GIAMBATTISTA MARCHETTO | Come in una tragedia antica, è il coro ad aprire Il canto della caduta di Marta Cuscunà – presentato in prima assoluta a Udine nel programma Teatro Contatto del CSS – e in questo caso sono i corvi appollaiati sopra il campo di battaglia in attesa di pasteggiare con i cadaveri che la guerra lascia in dote da che mondo è mondo. Eppure potrebbe non esser così da sempre, perché la leggenda dei Fanes – eredità dei ladini delle Alpi centrali – racconta di un’età dell’oro durante la quale il perno della comunità erano le madri e di eterni bambini nascosti nel ventre delle montagne in attesa che il tempo dei padri, delle guerre, del sangue finisca.

Marta Cuscunà rilegge il mito attraverso gli studi dell’archeomitologa Marija Gimbutas e dell’antropologa Riane Eisler, secondo le quali, nel Neolitico, in Europa, le società erano prevalentemente egualitarie e pacifiche, mentre il femminile era centrale nella visione del sacro e nella struttura sociale. E se l’archeo-mitologia richiama alla memoria la rilettura della Medea di Christa Wolf curata da Giuliana Musso qualche anno fa, è nella storia portante del mito di Fanes che si concentra la forza dell’opera di Marta Cuscunà.

L’artista monfalconese conferma con questo allestimento una straordinaria versatilità nelle azioni di animazione, estendendo il proprio lavoro a puppet dalla natura differente. Così fin dalla prima scena muove i corvi meccanici, realizzati dalla scenografa Paola Villani, attraverso un set di joystick che utilizza tecnologie applicate in animatronica e contestualmente interpreta quattro voci differenti, con una abilità e velocità che ogni volta lascia una forte impressione nello spettatore.

Marta Cuscunà ph Daniele Borghello(5)
Ph Daniele Borghello

Il percorso tocca però le corde più intime con un respiro potente nel momento in cui l’artista torna al rapporto corpo-pupazzi, per animare con una sensibilità profonda e dolente i protagonisti dell’opera: i bambini che attendono nascosti nella montagna e soffrono un distacco crudele da un mondo ormai in balia delle guerre volute dagli uomini. «Ho cercato di immaginarli e li ho visti nascosti sotto teste di topo, come i bambini disegnati degli streetartist Herakut», spiega Cuscunà. E l’effetto è davvero emotivamente intenso.

La linea drammaturgica più debole è invece quella legata alle vicende di una principessa mandata a morire in battaglia dal padre, essenzialmente per timore di perdere il potere. La scelta di far leggere i dialoghi su un monitor al centro della scena, mentre un frastuono guerrafondaio martella le orecchie, risulta interessante perché segna il superamento della dimensione di narrazione nel lavoro di Cuscunà, ma allo stesso tempo “diluisce” l’empatia che riesce a creare con il suo teatro di figura.

marta cuscunà scena - ph Daniele Borghello
Ph Daniele Borghello

Nonostante il rimando alla dimensione escatologica dell’epica di Fanes, la chiusa dello spettacolo non è segnata dalla visione di un auspicato ritorno alla madre, ma è piuttosto la disperazione a prendere il sopravvento. E dopo che le armi lasciano sul terreno i cadaveri delle nuove generazioni portatrici di speranza, l’epilogo tragico lascia la parola ai corvi, ancora una volta pronti a banchettare celebrando il rito del mors tua, vita mea.

 

IL CANTO DELLA CADUTA 
liberamente ispirato al mito del regno dei Fanes
di e con Marta Cuscunà
progettazione e realizzazione animatronica Paola Villani
assistente alla regia Marco Rogante
progettazione video Andrea Pizzalis
lighting design Claudio “Poldo” Parrino
costruzioni metalliche Righi Franco Srl
partitura vocale Francesca Della Monica
sound design Michele Braga
esecuzione dal vivo luci, audio e video Marco Rogante
assistente alla realizzazione animatronica Filippo Raschi
collaborazione al progetto Giacomo Raffaelli
distribuzione Laura Marinelli
co-produzione Centrale Fies, CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Torino, Sao Luiz Teatro Municipal | Lisbona
in collaborazione con Teatro Stabile di Bolzano, A Tarumba Teatro de Marionetas | Lisbona

Making of il canto della caduta from Marta Cuscuna on Vimeo.

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