ANDREA CIOMMIENTO | Nei maggiori centri teatrali europei l’Educational Theatre (o EduTheatre) si fa garante istituzionale di percorsi formativi, focus group propedeutici alla visione, esperienze laboratoriali e allestimenti teatrali con vocazione pedagogica (solo per citarne alcuni: il Globe Theatre e il National Theatredi Londra, lo Schaubühne di Berlino, ilThéâtre de la Ville di Parigi).
Il loro punto di partenza e di arrivo non è solamente il destinatario bambino o ragazzo ma una più articolata idea di educazione contaminata alle espressioni artistiche. Da tempo ci chiedevamo quale fosse l’istantanea panoramica di un teatro concesso all’educazione nel nostro Paese. Così, motivati dalla ricerca di azioni sceniche portatrici di senso, abbiamo seguito le tre giornate sul Teatro del Fare e del Pensare a Cascina (vicino Pisa), un’occasione propizia per riflettere sul legame tra teatro e arcipelaghi educativi attraverso il coinvolgimento di artisti, docenti, educatori, operatori sociali e culturali. La Fondazione Sipario Toscana, ente promotore dell’iniziativa, ha proposto una ricca programmazione d’incontri e workshop tra cui Sguardi sulla visione e la bellezza insieme a Fabrizio Cassanelli (regista e attore/Fondazione Sipario Toscana), Giorgio Testa (pedagogista) e Renzo Boldrini (regista e attore/Giallo Mare Minimal Teatro); Interazioni sulla trasformazione non–violenta del conflitto interculturale con Gigi Gherzi (regista e attore) ed Enrico Euli (filosofo e psicologo/Università di Cagliari); Emozioni sulla creatività e poetica del corpo con Chiara Pistoia (attrice/danzatrice), Serena Gatti (attrice), Piera Principe (danzatrice) e Mario Piatti (pedagogista). La Fondazione ha comunicato il rilancio nazionale della regione Toscana come laboratorio esperienziale del teatro per le nuove generazioni, rimettendo nuovamente al centro il confronto sulle metodologie e le pratiche teatrali per l’educazione, la ricerca di una relazione autentica tra teatro e ambienti socio-educativi e la costruzione di un orizzonte culturale e progettuale condiviso.
Per stabilire la nostra riflessione, qui e ora, sentiamo la necessità di ricordare quel che unisce pedagogia e teatro ripartendo dall’inizio, seppur in forma sinottica. Il secolo delle ansie pedagogiche (il Novecento) ha fatto evolvere memeticamente il teatro e l’educazione grazie ad artisti e pedagoghi come Copeau, Stanislavskij, Mejerchol’d, Decroux, Laban, Grotowski, Brook, Dewey, Montessori, Rodari, Piaget. Tra questi, lo studio di Célestin Freinet ha portato alla nascita del Movimento Cooperazione Educativa (1951), ottenendo risonanze italiane attraverso le ricerche sulla soggettività di Mario Lodi e le attività parascolastiche di Bruno Ciari fino all’approccio educativo connesso alla maieutica socratica (l’arte del tirar fuori) portato avanti da Danilo Dolci. Saranno gli anni Settanta i veri testimoni del congiungimento ufficiale tra pedagogia progressista e rinnovamento teatrale con la scoperta di teatri al di fuori del teatro stesso (in spazi nuovi e aperti) e la conseguente nascita del movimento torinese dell’animazione teatrale (animation théâtrale) grazie alle iniziali visioni profetiche di Franco Passatore, Gianrenzo Morteo e Remo Rostagno. S’intravede un teatro pronto ad uscire dalla scena e ad entrare nella vita sviluppando una pedagogia e una didattica dell’educazione come attività creativa di gruppo e uso attivo del proprio corpo (contro un’educazione rigida e nozionistica che non vede l’integralità della persona). Una corsa a ostacoli, certamente, sorretta dalla voglia di dare un senso a questa complessità, una scoperta pioneristica fondata sulla progettazione, documentazione e ricerca di ogni spazio abitato dai ragazzi: dalle palestre sorde agli androni delle scuole fino ai cortili della città urbana e suburbana. Un traguardo raggiunto con il riconoscimento dei teatri stabili d’innovazione per le nuove generazioni, un protocollo d’intesa ministeriale e la creazione di un Centro di Teatro Educazione promosso dall’Ente Teatrale Italiano (ETI) del Ministero della Pubblica Istruzione, con specifico interesse a tre principali aspetti educativi: la pratica teatrale nella fase dello sviluppo evolutivo nella scuola, il significato dell’essere spettatore e la metodologia della didattica della visione (sviluppata negli ultimi quindici anni a Roma, a Firenze e in Friuli). Un’alleanza amputata istituzionalmente con la soppressione dell’ETI nel 2010 e la conseguente dissoluzione del CTE. E adesso, come costruire il futuro o quantomeno immaginarlo?
Le tre giornate di Cascina hanno ristabilito la profondità del punto focale: recuperare la sirena degli anni costruiti insieme pensando al teatro come a un servizio pubblico, a stretto contatto con gli insegnanti e gli ambienti socio-educativi. Un’eredità che serve, probabilmente, per fare chiarezza: pedagogia, teatro, animazione sociale e teatrale, insegnamento, didattica della visione, esperienza laboratoriale, metodologia, rigenerazione della scuola, legittimità istituzionale, metodi attivi… Consideriamo questi giorni un prezioso momento di condivisione e crescita, non d’inizio ma di proseguimento, con la speranza che il Teatro Educativo (Educational Theatre) non diventi un’ulteriore etichetta di mercato ad autocombustione pronta a cadere giù nella fossa, rigurgitando se stessa o nel migliore dei casi i suoi gemelli omozigoti. Auspichiamo altresì un’attuazione autentica non solo basata sulla logica dello scambio di spettacoli e di progetti stantii tra centri di settore ma piuttosto sulla garanzia di una contaminazione e di un’educazione rivolta all’ascolto reale del contemporaneo (senza troppe congetture teoriche di origine sociologica), avendo certamente a cuore la responsabilità educativa (paritetica) nei confronti delle nuove generazioni.
Vi presentiamo i due contributi video pubblicati sul canale web Arte&Culture Live :
Il teatro educa con interventi di Fabrizio Cassanelli, Loredana Perissinotto, Giorgio Testa, Enrico Euli, Guido Castiglia, Gigi Gherzi, Mario Bianchi, Piera Principe.
Link: http://www.youtube.com/watch?v=oToOdSRgMWM
Intervista a Donatella Diamanti, nuovo direttore della Fondazione Sipario Toscana – Teatro Stabile d’Innovazione, Cascina (PI)
Link: http://www.youtube.com/watch?v=tbjb198TMgw&feature=plcp
Si ringrazia per il supporto ai contenuti scritti: Fabrizio Cassanelli, Giorgio Testa, Mario Bianchi, Loredana Perissinotto.