REDAZIONE | Raccogliamo in questo contributo alcune riflessioni dei promotori di Teatro Scientifico in merito all’azione performativa Shakespeare’s Sonnets, tenutasi a Verona negli spazi del Teatro Laboratorio il 15 maggio scorso.
Teatro/Laboratorio nasce nel 1967 per volontà di Ezio Maria Caserta e di Jana Balkan, come teatro di ricerca. Nel 1985 il Teatro/Laboratorio si evolve nella cooperativa del Teatro Scientifico (il primo nome resterà alla sede teatrale) e dopo la scomparsa di Ezio Maria Caserta la cooperativa è presieduta da Jana Balkan (Giovanna Gianesin), che abbiamo brevemente intervistato. Al fondo di questo contributo, il video reportage con l’intervista a Isabella Caserta sull’azione performativa pubblica cui hanno preso parte i partecipanti al laboratorio Romeo è in ritardo: pensiamo ad altro!
Come si inserisce il percorso laboratoriale proposto da Renzo Francabandera e Michela Mastroianni all’interno delle attività di Teatro Scientifico e che senso ha avuto per voi questa operazione?
In occasione del 4° centenario della morte di Shakespeare, che pullula di eventi celebrativi, abbiamo ritenuto importante che ci fosse un laboratorio che declinasse la poesia del Bardo in maniera “differente”. Abbiamo sposato subito, fortemente voluto questo performing Lab.
Che tipo di esperienza hanno avuto i partecipanti?
I partecipanti hanno avuto la possibilità di affrontare i sonetti di Shakespeare attraverso una creazione collettiva che li ha visti coinvolti e propositivi grazie alla guida di Renzo e Michela. Alcuni di loro non si erano mai avvicinati all’arte performativa ed è stato interessante vedere come il risultato li abbia resi “attori” performativi.
La sede fisica del Teatro Laboratorio presso l’Arsenale è stata completamente stravolta e suddivisa, con quasi 30 quinte, in ambienti dedicati, stanze di un vero e proprio itinerario…
Il Teatro Laboratorio si è trasformato per la performance finale in un percorso emotivo/sensoriale intrigante e inquietante dove i versi di Shakespeare sono diventati lo spunto per dare vita a cinque stanze cariche di simboli e suggestioni.