MARAT | “Marat, che facciamo oggi?”
“A Milano non c’è un’anima. Che ne dici di presentare tizio al festival senonseihipsterpuoianchestareacasa?”
“E chi è?”
“Non è male. Dieci anni che fa teatro, l’ultimo lavoro mi ha emozionato”.
“È quello che ha fatto quella cosa in tv?”
“Quale?”
“Non so, mi ricorda qualcosa”
“Credo non abbia la tv nemmeno a casa”
“Uhm… Come hai detto che si chiama che ne parlo col direttore?”
“Tizio”.
“Pizio?”
“No, tizio. Ma non ti è arrivato il comunicato? La bionda dell’ufficio stampa ne manda uno ogni due ore”
“Ma è quello che fa quella cosa con quelli che mangiano?”
“Gente che mangia?”
“Sì, tipo che ti fa ridere mentre ti fa la lasagna, presente?”
“…”
“Deve essere un altro. Ma dov’è, a Sesto?”
“No, al festival senonseihipsterpuoianchestareacasa, l’abbiamo presentato in apertura la scorsa settimana”
“Ma secondo te da Milano ci vanno?”
“Boh, me lo auguro”
“Non so. Sai Marat è estate, questa roba intellettuale. Se riprendessimo invece quell’idea di sentire Gianfranco D’Angelo sui suoi progetti per la prossima stagione? Gli anni Ottanta funzionano bene”.
“Il Tenerone?”
“Massì, una cosa un po’ brillante, balneare”.
“Perché non Tinì Cansino?”
“Sì, cose così. Poi con te la gente parla”
“E con tizio che facciamo?”
“Io comunque ne parlo al direttore. Sai che se fosse per me… Ti chiamo dopo la riunione”
Vita (redazionale) vissuta. Ogni giorno fingo che tizio mi interessi più d’ogni altra cosa al mondo. Che le scelte non vengano fatte in base alle foto, alle amicizie, alla pigrizia. E intanto mi racconto che questa sia anche una sorta di battaglia per il bello, per l’arte, per il nuovo. Ma la prossima che mi chiama per parlarmi dell’imprescindibile poeta in dialetto comasco che legge i Promessi Sposi in culonia e poi si sorprende che non sia in pagina… beh, sai che c’è? Che io con la Tinì mi ci farei pure la foto insieme, come i pizzaioli. Dopo averle domandato se preferisce dormire nuda o con un pigiama da uomo. Cose così. Da Lavoro Culturale. E speriamo che Bianciardi non mi senta.
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