MATTEO BRIGHENTI | L’immaginazione rende la Terra (del racconto) rotonda. Il tempo è regolarità matematica, ti insegue e vuole inchiodarti alla piattezza di ciò che gli altri pensano e dicono di te, come l’Ispettore Fix corre dietro a Phileas Fogg, credendolo a torto il rapinatore della Banca d’Inghilterra (“to fix” in inglese significa “correggere”). Perciò, l’enigmatico gentleman creato da Jules Verne si ingegna nel rendere il suo passo più veloce, rapido e creativo di imprevisti, rallentamenti e intoppi: se riesce a fare il giro del mondo in 80 giorni in palio ci sono 20mila sterline, certo, ma soprattutto c’è la prova che un uomo si realizza oltrepassando i limiti di ciò che conosce. Per riscoprirsi nuovo, appartenente al futuro, il suo.
Duecento anni dopo Sotterraneo intavola con Verne e il suo romanzo più celebre uno ‘storygame’, un viaggio nell’800 con lo sguardo del 2000, e viceversa, nel 2000 con lo sguardo dell’800, per mostrarci che futuro siamo stati e quale siamo diventati. Sotterraneo e non più Teatro Sotterraneo d’ora in avanti: una riduzione del nome alla sua radice essenziale dopo un decennio di attività perché, scrivono sul loro profilo Facebook, “vogliamo rimanere aperti a molteplici discipline creative, dentro, fuori e intorno alla scena, non siamo un luogo, ma un gruppo di lavoro in movimento”. Vista la tanta strada da fare, meglio partire solo con lo stretto necessario.
Una grande mappa anticata sulla sinistra, su cui seguire ogni azione e circostanza del racconto come su un gioco da tavolo, un ripiano grigio e borchiato a mo’ di cassaforte sulla destra, da dove il dj Mattia Tuliozi restituisce i suoni, le atmosfere e tutta la vita dei Paesi attraversati da Sara Bonaventura e Claudio Cirri: questi sono i due poli tra cui si sviluppa il campo narrativo de Il giro del mondo in 80 giorni. Dopo le quattro puntate dell’anno scorso, in altrettanti luoghi di Pistoia, il giro del mondo di Sotterraneo e Verne è ora concentrato in una soluzione ‘da esportazione’, un’unica puntata, 80 giorni in 80 minuti.
Calato il buio nella Sala dei concerti di Villa di Scornio, poco fuori le mura della cittadina toscana, dove lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale per Teatri di Confine 2016, la mappa viene ripassata da una luce, sottile come un tratto di penna, in tutte le sue linee, frastagliate di valli e monti, fino ad accendersi completamente: sembra la Terra che Samantha Cristoforetti fotografava di notte dallo Spazio. I continenti sono bagliori nell’oscurità, quella cartina è il faro che indica a Bonaventura e Cirri dove inizia l’avventura di Phileas Fogg e fin dove li porterà il loro peregrinare sulle sue tracce.
I due attori-performer sono vestiti da cowboy colonialisti, papillon, gilet, fondine lungo le gambe, con sterline ‘da monopoli’ al posto delle pistole. Chi non puoi convincere lo puoi sempre raggirare. Affisse alla mappa ci sono le due carte dei protagonisti, Fogg e il suo fidato cameriere Passepartout. Le tappe del loro itinerario sono invece scandite da una serie di carte narrative che Bonaventura e Cirri pescano da un mazzo anch’esso appeso alla mega cartina geografica: di volta in volta, da Londra, all’India, al Giappone, all’America, e di nuovo a Londra, uno introduce le parti che dovranno recitare, da soli o insieme, come fa il master nei giochi di ruolo e Amleto o Prospero con gli interpreti dei loro inganni.
Le carte, del resto, non sono aleatorie, l’ordine è fermo e fisso, quanto la volontà di Fogg di portare a termine la sua impresa, quanto il testo e la trama, comunque fedeli all’originale di Verne. La divertente e divertita partita intrapresa da Sotterrano, allora, è ritagliare aporie, scartamenti, slittamenti spazio-temporali su misura di due Mr. e Mrs. Smith dediti allo ‘steampunk’, il filone fantastico-fantascientifico che introduce tecnologie e saperi anacronistici in un’ambientazione storica (di cui proprio Verne è considerato uno dei precursori).
Il giro del mondo in 80 giorni è un filo rosso che si dipana tra tre continenti, l’arrivo è oggi, ma la partenza è ieri, e quindi può capitare di attraversare l’America con una “slitta a vela” e di incontrare gli alieni nell’Area 51. Gag slapstick, esagerazioni, travestimenti, vite da videogame perse e recuperate, quiz e test impossibili al pubblico, sono lo spartito su cui Sara Bonaventura e Claudio Cirri suonano con misura e leggerezza i nostri sorrisi e il nostro disimpegno, per poi incrinarlo sulla cronaca più stringente, le infibulazioni, il razzismo, l’inquinamento globale. Anche se il futuro fosse accaduto in passato ci avrebbe portato lo stesso al presente di adesso.
“Così, dunque, Phileas Fogg aveva vinto la scommessa. Ma poi? – si domanda Verne alla fine del libro – Che cosa aveva guadagnato? Che cosa gli aveva reso quel viaggio? Nulla, si dirà”. La vincita, in fondo, era stata quasi pari alla somma pagata per piroscafi, treni, carrozze, yacht, navi mercantili, slitte, elefanti. “Nulla – continua – sia pure, tranne una moglie affascinante, la quale, per quanto inverosimile possa apparire, lo rese il più felice degli uomini”.
La Fantasia. E i primi a riconoscerla sono i bambini, che raccattano le sterline ‘spese’ in scena con ampi lanci in aria. Si portano a casa la sfida di non rinunciare a diventare i Phileas Fogg del proprio universo. “E, in verità – conclude Verne – non si farebbe, anche per meno di questo, il «Giro del Mondo»?” Il teatro no di certo, è ancora la risposta di Sotterraneo, che ce l’abbia o meno nel nome.
Il giro del mondo in 80 giorni
storygame tra Jules Verne e Sotterraneo
concept e regia Sotterraneo
in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Mattia Tuliozi
adattamento Daniele Villa
luci Marco Santambrogio
sound design Mattia Tuliozi
costumi e props Francesco Silei
grafica Marco Smacchia, Isabella Ahmadzadeh
allestimento Giorgio Gori, Massimo Belotti (Associazione Teatrale Pistoiese)
ufficio stampa Francesca Marchiani
assistenza amministrativa Rosaclelia Ganzerli
coproduzione Sotterraneo/Associazione Teatrale Pistoiese
con il sostegno di Mibact, Regione Toscana, Comune di Firenze, Funder 35
Sotterraneo fa parte del progetto Fies Factory ed è residente presso l’Associazione Teatrale Pistoiese
Visto venerdì 10 giugno a Villa di Scornio, Pistoia, all’interno di Teatri di Confine 2016. Lo spettacolo sarà a Kilowatt Festival, Sansepolcro, mercoledì 20 luglio.