COSIMA PAGANINI | Io vado a teatro spesso. L’ultimo spettacolo che mi è veramente piaciuto ed è stato importante per me l’ho visto nel 2004. Da allora tanti spettacoli perdibili, interessanti, ruffiani, ridicoli, carini, brutti. Continuo ad andare a teatro per lo stesso motivo per cui a quelli come me piacciono: i lari frustrati, i lapi gessati e i papi passati (e rivalutati), pechino express, le formine dei dolci e le mele smozzicate, la ‘cultura’ discauntica, l’oroscopo dell’internazionale, mad man, breaking bad, l’uovo (strapazzato e non), il “qui e se non ora”, il teatro d’arte pertuttiperpochi, il performativo, i cancelletti e le fortezze vuote o in compagnia, le strade secondarie e i sentieri interrotti dei perplessi.
In fondo non siamo altro che masochisti egocentrici o sadici vigliacchi.
E così ho risposto alla domanda.
Qualche riferimento in ordine sparso: Maimonide, Angelini, Heidegger, Gilligan, Grassi, Elkann, Twain, Bettelheim, Cléry, Weiner, Parodi, Boninsegna, Mancuso
Perfetta una delle categorie in cui è stato archiviato questo post: “pensieri oscenici”.
RoBorg