ALICE CANNONE | “[…] Prima una, due, tre, quattro, da altrettanti alberi/ poi dieci, venti, cento, mille, non si sa di dove,/ pazze di sole; poi tutto un gran coro che aumenta/ d’intonazione e di intensità col calore e col luglio, e/ canta, canta, canta, sui capi, d’attorno,ai piedi/ dei mietitori./ Finisce la mietitura, ma non il coro. Nelle fiere/solitudini sul solleone, pare che tutta la pianura/ canti, e tutti i monti cantino, e tutti i boschi cantino…”
Le cicale – Giosuè Carducci
Sembra doveroso per ogni perfetto gentiluomo che si rispetti, davanti a siffatti scenari geopolitici, interrogarsi sulla strategia vincente da attuare per portare a cena una “grillina” dabbene in età da marito, in modo da garantirsi se non un ammazzacaffè quantomeno la sua “fiducia”, costituzionalmente parlando s’intende.
Il nostro gentiluomo ha il sentore che la scelta del ristorante potrebbe essere sin dal principio più difficile di qualsiasi altra trattativa sulla legge elettorale. Ma infatuato della bella temeraria, che sa affrontare la vita come le intemperie a testa alta al grido di «Chiudete questi c…o di ombrelli!», il nostro gentiluomo non demorderà. Cinese? Una pizza? McDonald? E la riposta sarà sempre quella: un serafico “Decideremo di volta in volta, noi seguiamo le idee!” con tanto di braccia conserte e musettino un po’ arricciato. Nel plausibilissimo caso in cui vogliate smorzare l’atmosfera con una prima uscita di gruppo sappiate che comunque non si scende a compromessi: nel caso di impasse naturalmente sono bandite tutte le coalizioni. Salvo poi riuscire a risolvere la questione con un voto on line dopo essersela tirata un po’.
Ed anche la scelta del menù sarà per il nostro giovane eroe un tribolato cammino, dovendo assecondare la fascinosa grillina in richieste azzardate come carbonarasenzauova, tacossenzaguacamole, pdmenoelle. Sembra quindi doveroso informare il nostro gentiluomo su una infallibile tattica che, all’insegna di un sano cerchiobottismo, eviterà figuracce e renderà felice la sua bella: il nostro gentiluomo l’acqua se la dovrà portare in brocca da casa, sciorinando ad alta voce un pippotto sul danno sociale generato dalle aziende che distribuiscono acqua in bottiglia, salvo poi fare occhiolini e pollice sollevato ai camerieri che finalmente potranno tirare un sospiro per la furia scampata.
Il conto naturalmente sarà alla romana, reduce dell’insindacabile “Uno vale uno!”. Non sperate in gustosi programmi del dopo serata. “Tutti a casa!” vale per i politici fanfaroni quanto per gli amorazzi lumaconi. Ma con un pizzico di infoiata sagacia si può improvvisare un cineforum sui video di Casaleggio, che vale quasi quanto un invito a vedere la collezione di farfalle.
Non ci si stupisce quindi, se alla luce di impervie traversie e lunghi tentennamenti si preferisce ad una grillina la cicala di Esopo.
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