Angeli e Demoni @ Chiara Ferrin
Angeli e Demoni @ Chiara Ferrin

MATTEO BRIGHENTI | Corpi, corpi stesi sulla sabbia, corpi a perdita d’occhio, onde immobili di un mare che non ha più lacrime. Il petto nudo, le gambe aperte in pantaloni corti e stazzonati, tenuti su con lo spago, la faccia coperta come si fa con i morti di morte violenta. Solo un uomo è in piedi, un muezzin che ha fatto dell’oscurità il suo minareto: salmodia “Allāhu Akbar”, “Dio è grande”. In fondo e in alto, sul palcoscenico, due donne ritmano pesantemente su due tamburi un invito al risveglio, alla forza, alla rivolta. Gli Angeli e Demoni del Teatro dei Venti sono uomini che riemergono dalle viscere del tempo, asce di guerra disseppellite da occhi smarriti: ognuno si alza con il suo andamento che diventa suono, gesto, linguaggio comune a tutti. La tragedia non è che esiste il destino, è non trovare il coraggio di resistergli e combattere per un destino migliore.
La scena è una spiaggia di richiedenti asilo emotivo. Sono i detenuti e gli internati della Casa di reclusione di Castelfranco Emilia e della Casa circondariale di Modena. Il progetto, infatti, è promosso dal Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna, con la richiesta di lavorare su La Gerusalemme liberata, a cui partecipano anche gli studenti della V superiore dello Spallanzani di Castelfranco Emilia e la compagnia del Teatro dei Venti. L’opera del Tasso per il regista Stefano Tè è l’occasione di spingersi sul labile confine tra bene e male, e guardare in entrambi gli abissi, essendone ri-guardato a sua volta, come ben spiega Giulio Sonno su Paper street.
La battaglia tra ‘Angeli e Demoni’, i cristiani e musulmani del testo di partenza, è un incontro di suggestioni che procede per fermi immagine, una successione di quadri di perdizione e resurrezione sottolineati e scanditi dall’uscita dal buio alla luce, e viceversa. Gli attori-detenuti, ma bisognerebbe dire semplicemente attori, rispettando quando detto per gli attori ‘sensibili’ di Lenz Fondazione (il teatro è l’eterna sfida del presente per riscattarsi dal passato), sono senza infingimenti, la pelle tatuata, gli occhi fieri e timorosi. Chiedono aiuto, muti, con la sabbia che gli scivola tra le mani. Una volta in carcere, ci ha raccontato Tè, un detenuto per protesta si è cucito la bocca: si capisce allora che Angeli e Demoni è epica della realtà, ci riporta a vite che ci accadono vicino, ma qui non possiamo guardare e passare, dobbiamo guardare e restare.

Foto di Chiara Ferrin
Foto di Chiara Ferrin

Un momento dopo si asciugano le labbra riarse con la rena e poi arrivano gli studenti, calmi, lenti, con delle tazze di metallo in mano, e danno a ognuno qualche dito d’acqua. Sono ragazzi e hanno una gentilezza di latte e scarpe da ginnastica. Conducono le sofferenze di questi uomini sperduti in un luogo ‘altro’ dall’odio, dal terrore di questa spiaggia senza mare dove non c’è un attimo di pace, quiete, serenità.
Se dal loro incontro nascono le frasi della partitura scenica, le attrici del Teatro dei Venti ne sono la punteggiatura: non tutte le creazioni hanno uguale potenza visiva, eppure la convinzione non cala mai e il vigore e la tensione nemmeno. Nella messinscena Angeli e Demoni sconta quindi l’articolazione del progetto, con  le energie e risorse concentrate e concertate unicamente nei momenti di residenza: nel febbraio 2015 alla Corte ospitale di Rubiera, Reggio Emilia, nel giugno 2015 al Teatro delle Passioni di Modena e l’ultima, di nuovo alla Corte Ospitale, nel gennaio di quest’anno, con l’obiettivo del debutto in prima nazionale al Teatro Herberia di Rubiera.
L’ascolto e lo scambio tra i tre gruppi ci sono stati e si vedono, ma alcuni passaggi di stati d’animo e situazione non sono fluidi e lineari, la costruzione per stare in piedi ha bisogno ancora delle impalcature (ad esempio, un uso didascalico della musica, Marilyn Manson, The Cranberries, Šostakovič, a sottolineare circostanze e coloriture emozionali). Ostacoli, inciampi da cui Stefano Tè e Compagnia si devono rialzare, se è vero che il Teatro dei Venti vuole essere rappresentato da e in questa formula sulle assi del palcoscenico, e un domani anche negli spettacoli in strada, nelle piazze e negli spazi della vita quotidiana.
Il passo è comunque di quelli che, attraverso la formazione artistica, fanno incontrare la volontà e l’opportunità con un futuro di crescita individuale e collettiva: in scena, poco prima della fine, i ragazzi chiudono di sabbia le palpebre degli attori e raccolgono in eredità i loro movimenti, nella sorpresa di scoprirsi adulti tra gli adulti.
E poi gli Angeli e Demoni prendono gli applausi tutti insieme, abbracciati.

Angeli e Demoni
Uno spettacolo su La Gerusalemme liberata
con Maria Albamonte, Luca Arnaldo Alduzzi, Nicola Azzali, Giulia Basile, Morena Borrelli, Elisa Carucci, Saverio Casadonte, Oksana Casolari, Emanuele Cassin, Eleonora Cavilli, Laura Dallari, Daniele De Blasis, Massimo Dessì, Giada Di Lascio, Francesca Figini, Lucia Goldoni, Hanna Grahl, Lucio Improta, Karim Morad, Carlo Alberto Lomartire, Francisco Lopez, Youssef Medi, Roberto Milano, Lucia Moreali, Gionata Muratori, Penelope Muratori, Elisa Lucia Onfiani, Ciro Pecorella, Antonio Piccolo, Beatrice Pizzardo, Andrea Rogolino, Antonio Santangelo, Eleonora Segala, Felice Spavento, Valeria Topala, Mersia Valente
regia Stefano Tè
progetto realizzato con il sostegno del Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna, Comune di Modena, Comune di Castelfranco Emilia, in collaborazione con la Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia, la Casa Circondariale di Modena e la Corte Ospitale di Rubiera
Visto sabato 23 gennaio, Teatro Herberia, Rubiera, Reggio Emilia.

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