RENZO FRANCABANDERA | Abbiamo parlato, nel primo pezzo di questo dittico, circa i giorni di B.Motion Danza a Bassano e le esperienze artistiche provenienti da ogni parte del mondo, quasi tutte in prima assoluta o in prima nazionale, speciali commissioni, creazioni generate o selezionate da progetti internazionali delle quali Opera Estate è partner.
Anche la proposta italiana ha avuto queste caratteristiche, proponendo creazioni assai originali sul tema del linguaggio e regalando uno spaccato onesto e reale dello stato dell’arte della danza indipendente italiana. Da Chiara Bersani – segnalata da PAC per il premio rete critica e che ha completato il suo percorso coreografico sul progetto Gentle Unicorn di recente al Festival dello Spettatore ad Arezzo dando un finale concreto al suo assolo –, fino a Daniele Ninarello che abbiamo seguito nei diversi festival estivi con le sue proposte che potremmo definire in qualche modo metafisiche rispetto al movimento e al concetto di presenza umana sul palcoscenico, e agli altri  danzatori di cui abbiamo potuto seguire le performance a B.Motion: Francesca Foscarini, Siro Guglielmi, Francesca Pennini con CollettivO CineticO e Andrea Costanzo Martini.

Dal 15 al 25 giugno Costanzo Martini è stato in residenza negli spazi del CSC Garage Nardini con il collettivo Dance Makers, per proseguire la propria ricerca coreografica, e il festival ha ospitato ad agosto sia uno spettacolo, Scarabeo, che delle creazioni estemporanee in diversi luoghi della città con Yaara Moses, Ido Batash e Andrea Costanzo Martini. Avevamo seguito nel 2015 alcuni degli spettacoli d’esordio dell’artista piemontese in contesti site specific come la commissione per Teatro a Corte presso la reggia di Venaria, molto ispirata e legata al tema della residenza di caccia. Era predominante l’elemento della natura selvaggia contrapposta alla ricchezza architettonica formale del luogo. Un ossimoro su cui bene aveva creato la fantasia del danzatore, in quell’occasione in duo con Adi Weinberg.

B Motion Bassano Danza
disegno di Renzo Francabandera

Nelle piccole coreografie urbane proposte, invece, a Bassano il tema sembra essere quello della scoperta dell’ignoto che si nasconde dietro l’angolo. Figure misteriose si palesano nella città con movimenti antropomorfi, lasciando allo spettatore il senso di un incontro con il possibilmente diverso da noi, giocando sul codice dell’ironia sempre presente nei lavori di Martini. Un’ironia più misurata in questa dimensione situazionista e per alcuni versi improvvisati più di quanto non lo sia in Scarabeo, creazione coreografica proposta al garage Nardini, e interpretata da due ballerini, uno dei quali lo stesso Costanzo Martini e l’altro Avidan Ben-Giat. La prima di Scarabeo è stata al Suzan Dellal Center nel Novembre 2016. Fra reminiscenze simboliche dell’antico Egitto e giochi da tavolo tardoadolescenziali la coreografia si muove nelle due diverse corporeità dei danzatori, quella da supermarionetta di Costanzo Martini e quella più carnale e suadente di Ben-Giat che creano una narrazione dapprima in uno spazio vuoto, popolato di rimandi a un’atmosfera comica, e poi in un post umano immaginario, successivo ad una catastrofe.

I due danno vita ad uno spettacolo sul tono della gag da cartoon, dall’ambientazione misterico-preistorica, nella quale prenderli sul serio è impossibile fin dai primi secondi dello spettacolo. Il testo scenico, per larga parte divertente e godibile, non sa però trovare una chiusa adatta e all’altezza dell’idea svolta, giocando sulla componente essenziale dell’ironia, la brevità e la capacità di fermarsi sulla battuta per scatenare l’empatia. Invece, perdendosi in una serie di doppi finali sostanzialmente inutili, la drammaturgia corporea perde molta della sua forza propulsiva proprio sul finale, in quella ipotetica seconda parte, nebulosa come il fumo che invade la scena.

