RENZO FRANCABANDERA | Chi l’ha vista immersa nella luce rosa artificiale che permea la scena di Zelda, fra luci e profumo di rosa volutamente troppo intenso ha potuto respirare la follia, il desiderio. La vita.
Con Vita e morte di Zelda Fitzgerald la Compagnia della Magnolia, interessante sodalizio artistico piemontese attivo da molti anni ormai, ha riportato alla dimensione d’attrice la Cerruti, da tempo più impegnata nelle regie che in scena. Ed è un ritorno positivo e vivo per uno monologo in cui per un’ora il pubblico tiene lo sguardo fisso nella maschera di Giorgia Cerruti, e lei lo tiene incollato raccontando una vicenda originale, quella della moglie di Scott Fitzgerald, straordinaria e libera interprete di un tempo che ha segnato davvero in modo ineguagliato un cambiamento in quasi tutti i linguaggi dell’arte.
Un anno importante e di grande progettualità il 2015 per la Compagnia della Magnolia e la loro residenza di Avigliana: dal ritorno di Zelda, prossimamente a Cagliari (il 7 novembre), la ripresa di Atridi e sopratutto l’esperienza dell’anno scorso del Festival Primavera d’Europa che PAC ha seguito molto da vicino.
E’ proprio a conclusione del festival che è stata registrata l’intervista che completa questo articolo. Un’intervista in cui la Cerruti declina in modo implicito il suo credo teatrale, condensato poi in tutte queste esperienze insieme.