GRAFICA-SOCIAL-2-196x300.jpgMARCO BALDARI | Autrice, regista e nome non più emergente ma già affermato e premiato nel panorama teatrale italiano, Marta Cuscunà sarà per la prima volta in Campania nei prossimi giorni.
Ci arriva con “La semplicità ingannata”, Satira per attrice e pupazza sul lusso dell’esser donne, in scena il 9 marzo e in anteprima assoluta regionale, appunto, presso l’ Auditorium Centro Sociale di Salerno all’interno della terza stagione di Mutaverso Teatro, la bella iniziativa di Vincenzo Albano nella provincia meridionale della regione.

Abbiamo potuto approfondire attraverso le sue parole il lavoro che c’è dietro i suoi spettacoli nell’intervista che vi proponiamo.

Dopo il suo primo spettacolo “E’ bello vivere liberi!”, continua con questa opera la sua personale indagine su donne combattenti e coraggiose. Come nasce questa storia e il rapporto con la sua protagonista, Arcangela Tarabotti?

La vicenda e le opere di Arcangela Tarabotti sono una delle fonti principali su cui si basa La semplicità ingannata. E’ tra le prime scrittrici donne italiane e a tutti gli effetti una pensatrice protofemminista che denuncia l’utilizzo delle vocazioni religiose a fini economici e la condizione femminile dentro e fuori i monasteri, in un’epoca in cui alle donne non era concesso nemmeno di avere un’anima. Le sue opere e la storia delle Clarisse del Santa Chiara di Udine, si intrecciano continuamente nella drammaturgia del mio spettacolo.

Il suo è un teatro che sicuramente si muove fra ricerca e sperimentazione: come si formano i suoi lavori?

Sono percorsi lunghi, di solito 2/3 anni, difficili da sintetizzare in poche righe. Inizialmente affronto una fase di ricerca storica, poi una fase di scrittura drammaturgica e ideazione registica, poi inizio il lavoro di progettazione e costruzione dei pupazzi insieme alle scenografe, infine la fase di allestimento con tutta la crew artistica.

Tra i suoi “maestri” cita spesso Joan Baixas (il teatro Visuale) e Josè Sanchis Sinisterra, ci racconti di come l’hanno influenzata.

Joan Baixas mi ha insegnato tutto quello che so dei linguaggi di teatro visuale, mi ha preso  a bottega, coinvolgendomi in due produzioni della sua compagnia a Barcellona, una delle quali con i pupazzi che aveva realizzato insieme a Joan Mirò per lo spettacolo Mori el Merma. Con Josè Sanchis Sinisterra ho iniziato lo studio della drammaturgia. I suoi protocolli drammaturgici sono le basi della mia scrittura perché mi permettono di manipolare le fonti dei miei lavori che spesso sono letterarie, teoriche o storiche nel tentativo di renderle efficaci sul palco e non didascaliche.

Caratteristica del suo teatro è la presenza con lei in scena di burattini (o pupazzi). Quale è il loro ruolo? Come la aiutano a veicolare i messaggi al pubblico e quanto la loro estetica è suggestionata dall’arte contemporanea?

Le figure dei miei spettacoli entrano in scena quando le protagoniste della vicenda si trovano su una soglia, quando cioè perdono la libertà e devono decidere se lasciarsi manipolare come marionette oppure escogitare una forma di riscatto. A livello iconografico, hanno caratteristiche molto diverse tra loro che dipendono dagli elementi che la storia di ogni spettacolo porta con sé. Ci sono i rimandi alla tradizione popolare dei burattini di E’ bello vivere liberi!, quelli al cinema di animazione dei pupazzi de La semplicità ingannata e quelli alla fotografia di Antoine Barbot delle teste mozze diSorry, boys.

La sua esperienza nella Fies Factory. Come nasce e che stimoli le dà?

Nasce nel 2009 perché Centrale Fies faceva parte della giuria del Premio Scenario a cui ho partecipato. Mi sono subito innamorata del progetto Factory che prevedeva la possibilità di offrire una casa artistica ad artisti under 35 per tre anni. La continuità, l’idea della cura e la libertà di portare avanti la ricerca senza obblighi di produzione, mi spinsero a chiedere alla direttrice artistica Barbara Boninsegna di poterne fare parte. A Centrale Fies c’è uno scambio  continuo tra artisti e professionisti dei settori più diversi e una grande attenzione verso le realtà europee.

Questo progetto arriva per la prima volta in Campania grazie al lavoro di Vincenzo Albano, che ha allestito per la Stagione “Mutaverso Teatro” un cartellone di grande respiro e sperimentazione. Come si sente a fare parte di questa scelta?

Da tempo cercavo di raggiungere la Campania con i miei lavori. Sono felice che si sia arrivati a questo incontro che è stato possibile fuori dai circuiti e dai luoghi istituzionali e grazie all’entusiasmo di piccole realtà indipendenti che hanno collaborato e unito le loro forze.

Pur essendo giovanissima lei è già “un nome” nel panorama teatrale italiano. Che rapporto ha con i premi e il successo?

Mi sento molto fortunata perché riesco a vivere unicamente dei miei lavori, facendo solo quello che amo, e per me è il successo maggiore a cui aspirare. I rischi e le aspettative sono molti ma il vero privilegio è stato costruire gli spettacoli mettendo in conto la possibilità di sbagliare, di sperimentare linguaggi e tecniche nuove senza paracadute. I premi aiutano a essere coraggiosi, perché ogni produzione è come un trampolino. L’importante è riuscire a saltare.

Progetti futuri? Può anticiparci qualcosa?

Sono al lavoro per il nuovo spettacolo che sarà la mia prima co-produzione internazionale e che a maggio mi porterà per 10 giorni in residenza artistica al São Luiz Teatro Municipal di Lisbona e che debutterà in Italia il 26 ottobre nella nuova stagione del Css Teatro stabile d’innovazione del Friuli Venezia Giulia..,Ma è ancora presto per entrare nei dettagli…

LA SEMPLICITÀ INGANNATA
Satira per attrice e pupazza sul lusso dell’esser donne

di e con Marta Cuscunà
assistente alla regiaMarco Rogante
realizzazioni scenograficheDelta Studios | Elisabetta Ferrandino

coproduzione Centrale Fies e Operaestate Festival Veneto

AUDITORIUM CENTRO SOCIALE Via R. Cantarella 22, Salerno (zona Pastena)
9 marzo 2018, ore 21

Info e prenotazioni: info@erreteatro.it |Tel. 329 4022021 | 348 0741007

Ufficio stampa Claudia Bonasi comunicazione@puracultura | 339 7099353
Renata Savo rensavo@gmail.com | 320 1915523