romechamberfoto4 copiaLAURA NOVELLI | Nella situazione di grave crisi in cui versa il sistema cultura di questi tempi, bisogna avere coraggio. E la prima forma di coraggio è quella che guarda al futuro investendo nei giovani. Coltivando i loro talenti. Dando loro occasione di crescita professionale e di visibilità. Sostenendo percorsi di formazione che garantiscano costruttivi approdi artistici: eventi ad hoc verso cui incanalare le loro energie creative. Una mission che il Rome Chamber Music Festival (RCMF) diretto dal violinista statunitense Robert McDuffie persegue dal 2003 e che quest’anno, proprio in occasione dell’importante decennale, acquista ancora maggiore valenza: sono infatti venti i giovani musicisti europei selezionati nell’ambito del progetto “Missione giovani” per essere affiancati in un tirocinio formativo da “coach” di altissimo livello (tra gli altri, lo stesso McDuffie, Lawrence Dutton, Andrea Lucchesini, Gary Hoffman) e per poi esibirsi, insieme proprio ai loro affermati maestri, a Palazzo Barberini durante le serate conclusive della rassegna, che si inaugura il 9 giugno con la Sonata per violino e pianoforte in Do minore, op. 30 n. 2 di Ludwig van Beethoven (McDuffie, violino e Lucchesini, pianoforte). Tra questi venti talentuosi strumentisti del nostro continente, ben otto sono italiani e stupisce la robustezza dei loro curricula, a fronte di un’età in alcuni casi persino adolescenziale (hanno dai quindici ai ventisei anni e suonano il violino, la viola, il violoncello, il clarinetto e il flauto). La fondazione che si occupa di organizzare il festival, diretta da Jacopa Stinchelli, li ha reclutati in diversi conservatori della Penisola, e dopo un’accurata selezione, li ha chiamati ad affrontare questo importante traguardo professionale.
Li potremo ascoltare, nello splendido scenario del Salone Pietro Da Cortona, il 12 e il 13 giugno, quando eseguiranno autori impegnativi quali Mendelssohn, Rossini, Schubert e Schumann.
Il più giovane è un violinista quindicenne, Gennaro Cardaropoli, che studia al Conservatorio di Avellino ma che suona già con importanti orchestre (l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, l’Advanced di Santa Cecilia, la Juvenilia Corde, gli Archi di Roma, il Progetto Orchestra di Vicenza e i Mannheimer Philharmoniker) e che si è esibito anche in Svizzera, Germania, Francia e Stati Uniti.
Claudia Irene Tessaro di anni ne ha 17, ha iniziato a studiare musica all’età di 5 ed è il primo violino dell’Orchestra giovanile del Conservatorio A. Steffani di Castelfranco Veneto. Daniel Palmizio, 26 anni, insegna già al Conservatorio S.Cecilia di Roma, è stato il più giovane violista a vincere il premio S. Carlo di Napoli; mentre Tommaso Pratola (flauto) arriva dal Conservatorio de l’Aquila, pluripremiato nel 2012, partecipa al Rome Chamber Music Festival per la seconda volta.
A questi si aggiungono poi Lorenzo Zanisi (primo clarinetto solista dell’Orchestra Internazionale di Roma), Tommaso Zuccon Ghiotto (violinista ventiquattrenne esibitosi spesso come solista con l’Orchestra sinfonica di Vicenza e con l’Orchestra di Padova) e Matteo Tabbia (violoncellista torinese che nel 2010 è stato il primo italiano a vincere il premio “Alexander & Buono International Competition” di New York).
Insomma, una variegata scuderia di talenti italiani che va sostenuta e incoraggiata. Meritano tutti un plauso particolare per la passione e la determinazione con cui si dedicano alla musica, ma ancor di più merita un plauso lo stesso McDuffie per aver arricchito il suo importante festival di queste promettenti linfe giovanili. D’altronde, il violinista statunitense (virtuoso di estrema sensibilità espressiva che, va detto, possiede il violino più prezioso al mondo, il Guarnieri del Gesù del 1735 “Ex- Ladenburg”, già appartenuto a Paganini) crede così tanto nella formazione da aver fondato nella sua città natale, Aspen, il McDuffen Center for Strings, annesso alla Mercer University.

Foto Enrico RipariIn occasione di un’intervista rilasciata tempo fa ad una rivista statunitense, il direttore del RCMF ha così spiegato il senso e il valore del suo approccio didattico: “In parole povere, il McDuffie Center è un istituto indipendente della Mercer University. Siamo liberamente affiliati al conservatorio, dico liberamente perché ci è stata riconosciuta una sorta di autonomia per inserirci nell’intera università. Il piano di studio che abbiamo predisposto è finalizzato alla formazione di un musicista in grado di lavorare da libero professionista. Non si tratta di una mia presa di posizione ideologica, non mi ritengo così intelligente da dettar legge. Tuttavia, faccio parte del mondo della musica classica, mondo che attualmente affronta un momento di crisi e non sappiamo né come né quando finirà. Inizierà una nuova fase e dobbiamo prepararci ad affrontarla […] E’ possibile approfondire i compositori americani e inglesi studiando per conto proprio, in maniera indipendente. Così, stiamo sostituendo questi corsi con lezioni di microeconomia, psicologia, filosofia, libera impresa, estetica, diritto commerciale e arte oratoria. Lo scopo è quello di preparare i nostri futuri laureati, che hanno un enorme talento, ad affrontare il mondo reale fornendo loro i mezzi per sapere come leggere un contratto o come costituire una fondazione”.
Uno spirito innovativo che McDuffie ha sempre instillato anche nella programmazione del RCMF, accostando autori e stili quanto mai diversi. Anche il carnet delle proposte 2013 risponde a questo desiderio di miscelare ed esplorare nuove frontiere della musica da camera (il programma completo è consultabile nel sito www.romechamberfestival.org), senza trascurare il fascino indiscutibile del “backstage”: dal 6 giugno la Galleria di Palazzo Barberini (custode preziosa di alcuni capolavori di Caravaggio, Raffaello e Guido Reni) sarà aperta al pubblico per permettere di assistere gratuitamente alle prove dei concerti serali. E ovviamente l’invito ad aderire non potrebbe che essere rivolto prima di tutto ai giovani.

Un video dell’edizione dell’anno passato con un’intervista a McDuffie
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