ELENA SCOLARI| Recente vincitrice del Premio Eleonora Duse 2011, Federica Fracassi è in scena al Teatro i di Milano fino al 27 novembre prossimo con il corrosivo “Prima della pensione” di Thomas Bernhard, per la regia di Renzo Martinelli. Con Michelangelo Dalisi, Irene Valotta e Francesca Garolla.
Una enigmatica bambina sordomuta (Francesca Garolla), di nero vestita e che si trasformerà in angelo della morte per il finale, ci accompagna nello svelamento di una situazione familiare bizzarra e e surreale: un grande cubo di plexiglass contiene i personaggi dello spettacolo, un cubo che è anche gabbia, acquario, prigione, ci presenta inizialmente le sorelle Clara e Vera, all’interno di un salotto che più borghese non si può, che battibeccano senza sosta.
Clara (Irene Valotta) è da anni bloccata su una sedia a rotelle in seguito ad un bombardamento degli alleati che colpì la sua scuola, ma è bloccata anche nell’espressione dei suoi desideri, ormai repressi e risolti con cinismo tagliente verso il prossimo. Vera è invece la sorella garrula e straripante falso entusiasmo, la Fracassi sa dare a questo personaggio toni di ironia, disincanto e isteria davvero eccezionali, il suo incessante ciangottìo è il perfetto controcanto al doloroso distacco di Clara.
La famiglia Höller gira però intorno al fratello Rudolf, ex ufficiale delle SS e ora presidente del tribunale, un po’ stolido come spesso sono rappresentati i nazisti a teatro e al cinema, rimpiange i bei tempi del lager e costringe le sorelle a commemorare il 7 ottobre di ogni anno l’eroico Himmler, altro nazista che gli salvò la vita.
Il pubblico testimone assiste ai preparativi di questa assurda festa, in cui Rudolf indossa di nuovo la divisa, si sfogliano album di foto dei campi di concentramento sorridendo di un’allegria feroce e tanto superficiale da lasciare agghiacciati.
Rudolf ripete, consapevole dell’atrocità delle sue azioni, la semplice giustificazione “eseguivo soltanto gli ordini”. Il libro “La banalità del male” di Hanna Arendt racconta proprio questa sensazione: l’incredulità di fronte alla spiazzante risposta.
L’interpretazione travolgente di Federica Fracassi offusca un po’ i pur bravi Dalisi (phisique du rộle perfetto) e Russo Arman. Una scenografia creativa e molto funzionale al testo fanno di “Prima della pensione” uno spettacolo interessante e intenso.
Non ci ha convinto del tutto la ripetitività del gesto di Olga, la bambina che ci svela e nasconde il cubo degli Höffer tirando una tenda, alla lunga risulta un po’ stucchevole.
Bernhard è sferzante, raggiunge un punto di sgradevolezza altissimo proprio perché rimane ironico e mostra una famiglia ancora perfetta nella forma ma sfasciata nella morale: rapporti incestuosi di Rudolf con la sorella Vera, una malcelata gelosia da parte di Clara che prima dell’incidente era probabilmente la preferita, tutti camminano ossessivamente su un vischio di ipocrisia così appiccicoso da non permettere più di staccarsene. Se non con la morte. Cristallizzata in uno dei momenti più riusciti dello spettacolo: un tableau vivant dei tre fratelli, lividi e immobili, dietro il vetro.