FRANCESCA DI FAZIO | Definito dal New York Times “il signore del filo”, David Dimitri ha portato il suo alto esempio di nouveau cirque a Parma durante la rassegna invernale del Festival Tutti Matti per Colorno, Tutti Matti Sotto Zero, curata da Teatro Necessario.
Circense e acrobata, l’artista svizzero ha girato con il suo tendone in Europa e nel mondo, dal Cirque du Soleil al Metropolitan di New York, e si è fermato a Parma dal 26 dicembre al 6 gennaio – con ulteriore replica il 7, a grande richiesta – offrendo rappresentazioni tutti i giorni.
Il bianco tendone raccoglie il pubblico nel suo interno, tutto di colore rosso, dove David Dimitri propone uno spettacolo formato da diversi numeri di acrobazia, eseguiti con una perfezione ed una leggerezza squisite. I modelli a cui si rifà sono quelli tradizionali dell’arte circense, all’interno della quale Dimitri lascia ampio spazio ad azioni mimiche e di pantomima, sempre ben calibrate nel loro alternarsi all’esecuzione della partitura fisica e acrobatica.
Quest’ultima si articola in un primo numero ginnico eseguito su un tapis-roulant che scorre sempre più velocemente, per slanciarsi poi in esecuzioni sempre più ardite che vedono Dimitri suonare una tromba mentre cammina e salta sospeso su un filo, saltare da un trampolino mentre suona una fisarmonica, aggrapparsi nel volo a tralicci appesi al soffitto ed infine – classico dei classici – lanciarsi da un cannone, con tanto di tuta da pilota ed esplosione della miccia. Ogni numero è eseguito dal performer mantenendo un sottotesto di ironia, di ammiccante complicità ricercata col pubblico, che conferisce allo spettacolo un tono di leggera consapevolezza dell’arte circense, della
commistione che essa richiede di disciplina e ilarità.
Simbolo di quest’anima consciamente ironica è un cavallo di pezza, formato a partire dall’attrezzo – chiamato appunto cavallo – utilizzato in ginnastica artistica, cui sono state attaccate una testa e una coda posticce, dall’effetto volutamente naïf. Con esso Dimitri scherza e dialoga mimicamente per quasi tutto il corso dello spettacolo, interfacciandosi con l’animale che, nonostante gli sforzi del circense, non ne vuol sapere di starlo ad ascoltare e di seguirne le indicazioni. Si direbbe questa, probabilmente, una sottile polemica contro le velleità di comando esercitate nei circhi con animali.
Momento sicuramente più sbalorditivo dello spettacolo è il finale. Dopo aver camminato su un filo teso in alto nel tendone, il funambolo apre in esso una finestrella ed esce fuori, invitando il pubblico a recarsi all’esterno per seguirlo con lo sguardo. Nello scenario del piazzale erboso di fronte al monumento della Pilotta, Dimitri cammina su di un lungo filo sospeso a dieci metri d’altezza, illuminato nella fredda sera nel suo incedere d’equilibrio. Adagio e costante, passo dopo passo, come lenta meteora.
L’Homme-Cirque
di e con David Dimitri