LAURA NOVELLI | E’ un fiume in piena di parole, ricordi, notizie, emozioni Lucilla Galeazzi quando la raggiungo al telefono per parlare de Il fronte delle donne, importante spettacolo sulla prima guerra mondiale di scena al teatro Vascello di Roma in questi giorni, fino a domenica 25.
Voce quanto mai significativa della musica popolare italiana, Galeazzi è ideatrice e interprete di questo lavoro sulla memoria femminile, sulla storia sommersa delle tante donne che, in forme diverse, furono coinvolte nel conflitto e delle quali sappiamo poco o niente. Insieme con lei, sul palcoscenico ci sono Maria Rosaria Omaggio, attrice e regista, il gruppo vocale Levocidoro (cui vengono affidati canti e narrazione) e la chitarrista Stefania Placidi.
Da cosa è nata l’idea di realizzare questo spettacolo?
Semplicemente dal fatto che sono un’appassionata di Storia. Sono cresciuta a Terni, in una famiglia dove la cultura orale era legata soprattutto a racconti della seconda guerra mondiale. Per decenni mi sono nutrita di quelle memorie personali che riempivano le nostre serate: familiari, amici, gente del quartiere si ritrovavano nei cortili e dopo pochi minuti rievocavano i loro ricordi. Era un vero e proprio “teatro” e credo – anzi, sono sicura – che quell’immenso bagaglio di memoria parlata sia stato il vettore di tutta la mia carriera (www.lucillagaleazzi.it). Sulla scia di quei racconti ho deciso di dedicarmi alla canzone tradizionale e, venendo all’oggi, sempre sulla scia di quei racconti mi è venuto in mente, in occasione del Centenario del primo conflitto mondiale, di approfondire alcuni aspetti di questa guerra così barbarica, così atroce. Mi sono ricordata di un ometto che abitava dalle mie parti e che aveva combattuto al fronte: non parlava; era muto. L’immagine di questa persona mi ha dato la spinta definitiva. Ho sentito che avrei dovuto raccontare quella guerra e raccontarla soprattutto dalla parte delle donne”.
Il lavoro assembla infatti episodi pressoché sconosciuti, legati al mondo femminile e alla tragedia che la guerra portò nella vita di tante donne. Come ha raccolto i diversi materiali della drammaturgia?
Studiando, studiando e studiando. Sono partita dal mondo del lavoro perché l’area di Terni è sempre stata una zona industriale in cui le fabbriche originarie sono state convertite a scopi bellici e sono state tenute in vita da operarie. Pertanto, ho sempre avuto una percezione diretta di cosa significhi una guerra per le donne. Poi ho avuto la fortuna di leggere un libro meraviglioso della storica Barbara Curli, Italiane al lavoro. 1914-1920, e ho scoperto che in realtà, durante il conflitto, le donne operarie non sostituirono gli uomini bensì molte di loro già lavoravano nell’industria tessile prima dello scoppio della guerra perché costavano di meno ed erano più facilmente sfruttabili. Ho scoperto che molte donne lavoravano di notte nelle fabbriche d’armi ma non avevano diritto ad una paga maggiore. Ho scoperto che in tante fecero le portatrici nella Carnia caricandosi gerle di quaranta chili sulle spalle per portare cibo, armi, abiti puliti e disinfettati ai soldati delle trincee. Donne che percorrevano anche venti o trenta chilometri al giorno nel fango e che guadagnavano una lira e mezza al giorno. Altra fonte di straordinarie notizie sono stati i saggi della storica Bruna Bianchi, che da sempre dedica la sua ricerca alla memoria del primo conflitto mondiale. Ebbene, nei suoi libri, ho letto le testimonianze di alcune prostitute che venivano portate al fronte e che erano costrette anche a centoquaranta rapporti in una sola giornata o quelle di altre donne, madri e vecchie, che gli austriaci internarono per due anni in un campo di lavoro in Trentino. Storie di sfruttamento e di violenza ma anche di immenso, straordinario eroismo. Storie delle quali purtroppo non c’è quasi traccia nei libri di scuola e che invece oggi, in tempi così crudeli, risultano quanto mai attuali.
Dal punto di vista canoro come è costruita la tessitura de Il fronte delle donne?
Ovviamente molti brani rientrano nel repertorio della canzone tradizionale di varie regioni. Abbiamo deciso però di cantarle tutte in italiano invece che in dialetto, a parte L’inno delle Centurinare (operarie dello jutificio Centurini di Terni, ndr) e la ben nota O’ surdate ‘nnammurate. Abbiamo in scaletta delle canzoni bellissime, struggenti. C’è anche la storia di una giovane, Ragazza di dolor, che si suicida perché, visto l’alto numero di vittime tra i soldati, non trova un uomo con cui condividere l’esistenza. D’altronde, il suo era un dramma diffuso: non c’erano più uomini in età da marito. Oppure, se c’erano, erano reduci di guerra mutilati, sfigurati dai gas asfissianti o colpiti da gravi disturbi nervosi. Infine vorrei citare la Ninna nanna della guerra composta da Trilussa con cui chiudiamo, non a caso, il lavoro”.
Va detto infine che questa produzione, introdotta da un prologo che cuce insieme testi di Ungaretti, Matilde Serao, Ada Negri interpretato dalla Omaggio, arricchita dagli inserti video curati dal videoartista Carlo Fatigoni, è inserita tra gli spettacoli di interesse nazionale nell’ambito delle celebrazioni governative 2014-2018 per il centenario della Prima guerra Mondiale.
IL FRONTE DELLE DONNE
di e con Lucilla Galeazzi
regia e allestimento di Maria Rosaria Omaggio
interpreti:
Maria Rosaria Omaggio (attrice) prologo, regia
Lucilla Galeazzi (mezzosoprano) canto, chitarra, narrazione
Sara Marchesi (mezzosoprano) canto, narrazione
Chiara Casarico (mezzosoprano) canto, narrazione
Susanna Buffa (soprano) canto
Susanna Ruffini (soprano) canto
Marta Ricci (soprano) canto
Nora Tigges (soprano) canto
Stefania Placidi, chitarra
Impressioni visive realizzate dal videoartista Carlo Fatigoni
Fonica Eugenio Valente
Luci Stefano Berti
Teatro Vascello – Roma dal 20 al 25 febbraio 2018
Teatro Comunale Secci – Terni 15 e 16 marzo 2018
VIDEO TRAILER: https://www.youtube.com/watch? v=WQ_b3etvAkU