ANDREA BALESTRI | OGGETTO: Pensieri su Pitecus, di Antonio Rezza
DOVE: Villa Schiff a Montignoso (MS), all’interno della rassegna Lunatica Festival
QUANDO: 2 agosto 2013
AUTORI: Antonio Rezza, classe 1965, è “il più grande performer vivente senza ombra di dubbio”, come lui stesso si definisce e, chi scrive, non può dargli torto. Flavia Mastrella, scultrice e regista, regala a Rezza le sue creazioni, degli “habitat” in cui il performer mette il suo corpo e il suo volto e intorno ai quali costruisce i vari segmenti dello spettacolo. La coppia lavora insieme da 25 anni e recentemente hanno vinto il Premio Hystrio Altre Muse.
CONCEZIONE: La lista di personaggi che Antonio Rezza ci presenta è immensa, va da Giovanna d’Arco a un progettista di barriere architettoniche, dal misantropo Gidio ai quattro evangelisti. Questo ampio campione di umanità grottesca è interpretata con un’ancor più ampia gamma di espressioni e voci che emergono dalle lacerazioni degli habitat disegnati da Mastrella. Lo spettacolo ha debuttato nel 1985, ma, avendo un apparato scenografico molto “leggero” e mantenendo immutata la sua efficacia, RezzaMastrella lo porta ancora in tour. Però se ne percepisce l’età: in confronto agli spettacoli più recenti questo “è preistoria”, come dice lo stesso Rezza, anche durante la recita.
TROVATE: Spesso Rezza abbandona i personaggi per rivolgersi al pubblico, spesso mortificandolo (“Per me sei solo 12€ che camminano”) o minacciandolo (“Ridi bambino, che prima o poi i tuoi genitori moriranno”). È una formula che ricorre sempre uguale nel teatro rezziano, ormai quasi fondativa, ma strappa sempre risate e applausi.
Ma la vera trovata, in questa particolare recita, gli è offerta dalla musica che proviene dalla vicina festa del Partito Democratico. Inizialmente fa capire che gli è stato assicurato che il rumore non ci sarebbe stato e che aspetterà il silenzio prima di iniziare lo spettacolo; a un certo punto addirittura si interrompe, ma per poco. Avrebbe ragione a protestare, ma usa questo capriccio come pretesto da tirar fuori nei momenti più inaspettati, creando momenti di improvvisazione esilaranti, al di là delle invettive contro il pubblico.
Prima dell’inizio dello spettacolo è stata trasmessa anche una puntata di Troppolitani, un programma tv di Rezza e Mastrella che andava in onda su Rai3 più di dieci anni fa.
PUBBLICO: Il linguaggio comico su cui si basa lo spettacolo permette di trasformare gli spettatori in vittime e di trattarli come un pubblico che non capisce niente. Questo meccanismo satirico ha una lunga tradizione, ed è tuttora molto diffuso, ma Rezza è particolarmente esperto, e lo porta a livelli esilaranti. Durante l’interruzione dello spettacolo c’è stato anche uno scambio di battute tra uno spettatore –che accusava Rezza di essere presuntuoso- e l’artista stesso, che ha deciso di andare avanti lo stesso, ma solo dopo avergli dato del “coglione”.
Gli applausi sono frequenti, ma, come fa notare l’artista, raramente coincidono con la fine degli sketch. Chi va a vedere Antonio Rezza sa cosa aspettarsi e prova piacere anche nell’essere mortificato.
FOTO: Di seguito, cliccando sull’immagine, è possibile accedere allo slideshow dello spettacolo di Antonio Rezza, visto dalla macchina fotografica di Valentina Pierucci (sua anche la prima in alto)