EMILIO NIGRO | Brescia. La pioggia, sul riflesso della luce dei lampioni sull’asfalto. A guardarla, con gli occhi inevitabilmente bassi, mentre si ascoltano parole, parole di teatro, viene in mente come le cose, le cose del mondo, sembra siano, a volte, in un misterioso sincretismo. Un corrispondersi. Si rifletteva, a proposito, con i presenti, di quanto l’acquazzone abbia creato un suggestivo contesto naturale alla materia proposta, per se fastidioso. Di quanto più si addice alla periferia il brumoso scroscio che un sereno che svela contorni tristi, miserevoli. Un sereno che inganna.
Ed è in periferia che lo spettacolo Omnibus Theatre, del Teatro 19, si conclude. Sotto una pensilina d’autobus. Un simbolo spaziale: un posto da dove si può andare via. Con l’unico mezzo di trasporto possibile. L’autobus. Che porta in città. In centro. Il centro borghese e da bere. Bigotto e tutto uguale. Dove ti degnano di sguardi se vesti radical e alla moda. Se hai da offrire qualcosa, magari un futuro considerevole. E cosa può offrire la gente di borgata? Tra individui solidali di facciata, per indulgenze plenarie e perbenismo d’apparenza, loro gente delle periferie industriali lerce e incarognite.
Ed ecco che una pensilina della Mandolossa, quartiere bresciano conosciuto per l’altissimo tasso di prostituzione, diventa edicola votiva vivente, simulacro di partecipazione popolare laica e liturgica insieme. Quella liturgia sociale che è il teatro, concreta (e reale) salvezza. Sotto la pensilina la Madonna della Lucciole: un attore en travesti, androgino, spettrale e bellissimo, dall’espressione vissuta, il segno accennato, il talento di indicare con movimenti impercettibili, figure precise e il silenzio. Già, un silenzio roboante. Attorno, alla Madonna, una gruppetto di “fedeli” curiosi e in preghiera: l’assetto drammaturgico pensato e diretto da Valeria Bettaini, mette gli spettatori in condizioni di agenti, in ascolto (inter)attivo, chiamati in causa per partecipazioni facoltative – per esempio vengono consegnati santini con preghiere da recitare-. Recitare una preghiera e fingere di recitare una preghiera. Il gioco del farsi beffa della realtà formalizzandola così com’è. La potenza del teatro contro le potenze. Contro i credi imposti e dogmatizzati. Per emarginare le periferie e gli ultimi, lasciarli malandrini e però incantevoli. Di quella inaccessibile bellezza della vita dolorosa e ai margini. Che innamora e uccide. Che non si può amare ma che si ama tutta la vita.
Prima, prima di arrivare davanti la Madonnina della Mandolossa, l’originale percorso teatrale comincia a piedi, in centro (a piazza del mercato) con tanto di guida turistica, l’attrice Roberta Moneta – notevole per attorialità formale e d’immediatezza contestuale, per piglio e reattività di situazione – a svelare le bellezze monumentali e aneddoti leggendari d’una città che non ama troppo farsi conoscere e perciò serba sorprese romantiche. A piedi, una trentina di spettatori partecipanti e immersi nella “scena”, fino alla stazione, dove, mentre attorno scorre la vita, la vita di sempre, tra pendolari e immigrati, si sale su un autobus, teatro popolare d’evasione al grigiore, alla consunzione stacanovista. Qui, si figurano le storie di lavoratori consumati dalla ricerca infruttuosa di una posizione; un gruppo di percussionisti e cantori urbani, salgono sul mezzo da una fermata (l’autobus è un regolare mezzo di linea) e riempiono i posti di suoni e versi. Fino al capolinea, nella profonda periferia, a dieci minuti dal centro e lontano, molto lontano, dal “benessere diffuso”.
Il teatro nei luoghi. Fuori dalle forme e dalle pose. Mestiere e tecnica, per non farne vedere. Per lasciarsi agli sguardi e evitare la fruizione di consumo. Popolare, politico. Giocoso, irriverente, profondo. Per uditori non ipocriti.
OMNIBUS racconto poetico in movimento
Ideazione, testo e regia Valeria Battaini
Collaborazione drammaturgica Gianluca De Col e Roberta Moneta
Con Irene Aliverti, Osvaldo Arioldi, Gianluca De Col, Abderrahim El Hadiri, Giovanni Lunardini, Roberto Lunardini, Francesca Mainetti, Roberta Moneta, Elia Moutamid, Ettore Oldi, Anna Teotti, Ampelio Zecchini
Prod. Teatro 19 – Brescia.
Visto a Brescia, per le strade di città. Il 9.09.2017