Benvenuto Umano collettivo cinetico disegno di renzo francabandera
disegno di renzo francabandera

Benvenuto Umano di CollettivO CineticO è opera dalla gestazione lunga e complessa di cui Pac ha già parlato l’anno scorso con l’analisi di Ilena Ambrosio. Qui a Bassano viene presentata una seconda versione che  mantiene l’impianto della prima cercando nuove propulsioni creative, ma che ancora lascia un senso generale di bellezza incompiuta. Non che l’arte debba avere un fine o una didascalia di senso che la giustifichi, ma la coerenza interna di questa creazione ancora manca di alcuni ingredienti. Nello spazio libero e assente di scenografie gli artisti si muovono attraverso un sistema di visori che impediscono a tutti loro, fatta eccezione per la coreografa, di muoversi nello spazio se non mediati attraverso un dispositivo elettronico. Questa costrizione permane per buona parte del lavoro che, come tutti quelli recenti di CollettivO, si interroga su un senso dinamico del vivere in un contesto in cui l’elemento costrittivo si conclude proprio con la sua epifania simbolica: Angelo Pedroni legato e appeso nel finale come un agnello sacrificale, o un adepto di pratiche smb, lasciato inerme ed oscillante, sospeso da terra, dal suo dominante. Magari è solo un rimando al pendolo. Non ci sarebbe da stupirsi visto che Benvenuto Umano è il lavoro conclusivo di un progetto coreografico decennale ispirato a Foucault e agli affreschi di Palazzo Schifanoia a Ferrara e attraversa insieme: medicina cinese, grafica giapponese, anatomia, astrologia, paganesimo e circo.
Un’idea che da quei segni pittorici e filtrata per tutte queste commistioni arriva a noi con spunti per certi versi da estetica decadente, post-liberty dove il senso sembra essere in una sorta di inesplicabile impossibilità di guardare in faccia alla libertà senza auto costringersi alla deprivazione. Come sempre la creazione non è banale, valorizza le esperienze di ciascuno dei membri del collettivo. Rimane però più la sensazione di alcune combinazioni estetiche riuscite che di un affresco capace di restituire il senso di un corpus concettuale unico. Alcune parti possono sicuramente trovare utile sintesi e distillazione.

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disegno di uno dei bambini partecipanti al progetto Mini B Motion

One, il nuovo assolo di Siro Guglielmi, sviluppato nel 2018 da una serie di residenze offerte dal CSC di Bassano in contesti internazionali, lavora sul tema dello spiazzamento e della capacità dell’essere umano di adattarsi e sopravvivere. Ha danzato nella compagnia del Balletto di Roma diretta da Casarotto e lavora come danzatore freelance per diversi coreografi; dal 2017 ha cominciato a proporsi come autore di propri spettacoli e la sua prima creazione p!nk elephant è stata selezionata e promossa dalla Rete Anticorpi xl.
Pur rivelando ovvie acerbità sia strutturali che coreografiche in una costruzione fatta di ripetizioni ossessive di gesti quasi ginnici, di un erotismo voyerista da palestra (è in divisa azzurra da atleta), di una navigazione in surf in solitaria verso spazi inesplorati, essa ci consegna comunque un corpo capace di libertà e audacia. Il pensiero deve crescere, insieme alla consapevolezza dei propri mezzi e della finalità della propria indagine, traslando la propria identità oltre il fatto identitario, per cercarsi in un passaggio meno simbolico, alla ricerca di gesti primordiali. A quel punto forse il corpo di Guglielmi ci racconterà storie in modo molto diverso rispetto a quello che abbiamo avuto modo di conoscere nello spazio del Museo cittadino ma forse più interessanti e originali rispetto a quello che possiamo immaginare con questi primi passaggi proiettandoli in un futuro argomentativo.

SCARABEO – Angles and the void

coreografia Andrea Costanzo Martini
Interpreti Avidan Ben-Giat e Andrea Costanzo Martini
Drammaturgia Yael Biegon-Citron
Direttore delle prove Melanie Barson
Disegno luci Yoav Barel
Suono Binya Reches
Costumi Nir Lenita e Idan Lederman
Musica Julyan, John Cale/B. Eno e Franco Battiato
Produzione Roy Bedarshi
Promotore e agente Vicens Mayans
Consulenza artistica Hillel Kogan

YAARA’S DANCES, IDO’S DANCES, ANDREA’S DANCES

con Yaara Moses, Ido Batash e Andrea Costanzo Martini

BENVENUTO UMANO

Ideazione, regia, coreografia Francesca Pennini
Dramaturgia e operatore Shiatsu Angelo Pedroni
Azione e creazione Simone Arganini, Carmine Parise, Angelo Pedroni, Francesca Pennini, Stefano Sardi
Suono e voce Simone Arganini, Stefano Sardi
Coproduzione CollettivO CineticO, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Festival Città delle 100 Scale in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione, Progetto Corpi & Visioni – promosso da Comune di Correggio con il sostegno di MiBACT, Regione Emilia-Romagna, Centrale Fies – art work space residenze Teatro Asioli (Progetto Corpi & Visioni), SZENE Salzburg, Teatro delle Briciole, L’Arboreto – Teatro Dimora

ONE

coreografia e interpretazione Siro Guglielmi
musica Cristiano de Palo
produzione Zebra