RENZO FRANCABANDERA | Il caldo all’Arsenale non lascia speranza. Sembra un panorama surreale di far west il lungo canale, e la struttura di mattoni rossi e polvere che ospita alcuni padiglioni di Biennale Arte è un rudere che con questo caldo esalta il potenziale evocativo di un posto di una bellezza nuda e scorticante.
Biennale Teatro 2017, inutile negarlo, è stata una dolcissima rivoluzione: l’idea del direttore artistico che la guiderà nel prossimo triennio, Antonio Latella, di affrontare la sfida di questo suo primo atto dedicato alla regia proponendo piccole monografie di donne che dirigono la scena, per la gran parte sconosciute al pubblico italiano è stato un ciottolo buttato nello stagno che ha continuato a rimbalzare sull’acqua provocando una bellissima serie di cerchi concentrici; e ciò sia con riguardo alla scelta in se’ sia con riguardo al pensiero sulla direzione artistica e sul tema del coraggio di creare una discontinuità reale.
I temi che hanno contraddistinto il percorso sono stati oggetto di una video-conversazione con Latella che abbiamo registrato negli spazi dell’Arsenale.
Abbiamo anche parlato di teatro e noia, teatrove tempo, artista-pubblico e creatività.
Con noi un condizionatore che ha fatto da roboante sottofondo mentre fuori urlavano i 42 gradi di Venezia. Accaldati e appassionati. Come ci vuole il teatro.
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