ALESSANDRO GUALANDRIS | Il mondo del fumetto italiano regala spesso autori capaci di dare vita a una mondo personale ed artisticamente alto. La Graphic Novel, termine ormai abusato, riguadagna la sua autorialità attraverso un lavoro di crescita mai interrotta.
Abbiamo avuto la fortuna d’incontrare uno di questi, Paolo Bacilieri, in occasione della serata Sound and Vision, tenutasi al Bloom di Mezzago, storico locale della Lombardia, sempre attento alle nuove creatività e alle sperimentazioni. L’evento univa la musica dei Dorian Gray, famoso gruppo sardo degli anni 90, all’arte visiva del fumettista Bacilieri.
Siamo riusciti, prima dello spettacolo, ad avere una chiacchierata con l’autore, durante la quale si è discorso piacevolmente di arte, musica e fumetto.
Paolo, nel corso della tua carriera artistica ti sei spesso cimentato con diverse forme d’arte, come si arriva ad un matrimonio tra illustrazione e musica?
In verità non è la prima volta che mi capita. Già al MIAMI due anni fa, al Forum di Assago avevo approcciato con un evento simile. In verità per un fumettista, che fa un lavoro molto solitario e spesso chiuso nelle quattro mura di casa sua o del suo studio è come una libera uscita. Non una fuga, perché altrimenti non sarei soddisfatto di ciò che faccio, ma di un’evasione in un mondo che spesso offre stimoli diversi, come quello della musica. A volte è difficile, soprattutto per una persona timida come me, doversi ingegnare in tempo reale su cosa proporre e rischi di avere un blocco da prestazione. Una sorta di Parkinson alle mani. Ma poi ti liberi e disegni seguendo la musica.
Ritornando alla tua formazione artistica, sei un autore dallo stile molto variegato, capace di incorporare diversi influssi ma rimanendo molto personale e autorale: che percorso hai fatto?
Nel 1982, durante la prima edizione di Lucca Comics (Lucca Comics è una tra le convention di fumetti più importante d’Europa, nda) Karel Thole, copertinista storico di Urania, mi disse “L’importante è che tu difenda il tuo metro quadrato”. Non ho mai seguito il suo consiglio. Da nomade del fumetto ho sempre viaggiato attraverso gli stili e credo che questa cosa mi abbia aiutato ad avere un metodo eterogeneo.
Infatti, agganciandomi al tuo pensiero, le tue tavole spesso necessitano di un’attenzione particolare, non basta sfogliarle, ci si deve soffermare, donando il giusto tempo al lettore per apprezzare il lavoro dell’artista.
Il mio lavoro mi permette d’affrontare diverse tipologie di tavole. Lavorare con la Bonelli mi ha permesso di realizzare tavole dove l’importante è la sintesi, senza creare troppe distrazioni visive che spostino l’attenzione dalla narrazione. Invece con i miei lavori più personali, per esempio con Zeno Porno, ho potuto cimentarmi con un tipo di fumetto più lento, che offra diverse soluzioni grafiche molto più stratificate. La tavola non si ferma al primo impatto ma necessita di un’attenzione più profonda.
Paolo, come sta il fumetto italiano?
C’è una lenta discesa, ma anche una sostanziale trasformazione. Bisogna distinguere i vari campi. Con il passaggio sempre più diretto tra la carta e il digitale, molte case devono adattarsi al nuovo che avanza e spesso per un artista non è facile vedere il proprio lavoro abitualmente stampato trasformato in un formato diverso da quello conosciuto, anche se tuttavia diventa affascinante potersi cimentare anche con quello. Inoltre molti lavori dall’edicola abituale in cui si potevano acquistare, adesso arrivano in libreria o nelle fumetterie specializzate, dando una dimensione diversa dal formato canonico. Abbiamo una forte tradizione classicista che ci permette di far emergere tanti bravissimi nuovi autori. Per citarne uno vi segnalo Piero Macola, che lavora tanto all’estero e che merita un occhio di riguardo.
Libreria, quindi il libro a fumetti. Cosa offre all’autore questa dimensione, rispetto alle serie regolari?
Il libro a fumetti è una dimensione fantastica. Permette di poter produrre opere diverse, personali ma mantiene la visibilità necessaria per l’opera d’arte che racchiude. E’ sicuramente un mondo che può sembrare di nicchia ma che invece ci da la possibilità di esprimerci con più libertà e passione, mantenendo una diffusione notevole. Certi lavori poi diventano una vera e propria fatica. Per esempio sono molto felice di aver portato a compimento Sweet Salgari, che ho completato nell’arco di 4/5 anni ma che ha alle spalle un progetto di quasi dieci. Ovviamente figlio di una ricerca non indifferente riguardando un autore vasto come Emilio Salgari.
Progetti per il futuro prossimo?
Sto completando uno speciale di Dampyr per la Bonelli, che vedrà la luce in autunno e sto pensando ad un libro a fumetti che raccolga molte delle mie storie brevi, avendo come fil rouge la storia del cruciverba. Spero di poterlo portare a Lucca a novembre, ma sarà molto difficile.
Salutiamo qui Paolo Bacilieri. Vi consigliamo di recuperare i suoi libri, soprattutto il bellissimo Sweet Salgari. Le foto che vedete allegate all’articolo sono tratte dalla serata al Bloom.
Mi è piaciuta la definizione di “essere in libera uscita… in casa”
quando lavori da solo a volte ti senti proprio evadere