6COSIMA PAGANINI| Mioddio è successo! Ho visto uno spettacolo e mi è piaciuto.

La pace perpetua di Juan Mayorga, e di Immanuel Kant, ma anche di Jacopo Gassmann e di Pippo Cangiano, Enzo Curcurù, Giampiero Judica, Davide Lorino e Danilo Nigrelli, ha operato un piccolo smottamento nel mio cuore di pietra.  

Ci sono tre cani in una gabbia trasparente. Devono superare tre prove (come Tamino del Flauto magico rievocato dalla musica che ogni tanto irrompe e disturba il terzetto). C’è anche, fuori dalla gabbia, un cane vecchio: mentore e giudice nello stesso tempo. Non conserverà per molto il comando nella squadra antiterrorismo. Insieme all’Uomo dovrà decidere chi dei tre  sarà ammesso a far parte della squadra. L’uomo non ha un nome e tace per tre quarti dello spettacolo. I cani hanno un nome che, seppur imposto, li definisce. Il giudice si chiama Cassius e i concorrenti Odìn, John-John e Immanuel (come Kant).

La pace perpetua è uno spettacolo semplice semplice, senza trucchi, senza citazioni criptiche. Uno spettacolo classico, antico e luminoso. Scorre per 80 minuti tra momenti comici (John-John, il cane più giovane, alle prese con Pascal e l’esistenza di dio è esilarante e ricorda il personaggio di Kevin Kline in “Un pesce di nome Wanda”) e l’incombente “sapere aude” kantiano. Il regista sceglie di  restare un po’ nascosto e di mettersi al servizio del testo e dei bravi attori. I temi sono potenti e possono scivolare via se non li si possiede. Il meglio è nemico del bene. Sono queste parole di Shakespeare che risuonano nella mia mente mentre assisto alle ultime scene dello spettacolo. Ognuno dei protagonisti de La pace perpetua ha una diversa idea di Bene. Il bene è il proprio benessere (Odìn), il bene è il dovere (John-John) e il Bene è scegliere di restare umano seguendo la ragione guidata dal cuore (Immanuel). Quale bene sta scegliendo ognuno di noi?

Infine, al momento degli applausi penso: nessuna bellezza salverà il mondo. Neanche la scelta dettata solo dal cuore, tanto auspicata dall’Uomo. Forse il mondo non si salverà. E se ci fosse una minima possibilità sarà data dalle molte scelte individuali di quelli che non verranno a compromessi con la propria umanità. Non si combatte il male con i suoi stessi mezzi. L’unica flebile possibilità di salvezza, anche se tragica, è data dalla non opposizione al male con il male.

Pillole di filosofia, un compendio della filosofia morale da Pascal, attraverso Hobbes fino a Kant: ha detto qualcuno seduto dietro di me.  Forse è così ma questo genere di pillola va giù anche senza zucchero. 

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