LOCANDINA_50X70_RAST.pngRENZO FRANCABANDERA | Non era quello che diremmo oggi un allegrone, Giacomo Leopardi, ma evidentemente doveva aver chiara la potenza emotiva ed anche sociale della risata, se nello Zibaldone (4391-4392) arrivava a scrivere:

Ridete franco e forte, sopra qualunque cosa, anche innocentissima, con una o due persone, in un caffè, in una conversazione, in via: tutti quelli che vi sentiranno o vedranno rider così, vi rivolgeranno gli occhi, vi guarderanno con rispetto, se parlavano, taceranno, resteranno come mortificati, non ardiranno mai rider di voi, se prima vi guardavano baldanzosi o superbi, perderanno tutta la loro baldanza e superbia verso di voi. In fine il semplice rider alto vi dà una decisa superiorità sopra tutti gli astanti o circostanti, senza eccezione. Terribile ed awful è la potenza del riso: chi ha il coraggio di ridere, è padrone degli altri, come chi ha il coraggio di morire.

E in un recente ampio simposio internazionale tenutosi a Vienna all’inizio di Aprile intitolato The Art of Clowning, connecting culture, health and science si è tornati a ribadire un tema chiaro ormai in molti studi sul benessere, la longenvità e il senso della vita, ovvero l’importanza della risata e di quell’arte, a volte scioccamente ritenuta di rango inferiore nelle arti sceniche, che è l’arte del clown, e che, come chiunque faccia teatro sa, è invece l’arte più difficile: incorpora una capacità di tenere ritmo, attenzione, controllo costante di sè e dell’uditorio, in un gioco di interazione che comprende corpo, mimica, voce, intenzione. Insomma non è un caso che i neuroscienziati continuino a studiare questo elemento della comunicazione umana come una miniera a cui attingere su moltissimi fronti.

-2.jpgE non c’è nemmeno bisogno di scomodare le neuroscienze se già Groucho Marx diceva che “i clown sono efficaci quanto le aspirine…ma con una velocità doppia”.
Milano in questi ultimi tempi è una delle città italiane che sta dando più ospitalità tanto al nuovo circo quanto alla figura del clown. Il nuovo circo, infatti, liberato sempre più spesso del fardello ottocentesco e neocoloniale degli animali esotici in cattività, è divenuto ormai un’espressione del linguaggio delle arti sceniche che unisce mimo, acrobazia, musica e clownerie in figure uniche, capaci di forme d’arte tutt’altro che elementari, con creazioni sofisticate e di ottimo livello.
Ne sono prova diversi degli spettacoli che occupano per un’intera settimana a Milano il cartellone della prima edizione del Festival Tendenza Clown, progetto di C.L.A.P.Spettacolodalvivo in collaborazione con l’Associazione Pier Lombardo, il Teatro Franco Parenti (che ospita la rassegna), “Open Circus” e Circus Zone (Institut Français), con il sostegno del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con il patrocinio di Regione Lombardia e del Comune di Milano.
Non solo una rassegna, ma anche un vero e proprio incontro di studiosi di fama internazionale: da un lato spettacoli innovativi e di qualità, e dall’altro workshop e incontri con la partecipazione di figure leggendarie di questa arte. Sono 7 gli spettacoli del festival, con personaggi quali Leo Bassi, Avner the Eccentric, Okidok, LPMLes Rois Vagabons e Teatro Necessario, un vero e proprio melting pot che riunisce artisti da Francia, Spagna, Belgio, Italia, Germania, Brasile e Stati Uniti. Uno spettacolo al giorno dal 1 al 7 maggio, mettendo a confronto generazioni e stili differenti, dai mostri sacri dell’arte del clown come Leo Bassi (Venerdì 4 Maggio) e Avner the Eccentric (Lunedì 7 Maggio per il gran finale).
I primi due giorni di festival hanno visto in scena due compagnie fra le più significative espressioni della clownerie contemporanea: i francesi Les Rois Vagabonds, musicisti clown, con “Concerto pour deux clowns” ed i belgi Okidock con “Slips inside”  .

