SPECIALE | Il nostro reportage multivocale sul Festival. Da Mastandrea a Cannone agli altri, i nostri e vostri commenti su Sanremo 2013. Per tutti i giorni del festival sanremese seguiremo, a nostro modo, la rassegna con un vortice di micro-narrazioni, che incalzi vincitori, ospiti e pulci-notizie sulla rassegna musicale della nostra mini-tv italiana.
Sanremo: da popolare a democratico
ALESSANDRO MASTANDREA | Poco prima delle note del “Va, pensiero” di Giuseppe Verdi, seduto sui gradini in posizione raccolta, lui solo illuminato, al centro della scena eppure familiare e domestico, Fabio Fazio l’aveva premesso che avremmo assistito a un Festival di Sanremo popolare per definizione:
“ Il festival di Sanremo è la trasmissione più popolare della TV. Popolare è una bellissima parola […] ma popolare non vuol dire facile, popolare vuol dire “per tutti” e riuscire a parlare a tutti non è per niente facile”.
E facile non è, dopo 63 anni, riuscire a essere popolari. Eppure, questo ennesimo e ineluttabile ritorno del Festival, almeno nei numeri, popolare pare proprio che lo sia. 14 milioni di spettatori nella prima puntata, e 12 milioni 477mila – con uno share del 42.21- nella seconda. Un successo. Come non capitava da anni.
Merito di Fabio Fazio, Luciana Littizetto e autori, di quel frullatore di discorsi e argomenti diversi, di cultura alta e bassa, nel solco di una tradizione incurante del mutare di gusti e generi televisivi, che è Sanremo; e, forse, vincente proprio per questo. Dove può godere di assoluto rilievo la performance di Toto Cutugno che canta “L’Italiano”, accompagnato dal coro dell’Armata Rossa.
D’altro canto, un rinnovamento del Festival nell’era dei reality 2.0 -dei cosiddetti “talent show”- non potrebbe essere attuato senza un suo snaturamento. Così, piuttosto che virare sui toni da competizione esasperata, di frustrazioni, aggressività, lacrime e catarsi finale, meglio pescare dal bacino dei concorrenti offerto dai talent suddetti: X-Factor&friends (nel senso del defilippiano “Amici”).
Nel contempo, tuttavia, fanno il loro timido ingresso new media e social network, sia con gli onnipresenti Facebook e Twitter, ma soprattutto con l’accordo commerciale stipulato con Spotify, il servizio web di musica in streaming appena sbarcato in Italia, dove sarà possibile ascoltare sia i brani dei concorrenti di questa edizione, che due playlist contenenti, rispettivamente, le canzoni vincitrici dal 1951 al 2012 e la selezione di brani non vincitori (che comunque hanno lasciato il segno nella storia della competizione).
Dunque Sanremo, da popolare, si appresta a diventare anche democratica grazie al Web. E si spera che un giorno, grazie proprio al Web, potranno godere di pari dignità tutti gli artisti che hanno calcato il suo palco: Povia e Jalisse compresi.
Gli estimatori di Domenico Modugno e Toto Cutugno, con Armata Rossa al seguito (il video cercando in rete si trova), sono avvertiti.