DOMENICO COLOSI | Sinuosa, ammaliante, la malattia penetra nei gesti, ammorba l’aria, trasuda dalle pareti. In un’antica dimora nobiliare, due fratelli convivono con il male: come medico e paziente, sorvegliante e sorvegliato. Nei grandi e piccoli viaggi per la casa, con un indice a tracciare rotte inconsuete tra uno spigolo e un corrimano, la patologia mostra il suo malinconico brio, rapida saetta che esalta una vita altrimenti spenta, banale, ordinaria. Nel susseguirsi dei giorni, avvenimenti minuti recano sollievi transitori: la sfilata della banda tra le vie della città, un pranzo rumoroso, la preparazione di una passeggiata. Poi il morbo, innominato, a trafiggere ogni serenità.
A distanza di diciannove anni, il regista palermitano Claudio Collovà torna sui motivi di Fratelli, capolavoro letterario del 1978 firmato dall’ispanista Carmelo Samonà. Tra la clownerie beckettiana e il lacerante nichilismo di Bacon, l’ambiguità dei protagonisti esalta le visioni claustrofobiche della decadenza: nel succedersi di giornate identiche la malattia del più giovane è condanna e ristoro, variazione improvvisa sul medesimo tema. Con il volto dipinto, vinti in un mondo in cancrena, i due protagonisti incastrano immagini epiche e quisquilie, autori celebri e versioni apocrife; la noia onnivora ingoia le loro ore, vomitando sul piatto brandelli di entusiasmo. In una messinscena sapientemente calibrata, le lente progressioni di Sergio Basile (il fratello maggiore) e Nicolas Zappa espandono gli spazi sui tornanti di un pessimismo irredimibile, ultima stazione di ogni promessa. Se la bonomia del più grande mantiene all’interno del racconto un’aria di comprensibile partecipazione, la prodigiosa vivacità del secondo trascina la pièce nella pura polisemia, con una serie di scarti repentini tra ordinario e fantastico, follia e reale.
Unico approdo nell’hic et nunc l’ossessiva produzione fotografica prontamente appuntata ai margini di specchi cupi e deformanti, ingegnosa soluzione nell’elegante scenografia realizzata da Enzo Venezia: un lugubre salotto-prigione che separa irrimediabilmente il dramma domestico dalle radiose speranze dell’esterno. Una composizione algebrica incendiata dalle note strazianti di Giuseppe Rizzo, ideale contrappunto all’angoscia dei protagonisti.
FRATELLI
dal romanzo di Carmelo Samonà
con Sergio Basile e Nicolas Zappa
regia e drammaturgia di Claudio Collovà
scene e costumi di Enzo Venezia
musiche di Giuseppe Rizzo
assistente alla regia Valentina Enea
assistente alle scene e ai costumi Ottavio Anania
produzione Teatro Biondo di Palermo
Teatro Biondo di Palermo, 20 febbraio 2018