza, al fluire delle cose e del tempo. L’acquarello è una tecnica immediata perché non permette quasi correzione, ma è anche leggera. Le avventure di Corto Maltese hanno una complessità leggera, i personaggi una psicologia attenta ma sempre ironica, il mondo di Pratt è costantemente, magicamente in bilico tra elementi reali e porte stregate che si aprono su luoghi immaginari.

È un equilibrio bellissimo, ben visibile nel tratto moderno e sognante della mano di questo artista dall’anima romantica e cialtronesca insieme, una simpatica canaglia che, come Corto Maltese, se la sa cavare in ogni situazione, anche mentendo, quanto basta.

La mostra ha personalità, come le figure di cui ci parla, ed è divisa per temi, le tavole e gli acquarelli non sono in ordine cronologico ma raggruppati per argomenti: isole e oceani, gli indiani, i militari, le donne,  il deserto, le città.

Il visitatore si aggira tra le strade di un reportage illustrato, attraversa paesi e mari, locali equivoci con donne fatali dai nomi mitici (Pandora, Ipazia, Bocca Dorata..), città esoteriche come Venezia o Cordoba, il tango di Buenos Aires e gli scorpioni del deserto. Impossibile non desiderare d’entrare in queste storie.

Questa esposizione ci fa conoscere il Pratt acquarellista più del disegnatore di fumetti, ci racconta il fascino del viaggio e la poesia dell’avventura.

Bisogna sempre essere pronti a partire.