RENZO FRANCABANDERA | Era dalla performance al Dance Base durante il Festival di Edimburgo del 2010 che non incontravo Pere Faura, uno dei più allegri e istrionici “animali da palcoscenico” incrociato in questi anni.
Fautore di un’arte accessibile ma intrigante, il giovane danzatore performer, formatosi ad Amsterdam e ora tornato a Barcellona, si fa interprete di un linguaggio in cui la multimedialità e l’interazione con il pubblico condiscono momenti spettacolari al passo con il linguaggio e i segni del contemporaneo, con gli equivoci e le allitterazioni, le metonimie e i controsensi del nostro tempo.
Il lavoro proposto di recente a Contemporanea Prato indaga uno spazio di ricerca particolarmente vicino alle questioni di significante e significato a cui PAC ha deciso, con leggerezza, di votarsi. Abbiamo quindi incontrato, nella video intervista che proponiamo oggi e registrata a Prato, sia Pere Faura che Iñaki Alvarez, coautore dell’ultima proposta in tournèe in Europa, Diari d’Accions.
Ma davvero viviamo in un mondo a senso unico? C’è ancora spazio per il doppio senso, o per l’inversione di marcia?
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