RENZO FRANCABANDERA | Ha preso avvio ad inizio marzo e durerà per alcune settimane la rassegna che il Piccolo Teatro di Milano dedica ai linguaggi dell’inclusione verso il pubblico più giovane, con spettacoli che permettono all’intera famiglia di andare a teatro.
Ospitati negli spazi del Teatro Strehler/Scatola Magica e del Teatro Studio Melato, gli allestimenti hanno la particolarità di essere adatti ad un pubblico trasversale e di avere una qualità e robustezza scenica tali da renderli piacevoli anche per gli adulti.
Ne abbiamo avuto personale esperienza assistendo al duetto andato in scena nel primo week end di marzo e composto da Il principe ranocchio Swing e Cappuccetto rosso Rock, due celebri fiabe dei fratelli Grimm rilette da Stefano de Luca, regista e artista di ormai consolidata esperienza, formatosi alla scuola del Piccolo dove ha anche potuto seguire le riprese dell’Arlecchino e di una serie di allestimenti storici della principale istituzione di prosa in Italia, per poi ampliare l’esperienza internazionale con anni di regie in Russia. Ma sempre de Luca ha mantenuto vivo l’interesse per la sperimentazione sulla drammaturgia contemporanea e i linguaggi accessibili anche ai più giovani, fino si bambini ovviamente.
Lo fa qui con due attori (Lorenzo Demaria e Lucia Marinsalta) con i quali ha proposto nel primo week end di marzo un’originale e divertente versione delle due fiabe dei fratelli Grimm, e con cui proporrà invece dal 13 al 25 marzo un’originale versione di Alice nel Paese delle Meraviglie.
Cifra comune, dal punto di vista scenico (Linda Riccardi), a questi allestimenti è il coordinamento dell’azione dell’attore con un sistema di retroproiezioni e giochi d’ombra grazie ai quali i due interpreti riescono a moltiplicare presenze, personaggi, situazioni, permettendo alle narrazioni di sviluppare la loro semantica in modo completo, anche per via della parte di illustrazioni digitali (ma che guardano con segno adulto alla graphic novel) opera di Ester Castelnuovo.
Sintetico il tratto per i disegni de Il principe ranocchio, più invece acquerellato e giocato sul contrasto primario di verde e rosso (anche nelle luci) l’impianto dei segni in Cappuccetto, dove il genitore gusta la parte grafica ma si bea anche per le note di Stairway to Heaven e poi Doors e Pink Floyd con cui la fiaba viene commentata dal punto di vista sonoro. Praticamente un estratto delle ballate per sola chitarra dei pezzi leggendari del rock degli anni Settanta, che accompagnano il percorso verso la crescita di Cappuccetto, dove però si capisce che il Lupo è l’altra metà di noi, quella che ci resta dentro, che continua ad ululare, anche quando cresciamo. Bello questo segno lasciato ai genitori. Molto.
Ne nasce dal punto di vista della costruzione registica una fusione fra narrazione, musica e immagini il cui intreccio di segni ha la significativa peculiarità di rivolgersi ad un pubblico molto ampio, così come l’ironia tutt’altro che infantile e capace di definire livelli di interpretazione multipli, che rinnovano anche per l’adulto un ragionamento sul simbolismo nell’universo dell’affabulazione.
Un lavoro ben fatto, sia dagli attori che dalla regia, che dagli altri artisti coinvolti.
Dopo i Grimm, è stato il turno di Manzoni: Luciano Roman ha riletto (oggi 10 marzo ultima replica) con tecniche multimediali un altro grande classico, I Promessi Sposi, con la partecipazione attiva dei ragazzi, chiamati a interpretare alcuni passaggi del testo manzoniano, ma anche sollecitati a partecipare allo spettacolo rispondendo a quesiti sul capitolo letto attraverso un WhatsApp Quiz.
Sarà ospitato invece sempre presso il Teatro Studio Melato, dal 12 al 17 marzo, Iliade, mito e guerra ‘Doctor Schliemann Show’ spettacolo ispirato dalla figura di Heinrich Schliemann, imprenditore tedesco e archeologo che partendo dagli oggetti della sua stanza in cui è a letto, malato, torna a rivivere la scoperta di Troia. Il lavoro drammaturgico è di Giovanna Scardoni che costruisce il testo su diversi livelli, quello dell’archeologo, quello della vicenda del rinvenimento archeologico di Troia e l’universo e la funzione dell’Olimpo nella religione politeistica. Regia di Stefano Scherini, con Nicola Ciaffoni.
Chiude la rassegna sempre al Teatro Studio Melato, dal 19 al 22 marzo Acting Out – A compact Coriolanus di Laura Pasetti e la compagnia scozzese del Charioteer Theatre, con la loro teatralità educational dal forte impatto comunicativo. Un giovane drammaturgo scozzese, Duncan Kidd, ha realizzato un adattamento del Coriolano di Shakespeare per ragazzi dagli 11 anni, per attualizzarlo: «Coriolano è un bullo, ma è anche una vittima – prosegue Laura Pasetti –. Tutti noi manipoliamo e veniamo manipolati».
Lo spettacolo mette a fuoco la dimensione politica del testo di Shakespeare e, in particolare, l’importanza dell’uso persuasivo del linguaggio, della retorica. In inglese con sovratitoli in italiano.
Il Principe Ranocchio Swing – Cappuccetto Rosso Rock
dalle fiabe dei fratelli Grimm
drammaturgia e regia Stefano de Luca
illustrazioni e computer animation Ester Castelnuovo
scene e costumi Linda Riccardi
con Lorenzo Demaria e Lucia Marinsalta
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Alice nel paese delle meraviglie
da Lewis Carroll, drammaturgia e regia Stefano de Luca
illustrazioni e computer animation Ester Castelnuovo
scene e costumi Linda Riccardi
con Lorenzo Demaria e Lucia Marinsalta
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa