RENZO FRANCABANDERA | L’estate volge al termine ma, complice il bel clima, in Sardegna sono numerosissimi gli appuntamenti fra fine agosto e inizio settembre. Festival e spettacoli teatrali che raccontano di compagnie storiche e riconosciute anche a livello internazionale.
C’è bellezza nel ritrovare un cantastorie popolare che dietro l’abside di una chiesetta in pietra dedicata a S. Pietro, in un paese che dal santo prende il nome, e in una sera calda, ne narra la vita a duecento persone all’uso di De Andrè, intessendo il percorso narrativo fra vangeli ufficiali e apocrifi, e parlando di un santo dal volto umano e di un uomo dal volto santo.
C’è bellezza nel vedere in un giardino pubblico della periferia di Cagliari centinaia di bambini ascoltare la storia del gatto con gli stivali, sovrastati da palazzoni ma rinfrancati dal suono di un’orchestra popolare e di una disegnatrice, mentre il narratore indossa stivali di plastica viola fosforescente, cappello e occhiali da sole.
C’è bellezza, ancora, nel piccolo Festival sull’isola di Carloforte, isola dell’isola della nostra penisola, che da quindici anni mescola le arti nella maniera più bella e aperta, con piccoli spettacoli di arte teatrale, in un’umanità tutta aperta e non costruita.
La Sardegna vive e si racconta in un fine estate che, sfollato del turismo più sbraitante e volgare, guarda a se stessa e ai più tenaci cultori dell’arte fuori dai circuiti del caos. E’ così che ci sono sembrati Gianluca Medas e Andrea Congia, che con semplicità ma grande efficacia e forza comunicativa, hanno ricostruito in forma piena la dimensione del teatro popolare che non disdegna di raccontare le stesse storie dei santi davanti al Papa e qualche mese dopo davanti a duecento abitanti di un piccolo borgo della costa sud di Cagliari. La Famiglia Medas è la più antica (e unica) famiglia di teatranti presente in Sardegna. Gianluca Medas, dal 1985 raccoglie il testimone di famiglia mescolando collaborazioni illustri a un impegno nel farsi anello di tramite per la cultura popolare, come nel caso del progetto Paddori, l’ipotesi di una maschera sarda, che coinvolge tra tutti Fabio Mangolini, docente di Commedia dell’Arte all’Accademia di Recitazione di Madrid e Donato Sartori del Centro Internazionale delle Maschere. Questa della vita di San Pietro è una forma spettacolare di narrazione accompagnata (ottimamente occorre dire) da musica cui Medas si dedica dal 1989: i Contos, narrazioni su canovaccio, con più di un migliaio di repliche, sono parte della tradizione non solo sarda, ovviamente, che pur nell’era dei nuovi media, trova sempre spazi per resistere e portarsi avanti. Dai Piripicchio degli anni ’30 in Puglia, ai cantastorie nella piazza di Marrakech, la tradizione orale ha una potenza dirompente difficile da arginare. E’ un fiume. Medas lo sa, ed esercita la sua arte con misura e attenta costruzione. E portando in giro moltissimi spettacoli contemporaneamente, con uno sforzo di memoria non banale.
Da un esperimento artistico totalmente autoctono ad altri nati dalla contaminazione con stimoli e arrivi dall’esterno come nel caso di Cada Die Teatro, sodalizio d’arte nato dopo l’arrivo in Sardegna di Giancarlo Biffi, che con Pierpaolo Piludu ed altri artisti ha creato un esperimento vivo e presente, che opera dal teatro ragazzi al teatro di narrazione con una continuità di progetti e proposte sempre interessante, raccogliendo consensi e interessi non solo in Sardegna ma anche fuori. Ne sono testimonianza la recente partecipazione Sabato 27 e Domenica 28 agosto al Festival Internazionale di Narrazione di Arzo, in Svizzera, con lo spettacolo “Le magiche pietre”, e quella nel prossimo fine settimana, Sabato 3 e Domenica 4 settembre al Festival L’ultima luna d’estate, nella Brianza lecchese, con due spettacoli storici come “Milano da bruciare!” e “Rosmarino e il frigorifero che parla”, spettacolo per ragazzi, quest’ultimo, come per ragazzi era nell’ambito della manifestazione “Quartu colora l’estate”, Mercoledì 24 agosto al Parco Europa di Pitz’e Serra lo spettacolo “Il Gatto con gli stivali”, fiaba musicale, liberamente ispirata ad uno dei più bei racconti della tradizione popolare.
Una co-produzione Cada die Teatro e Banda Comunale Giuseppe Verdi di Sinnai con musiche originali e adattamento del testo di Angelo Sormani e del direttore Maestro Lorenzo Pusceddu, sul palco nella veste di narratore Silvestro Ziccardi, e i disegni eseguiti dal vivo da Marilena Pittiu.
Ci piace segnalare l’importanza dell’esperimento delle scuole publbiche di musica, un’iniziativa tutta sarda che ha permesso in moltissimi paesi di creare bande e altre aggregazioni artistiche, e che ha dato a moltissimi la gioia di esprimersi con il linguaggio musicale. A loro, alla simpatia con cui queste persone si sono messe in gioco, e alla creativa professionalità messa in campo anche per questa occasione un plauso. Tutto davvero godibile e ben fatto.
Ultima segnalazione, ma non ultima per intensità emotiva, quella del festival organizzato dall’associazione Botti du Shcoggiu a Carloforte da fine agosto al 4 Settembre.
“Dall’isola, dell’isola, di una penisola”, questo il titolo dell’edizione di quest’anno del Festival Internazionale di teatro, musica, cinema, danza e nuovo circo, che si svolgerà nella magnifica cornice di Carloforte. Dal Digerseltz di Elvira Frosini al Bella Tutta di Elena Guerrini, passando per il Ciclope di Enzo e Francesco Siciliano, e poi concerti jazz (Scaccia e altri ensemble stranieri), burattini (Beppe Rizzo), i Camillocromo, i Malu Circo e ancora altri nomi, a cercare un percorso sul tema che ci pare sottilmente essere sulle altre bellezze possibili. Uno sguardo sensibile, come quello della pistoiese di origini ma sarda d’adozione Susanna Mannelli, che insieme a Riziero Moretti, da anni conduce gli spettatori attraverso i carrugi dell’isola fra percorsi mentali e di calore d’animo. Una dimostrazione di come con pochissimo si possa creare un’occasione di incontro e di racconto di un’altra umanità possibile.