-1.jpg

Concerto pour deux clowns vede in scena due clown acrobati e musicisti, Igor Sellem e Julia Moa Caprez, che da un decennio portano avanti una ricerca personale sul ritmo comico che ha come ingrediente centrale anche le loro personali abilità musicali, come polistrumentisti. Concerto è lavoro di grande eleganza che, pur cominciando nella miglior tradizione clownesca con un grande spazio al mimo e all’acrobazia, si va pian piano complicando per arrivare in uno spazio rarefatto di riflessione sull’arte e la vita d’artista.
In controluce il senso della provvisorietà, la solitudine di chi fa arte, le grandi domande della vita, in un finale che vede in scena per un cammeo anche il figlio del duo. Lo spettacolo, con pochi elementi simbolici, ma costruito con un grande rigore cromatico e compositivo e una serie di equilibri non banali per lo sguardo, porta lo spettatore dentro un congengno scenico in cui si inizia con il sorriso e si finisce con la bocca aperta fra stupore e incredula emozione, per dove i due siano poi capaci di condurre emotivamente chi segue. Un grande successo ed una visione estremamente raffinata.

Solo apparentemente meno complesso (ma solo perchè si presentano in scena in accappatoio e mutande) appare Slips inside del duo belga Okidock, composto da Xavier Bouvier e Benoît Devos. Tutto centrato sulla comunicazione non verbale, la complessa costruzione scenica è erede della gag comico-fisica in stile Laurel-Hardy, con inserti acrobatici ma soprattutto con una gestione del tempo comico davvero incredibile.
Capaci di indurre nel pubblico il riso fino alla sua declinazione parossistico-isterica, gli artisti indagano con uno spettacolo comico surreale ogni tipo di risata, da quella più grassa e farsesca a quella nervosa, che nasce dall’attesa del gesto, dall’emozione che resta sospesa. Il tutto senza oggetti, in un crescendo pirotecnico e poetico che ha praticamente fatto sì che il pubblico, dopo gli applausi, prendesse de facto in ostaggio gli artisti che, dopo alcune ulteriori gag improvvisate, sono dovuti uscire dalla sala per convincere i presenti che lo spettacolo era finito veramente e che non avrebbero concesso altre risate.

Nel primo weekend di Maggio spazio anche a Teatro Necessario, una delle compagnie italiane più applaudite a livello internazionale che porta al festival due cavalli di battaglia del proprio repertorio (5 Maggio ore 16.30 con “Clown in libertà” e Domenica 6 ore 21.00 con “Nuova Barberia Carloni”).

E comunque sappiatelo: ridere rende persino più attraenti. Lo dimostra la scienza. Se non ci credete leggete qui. Un motivo in più per correre al Franco Parenti in questi giorni, se il vostro estetista o chirurgo plastico si è arreso.

TENDENZA CLOWN

PROGRAMMA DEL FESTIVAL
Teatro Franco Parenti – Milano
Martedì 1 Maggio
ore 21.00: Les Rois Vagabonds (Francia), “Concerto pour deux clowns

Mercoledì 2 Maggio
ore 21.00: Okidok (Belgio), “Slips Inside

Giovedì 3 Maggio
ore 21.00: LPM (Spagna/Germania/Brasile), “Piti Peta Hofen show

Venerdì 4 Maggio
ore 19.00: Leo Bassi (Spagna), “L’ultimo Buffone

Sabato 5 Maggio
ore 16.30 – Teatro Necessario (Italia), “Clown in libertà

Domenica 6 Maggio
ore 21.00 – Teatro Necessario (Italia), “Nuova Barberia Carloni

Lunedì 7 Maggio
ore 21.00 – Avner The Eccentric (USA), “Exceptions to gravity

Convegno

Il Clown oggi tra circo contemporaneo, teatro e performance
4 maggio 2018 dalle ore 10.00 alle ore 17.00
Consulenza artistica: Valeria Campo