RENZO FRANCABANDERA | Dalla torre dorata, quasi dal ponte di una nave in fiamme, due performer agitano bandierine, come a lanciare messaggi e richieste d’aiuto, mentre un’altra performer, in tuta bianca, è chiusa in una teca di 1 metro per 1 e mezzo, stesa, nel piano interrato di un’altra ala del complesso. Sul suo corpo, attraverso un tulle, è proiettato un segno informale. Si muove in sincope. I suoi movimenti sono ripresi e proiettati, in 3D gigante, sulla parete dell’ala opposta, per una lunghezza forse di oltre 20 metri, mentre il pubblico appena entrato (diverse centinaia di persone) con il naso all’insù indossano occhiali per la visione tridimensionale.

E’ iniziata mercoledì 28 settembre la tre giorni di Billy Cowie a Fondazione Prada, con una coreografia site specific che coinvolge undici danzatori neo-diplomati del Corso di Teatrodanza, diretto da Marinella Guatterini, advisor del progetto, intitolato “Attraverso i muri di bruma”. Si tratta di sette interventi in totale, all’interno degli spazi di Fondazione Prada a Milano: Noche de Quatro Lunas (un duo negli spazi esterni tra il Cinema e la Cisterna tra un danzatore e un albero, su un componimento di García Lorca), Retrospettiva (una presentazione all’interno del Cinema di alcuni film in 3D di Cowie come Art of Movement, Jenseits, Tango de Soledad, t’es pas la seule e Under Flat Sky), Casa di Nebbia 1 (una proiezione 3D sulla parete esterna della galleria Sud), Danza di Paura (il duo di cui si diceva su una terrazza della Haunted House), BEH! (coreografia per quattro danzatori al piano terra della Biblioteca su un testo che esplora le sottigliezze della lingua italiana), Herz (una performance sulla terrazza della galleria Nord, accompagnata da un brano omonimo), Casa di Nebbia 2 (la stessa coreografia di Casa di Nebbia 1, ma realizzata dal vivo all’interno della galleria Nord). Qui tutto avviene contemporaneamente, dando al pubblico, nella prima ora e mezza, libertà di movimento e di gestione del tempo, alla ricerca di queste micro-azioni che vanno trovate quasi come in una caccia al tesoro di gruppo.

Cowie è artista di raffinata estetica, che negli anni ha abbracciato un credo poetico che comprende l’uso della tecnologia. Un poeta del gesto minimale ma non sconnesso dal reale, e anzi, in dialogo con il contesto. Ne è prova, in questo stesso allestimento, una azione sul linguaggio pre-verbale e gestuale tipico dell’italianità (per chi abituato alle ricerche di Munari e altri sul tema specifico, forse non una novità), che incrocia simmetricamente, però, un lavoro etereo e raffinatissimo che è la serie di video 3D che vengono proiettati in sequenza continua nello spazio cinema della Fondazione.
Sono forse i video di Retrospettiva, la contrapposizione fra reale e digitale ma anche i tentativi di dialogo poetico fra queste dimensioni non agevolmente collocabili in relazione fra loro, il cuore della ricerca di questo maestro e le componenti di maggior interesse dell’evento. Cowie si interessa in ugual misura alla gestualità della danza tradizionale giapponese e alle riprese digitali, tentando ardite fusioni capaci di raggiungere intensità emotive alte: il coreografo scozzese, che è anche musicista, scrittore e artista visivo in una pratica artistica che unisce ed accomuna queste esperienze, è divenuto celebre in tutto il mondo per le sue performance stereoscopiche e le sue installazioni video. In Italia è stato ospite diverse volte, l’ultima delle quali a Teatro a Corte proprio nell’edizione di quest’anno con una parte del progetto giapponese la cui leggibilità è stata amplificata e per certi versi completata dalla proposta dei video 3D ospitati a Fondazione Prada.

img_2190Nell’ultima mezz’ora di spettacolo, invece, il pubblico viene raccolto di fronte alla parete specchiante esterna al cinema. Qui il coreografo ha studiato per i performer una serie di movimenti che, anche grazie all’utilizzo dello specchio, sviluppano per un verso il dialogo con i suoi filmati proposti all’interno del cinema, con posizioni a terra e alla parete riflettente che paiono quasi in dialogo architettonico e statuario, ma per altro verso evocano una classicità quasi metafisica, contrapposta, ma non in modo ostile, al digitale e contemporaneo. In ultima analisi è come se per superare la dimensione umana con la tecnologia occorra trovare profondamente l’umano, tema noto alla scienza che infatti nelle micro strutture della natura meravigliosa trova ancora risposte capaci di far avanzare il progresso delle nano tecnologie.

L’evento ha registrato un successo enorme che tra l’altro amplifica l’azione in corso da diverso tempo da parte della scuola Paolo Grassi di ritorno ad una visibilità della propria dimensione formativa e performativa che dopo il progetto bussole rotte si ripropone alla Città con i ragazzi dei corsi di teatro danza. I video della performance sono pubblicati nel canale Instagram della Fondazione nel corso della serata.

Quanto alla fondazione stessa, con questo evento e dopo alcune installazioni in recenti mostre ospitate negli spazi, l’interesse da parte della curatela artistica per le interazioni fra arte e tecnologia si fanno dunque più chiare e definite. Ne è prova il progetto lanciato proprio in questi giorni e che vedrà protagonista il regista due volte premio Oscar Alejandro G. Iñárritu che, dopo quattro anni di ricerca, ha avviato la realizzazione di un nuovo cortometraggio sperimentale di realtà virtuale prodotto e finanziato da Legendary Entertainment e Fondazione Prada. ILMxLAB, il nuovo dipartimento di Immersive Entertainment della casa di produzione Lucasfilm, progetterà l’ambientazione e i personaggi virtuali.

Sfruttando tecnologie di ultima generazione, Iñárritu e il montatore tre volte premio Oscar Emmanuel Lubezki, lavoreranno ad una narrazione sperimentale all’interno di un nuovo medium visivo, un coinvolgente progetto di realtà virtuale che indagherà però una questione molto umana ed attuale: l’intensa e difficile esperienza di un gruppo di immigranti e rifugiati che attraversano il confine tra Messico e Stati Uniti.

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“Attraverso i muri di bruma”
Un progetto di Billy Cowie presentato dalla Fondazione Prada, in collaborazione con la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, diretta da Giampiero Solari

Musica e coreografia: Billy Cowie
Advisor: Marinella Guatterini
Testi: Silke Mansholt, Billy Cowie, Federico García Lorca
Traduzioni delle poesie: Sabrina Fraternali
Danzatori: Chiara Aru, Sebastiano Geronimo, Giacomo Goina, Luciano Ariel Lanza, Erica Meucci, Flora Orciari, Daniele Podda, Luana Rossin, Francesca Siracusa, Loredana Tarnovschi, Cecilia Maria Tragni (Corso di Teatrodanza della Civica Scuola Paolo Grassi- Post/Diploma)
Cantanti: Rowan Godel, Daphne Scott-Sawyer
Scenografie: Silke Mansholt
Costumi e attrezzature sceniche: Enza Bianchini, Nunzia Lazzaro, Roberto Manzotti Assistente alle prove: Loredana Tarnovschi
Assistente tecnico: Gabriele Gerets Albanese
Produzione: Fondazione Prada