Caleidoscopio SemperMARCO FRADDOSIO | Uno dei meriti di questa iniziativa dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi è quello di promuovere in Francia un piccolo studio di giovani, ancorché talentuosi, architetti italiani, nella speranza di sottrarli all’asfittica situazione italiana.

Gli Startt (acronimo di Studio di Architettura e Trasformazioni Territoriali) avevano già ottenuto la ribalta internazionale, quando vinsero, con il progetto “Whatami”, l’edizione 2011 del concorso YAP (Young Architects Program), organizzato dal MAXXI di Roma e dal MOMAPS1 di New York. In quell’occasione le loro immagini di alti tulipani rossi di vetroresina, svettanti su verdi colline mobili, davanti al noto edificio dell’archistar irachena Zaha Hadid, fecero il giro del mondo, veicolati dai mezzi di comunicazione, e suscitarono un grande interesse.

Questa affermazione ha dato loro la possibilità di entrare in un circuito che si confronta “nella crescente sequenza di appuntamenti e sedi – biennali, triennali, festival, raduni, laboratori eccetera”, e di partecipare “al gran circus dell’innovazione architettonica”, come osserva il curatore della mostra, Pippo Ciorra. In una di queste occasioni, gli Startt sono stati notati dai responsabili dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi, diretto attualmente da Marina Valensise, che li ha dapprima ospitati come artisti residenti, nell’ambito del programma “Le Promesse dell’Arte”, e successivamente ha organizzato la mostra dei loro progetti, con pubblicazione del catalogo, nella cornice dell’allestimento da loro pensato per la sede dell’Istituto.

Gli Startt, che hanno sede a Roma in un’ex-mulino (zona Mandrione), riabilitato e divenuto sede di moltissimi studi e atelier di fotografi, grafici, artisti e architetti che sperimentano da anni forme di co-working, nascono nel 2008 su iniziativa di Simone Capra e Claudio Castaldo, entrambi di Latina ed entrambi provenienti dalle fila di un gruppo ampio e variegato di studenti attivi all’interno della Facoltà di Architettura dell’Università di Roma Tre. Nel corso degli anni si sono uniti allo studio anche Francesco Colangeli e Dario Scaravelli, mentre per molti progetti si sono avvalsi della collaborazione di Andrea Valentini, Claudio Malaspina e Davide Piersanti, interessanti freelance.

allestimento STARTT a ICIFI progetti esposti sono impreziositi dall’allestimento che i ragazzi hanno chiamato “Profondo Rossi v/s Superclassico”, che, come affermano nel catalogo, è giocato sul rapporto tra “un paesaggio componibile e uno spazio eccezionale. Il tipo e il monumento… Aldo Rossi e Superstudio, l’Architettura della città e l’Architettura Radicale”. Esso consiste in elementi minimali componibili secondo giochi concettuali, in curvi leggii che seguono le pareti e nella riprogettazione del sistema palco con lo schermo delle proiezioni a scomparsa.

Gli Startt sembrano assumere una forma di “impegno ludico” nei confronti dei temi dell’ormai inattuale dibattito dell’architettura dell’ultimo Novecento, che si alimentava di differenti idee trasformative “in termini progressivi”, utilizzando a loro piacimento quel corpus teorico-progettuale come una “cassetta di attrezzi” da cui estrarre frammenti “finalmente liberi per essere reinterpretati, usati e ibridati”.

Nel progetto “Il Caleidoscopio di Semper”, si lavora sulla pelle di un edificio nel centro di Latina, sede degli ex magazzini Porfiri, per farne un grande negozio di vestiti, con dei servizi di intrattenimento anche culturale. Il progetto è bloccato per un paradosso burocratico, in quanto la pianificazione regionale non ne permette la realizzazione, divergendo dal piano regolatore comunale. Il lavorio sulla pelle ha come risultato un elegante maquillage, una cortina esterna di mattoni tradizionali che formano una rete perforata, che oltre a essere un omaggio delle riflessioni di Semper (architetto nato ad Amburgo nel 1803), deve molto alle sperimentazione di Herzog e de Meuron, importanti architetti svizzeri contemporanei, maestri nel ripensare il tema della facciata.

Astrapae è un altro interessante progetto non realizzato, in cui emerge il portato di una tradizione architettonica appresa dal loro maestro Alessandro Anselmi. Piani inclinati e linee spezzate servono a raccordare i livelli, e il risultato è un perfetto inserimento nel contesto, per un dispositivo architettonico smaliziato e attraente.

E’ da segnalare, e questa è una news del loro sito, la vittoria di un altro concorso con un progetto in mostra a Parigi, questa volta per la riqualificazione urbana di un complesso storico a Lugo di Romagna (Ravenna). Anche in questo caso, il nome del progetto ha un riferimento colto: “Omaggio a Luigi Ghirri”. L’uso citazionistico della storia o di una tradizione rappresenta la cifra concettuale ereditata da una passata stagione culturale, che loro usano con grande freschezza di sguardo e sapienza costruttiva. Gli architetti sottolineano che “le tracce dei sedimenti della storia” e i nuovi segni sono portati alla luce e coesistono su “un piano astratto in terra stabilizzata”, inciso “come nella tecnica del graffito” secondo la regola del cardo e del decumano, e “nuove incisioni nella terra modellano leggere increspature del piano per creare ambienti morbidi adatti al relax e al tempo libero sotto le alberature”. Non manca il “ready-made dada che completa la composizione” con una pedana performabile per eventi: da Ghirri a Duchamp alle centuriazioni romane.

Il curatore della mostra “Future Architecture e[s]t paysage”, mette bene in evidenza la loro capacità di affrontare diverse scale di intervento “con uno sguardo in parte spontaneo, in parte scaltro e consapevole”, e di “zigzagare tra design, architettura, arte, paesaggio e urbanistica”.

Zigzagando anche nella storia, nel pensiero, tra nessi concettuali decontestualizzati e nel mondo delle “immagini” in cui siamo immersi, da cui estrapolano frammenti e suggestioni che assumono nuova significazione nel loro metodo progettuale, una sorta di “gaia erranza” (citando Tafuri) che  viene declinata operativamente dagli Startt con appropriatezza ai contesti e ai luoghi, tramite uno scatto immaginativo che aggiunge un surplus di innovazione e nuovi orizzonti semantici.

Nel pensare un’altro futuro per l’architettura e il paesaggio, gli Startt stanno scommettendo sul loro futuro, mostrando una agguerrita ambizione a sfondare i confini regionali per raggiungere i luoghi internazionali del confronto e della decisione politica, continuando ad investire su se stessi, confortati dai risultati concreti che, dopo circa cinque anni di attività, si iniziano ad intravedere.

Il video sull’allestimento della mostra  a Parigi

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