Cendrillon_MiKanei_ DVizcayo� Olivier Houeix_01ANTONELLA POLI | C’era una volta….Il fascino della favola di Cenerentola scritta nel 1697 da Charles Perrault e dai Fratelli Grimm perdura e rivive ancora oggi a conferma che antiche novelle possono ancora suscitare l’interesse dei più grandi coreografi e musicisti.

La prima messa in scena sotto forma di balletto é datata 1945 e fu firmata da Rotislav Zakharov. Poi fu la volta di Nureyev, con la sua rilettura moderna in cui Cenerentola diviene una star del cinema, in seguito la grottesca versione di Maguy Marin ove bambole alla Botero calcavano la scena e in ultimo Pontus Lindberg, giovane coreografo norvegese che affronta la storia con un linguaggio contemporaneo ma con un finale borghese.

Nel 2013 é Thierry Malandain, direttore del centro coreografico di Biarritz che ci regala la sua Cenerentola, presentata già in Spagna à St. Sebastien e in Francia all’Opéra di Versailles.

Il coreografo, come lui stesso afferma, non si sentiva pronto a soddisfare la richiesta dell’Opéra di Versailles che gli aveva proposto questa nuova creazione. Il declic é venuto grazie alla citazione tratta dal Cosi parlo Zarathustra di Nietzsche, « bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante ».

E in effetti lo spirito del filosofo tedesco ha ben ispirato Thierry Malandain che é riuscito a fare con la sua compagnia di venti danzatori un lavoro impeccabile. La coreografia é semplice e intensa e il suo stile neoclassico, molto elegante e ricco di spunti originali che sorprendono, mettono in valore le qualità del personaggio femminile che vive il suo sogno fine alla fine divenendo realtà.

Il coreografo si rivela ancora una volta dotato di grande musicalità : ogni passo segue perfettamente lo spartito di Prokofiev ed é proprio la coreografia molto brillante a metterne in risalto la musica, a volte ripetitiva nel tema.

3-Cendrillon_Malandain Ballet Biarritz� Olivier Houeix_11Ci sembra evidente che questa creazione acquisti per Malandain un significato particolare sentendosi qui infatti libero di mettere in scena ció che gli interessa di più da un punto di vista artistico : la purezza delle linee, la costruzione dei duo, la rappresentazione dei sentimenti. E ci riesce benissimo con grande padronanza e mostrando una profonda sensibilità grazie anche alle capacità degli artisti in scena e in particolare di Miyuki Kanei e Daniel Vizcajo, coppia che balla con grande leggerezza facendo sognare il pubblico. Da non dimenticare la scenografia che non cambia mai durante lo spettacolo: decine di scarpe da donna nere con tacchi alti e tutte uguali, sospese lungo fili che discendono dal soffitto del palcoscenico lungo le tre pareti del palcoscenico. Il loro effetto ottico é sorprendente dato che vedendole da lontano si ha l’impressione di trovarsi di fronte a un volo di rondini.

Questa atmosfera aerea pervade tutto il balletto, non si avverte mai a fondo la gelosia o la superbia delle sorellastre o della matrigna che danza con l’ausilio di due stampelle. Al contrario, l’interpretazione di questi personaggi interpretati da tre danzatori calvi sono carica di ironia. E il finale é a sorpresa: i danzatori salutano il pubblico sulle ultime misure della partizione: un’idea di riempimento della musica che poteva essere troppo lunga o una scelta ragionata? In ogni caso Malandain vince la sfida e afferma ancora una volta di più il suo stile coreografico limpido che nulla toglie ai linguaggi contemporanei a volte troppo oscuri e incomprensibili. Da non perdere quindi al teatro Romano di Verona il 22, 23 e 24 agosto prossimi.

Foto Olivier Houeix

UN VIDEO DELLO SPETTACOLO AL LINK SEGUENTE

Cendrillon par Thierry Malandain à Versailles