ElegieGIULIA MURONI | Fuori dalla crisi con uno sguardo verso l’esterno che oltrepassi gli orizzonti stagnanti e i tavoli da gioco protetti dai confini del territorio. La formula di Gigi Cristoforetti, direttore artistico del Torinodanza Festival, si esprime in una trasformazione dell’identità del festival nell’ottica di un progetto dal respiro europeo.  Le numerose collaborazioni e la speciale connessione con Lyon hanno creato un terreno solido su cui costruire un comune sentire sociale e artistico. L’inaugurazione di venerdì 13 alle Fonderie Limone a Moncalieri si è articolata in due parti: lo spettacolo dell’italiano Emio Greco e “Elégie” del francese Olivier Dubois, entrambi messi in scena dal Balletto di Marsiglia.
Il coreografo pugliese, insieme a Pieter C. Scholten, ha lavorato in occasione di Marsiglia Capitale Europea e “Double points: Extremalism” e mostra a più riprese e con differenti linguaggi la città francese. Il pubblico in sala è accolto dalla proiezione di fotografie di scorci differenti della città, sulle note della Marsigliese. La presenza dei danzatori e dello stesso coreografo nelle immagini va a sostituirsi alla presenza concreta, carnale dei performer che animano la scena con una danza ricca e rigorosa. Un piano cadenzato di luci e ombre, il tappeto sonoro con la Marsigliese originale e reinterpretata, le chitarre elettriche, le dissonanze dell’organo, i costumi bianco cangiante e le giacche preziose sono i tasselli di un  racconto scrupoloso che non affida nulla al caso. I movimenti degli interpreti, di solida formazione classica, vengono sfrondati da ogni lirismo e leziosità ballettistica per formare un codice puro e asciutto, nell’ottica di un ritorno ai valori propri della coreografia, che sembra rivendicare la sua completa autonomia su ogni linguaggio.  Questa costruzione formale del movimento ha l’intento dichiarato di indagare l’esperienza della carne con rigore minimale, da cui il titolo “Extremalism”.

Olivier Dubois, da gennaio direttore del Centre Chorégraphique National di Roubaix, si è ispirato alle elegie di Rilke per la sua creazione intimista e melancolica. “Elégie” è guidato da un’intuizione portata con coerenza fino alla fine. La scena si svolge dentro gli assi di una scenografia-gabbia . Avvolta nell’oscurità emerge una figura seminuda che si dimena su dei corpi, nascosti per intero. Sagome che, come un organismo unico, si plasmano in forme mutevoli, per attaccare e sostenere il corpo che li cavalca. Un fascio di luce dall’alto illumina le movenze del performer che si barcamena nel mare di corpi in tempesta.  Da principio è un danzatore ad avere questo ruolo, ma lo spettacolo si riavvolge su se stesso e inizia nuovamente. Questa volta però è un corpo femminile a subire-agire la calca informe dei corpi. Se da una parte la dinamica di genere sembra dare dei significati differenti a quel medesimo ruolo, d’altro canto il pubblico sembra avvertire una certa insofferenza per la durata dello spettacolo. Ciononostante gli interpreti del Balletto di Marsiglia hanno ricevuto un riscontro assai caloroso in termini di applausi.

L’edizione 2013 di Torinodanza parte con due spettacoli pregevoli, in cui la centralità del linguaggio dettato dai corpi ha evocato atmosfere molto differenti: se il primo si è delineato come un’astratta evocazione di Marsiglia, l’altro ha dato vita a un racconto angosciante e monocorde con un’eco biblica di sottofondo. Forse non è stato a nostro parere l’inizio “cangiante” auspicato, per via dello spessore formale e a tratti scarsamente intellegibile delle due proposte, ma comunque un’apertura che lascia intuire il tentativo di proporre ragionamenti robusti sul ruolo della proposta coreografico-coreutica nel nostro tempo.

Un video su DOUBLE POINTS: EXTREMALISM – Greco / C. Sholten
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ÉLÉGIE – Olivier Dubois | Ballet National de Marseille
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