NICOLA ARRIGONI | La Tempesta di Valerio Binasco – interprete nel ruolo di Prospero, regista e traduttore – è uno di quegli spettacoli che è destinato a farsi pensiero ricorrente nella mente dello spettatore, perché si incide direttamente nell’anima. Questa la sensazione registrata al calare del sipario.
Eh sì, sarà infatti difficile dimenticare l’ingresso di Binasco/Prospero, una sorta di sciamano in cui il potere della magia combatte col dolore dell’esilio. E’ straordinario l’Ariel di Fabrizio Contri, un Ariel anziano, parkinsoniano, con cappotto e maglia di Superman, servo pigro e allampanato che reclama la sua libertà. Lo spazio di questa Tempesta è uno spazio vuoto, racchiuso in pareti rosso sangue rappreso, è una sorta di landa rossastra come quelle cave che ci sono a pochi chilometri da Avignone e in cui Brook ambientò il suo Mahbhahrata.
E a Peter Brook e alla sua Tempesta Valerio Binasco rende omaggio con un ingresso di grande intensità che la richiama. C’è fin dall’inizio una tensione livida in questa favola shakespeariana che si pone in fragile equilibrio fra una comicità tesa e amara e una violenza sotterranea che si esprime nelle intenzioni e nella azioni dei personaggi che hanno perso loro stessi e che si ritroveranno solo quando lo sciamano Prospero al disegno di vendetta farà seguire il perdono. Valerio Binasco è un duca di Milano di grande verità, dimesso e autorevole, determinato e dolente nel suo ruolo di signore esiliato, tradito dal fratello e con la figlia Miranda come sua unica consolazione. Miranda è Deniz Ozdogan una bambina che sogna, sogna l’amore, sogna la libertà del cuore e la troverà nel Ferdinando dalla erre moscia di Roberto Turchetta. Toglie il fiato la scena d’amore fra i due in cui la leggerezza dell’adolescenza si sposa con la poesia dei gesti e delle parole; i due sono i primi destinati a riconoscersi, a ritrovarsi grazie alla forza dell’amore. Per tutti quell’isola è infatti luogo della perdita di sé e dello scatenarsi della pulsione violenta. Lo è per il Calibano di Gianmaria Martini che invita Stefano e Trinculo ad ammazzare Prospero, lo è per Sebastiano che tenta di ammazzare Alonso, re di Napoli, sollecitato da Antonio, fratello di Prospero, interpretato dal cremonese Sergio Romano. In questa Tempesta se Ariel è un anziano un po’ allampanato, il Re di Napoli e gli altri cortigiani sembrano appartenere a Cosa nostra, Trinculo e Stefano sono comici lividi.
Gli inganni dell’isola, le strane apparizioni orchestrate dall’Ariel trasformano quella compagnia di naufraghi in un gruppo di uomini terrorizzati, disorientati, fino a quando Prospero si svela loro e alla punizione fa seguire il perdono… Valerio Binasco e i suoi attori della Popular Shakespeare Kompany: Fortunato Cerlino, Andrea Di Casa, Simone Luglio, Fulvio Pepe, Giampiero Rappa, Ivan Zerbinati sono un corpo unico, sono un meccanismo di pura poesia che alla fine commuove, commuove Binasco, Prospero occhialuto che nel tirare le fila della storia regala una prova interpretativa sublime, straziante come straziante è il vento che si alza e che Ariel incoraggia con uno scuotere di borsina… Pura poesia, puro teatro.
Qui un video dello spettacolo
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LA TEMPESTA di William Shakespeare spettacolo della Popular Shakespeare Kompany con (in ordine alfabetico) Valerio Binasco, Fortunato Cerlino, Fabrizio Contri, Andrea Di Casa, Simone Luglio, Gianmaria Martini, Deniz Ozdogan, Fulvio Pepe, Giampiero Rappa, Sergio Romano, Roberto Turchetta, Ivan Zerbinati, costumi Sandra Cardini, scene Carlo De Marino, musiche originali Arturo Annecchino luci Fabio Bozzetta, direzione allestimento Ronni Bernardi, regia e traduzione di Valerio Binasco, produzione Oblomov Films/Teatro Metastasio Stabile della Toscana con il contributo di Estate teatrale veronese, Comunale di Casalmaggiore, 19 gennaio 2013
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