FILIPPA ILARDO | Corpi muscolosi che assecondano il flusso dei movimenti in una scrittura coreografica pittorica che usa linee sinuose, serpeggianti, flessuose. Lo spettacolo Fantasia 2.0, del coreografo italo-africano Mvula Sungani e della sua Compagnia, lo scorso 5 Dicembre, ha aperto la Stagione del Teatro Garibaldi di Enna, diretta, per il secondo anno consecutivo, dal cantautore Mario Incudine. Geometrie di corpi che diventano figure, figure che si trasformano, si sciolgono, si intrecciano, esplodono in torsioni e diagonali, sfidano la gravità, si scompongono in una varietà infinita di simmetrie.
L’interrogativo che sorge però alla visione dello spettacolo è se possiamo o meno ritenerci soddisfatti dal puro compiacimento per le straordinarie abilità e qualità atletiche degli artisti in scena, in particolare di Emanuela Bianchini e per le coreografie acrobatiche di Mvula Sungani, nel suo stile energico e fluido, musicale, elastico. Non è che ci si aspetti da uno spettacolo di danza -di per sé arte astratta e che al puro livello motorio è già carico di epifanie e significati- un contenuto esplicito: la danza è in grado di essere arte per sé, forma autonoma, eidos, corpo che si rivela, si oltrepassa, forza dionisiaca che ci rivela il caos, ed è tale anche quando è slegata da qualsiasi elemento narrativo o riferimento extra-testuale. Mettendoci quindi al riparo da ogni banale separazione tra forma e contenuto, ci tocca interrogarci su uno spettacolo costruito seguendo l’andamento di singoli brani musicali, non troppo ricercati, anche se confezionato con estrema cura per la figura umana, valorizzata da elegantissimi effetti di luce.
Virtuosismo e spettacolarità hanno la meglio in questa pièce che ha la pecca di essere concepita come susseguirsi di mini-esibizioni, o numeri senza nessun legame tra loro. Mischiando esercizi ginnico-circensi, danza moderna, ritmi tribali, viene a mancare una concezione unitaria del testo spettacolare, un’espressività, che sappia sfruttare, oltre alla musica, anche le pause, i passaggi, il senso del ritmo, ma anche del silenzio. La perfezione tecnica rimane insomma esteriore, lo spettacolo non è in grado di comunicare altro che la perfezione dei numeri che così ci sembrano rimanere nell’ambito del circense. Se il contenuto si esaurisce esclusivamente nella forma, allora l’opera d’arte non ha più nulla da dirci, così direbbe il teorico dell’arte Adorno e noi con lui.
Compagnia Mvula Sungani Physical Dance
Etoile Emanuela Bianchini
Regia e Coreografie Mvula Sungani
Musiche AA.VV.
Costumi Giuseppe Tramontano
5 Dicembre Teatro Garibaldi Enna