LAURA BEVIONE | In un angolo del palcoscenico una donna in camice bianco seduta a una scrivania. Lo spaccato di un ambulatorio medico, anonimo e asettico ma, per fortuna, attraversato quotidianamente da decine di uomini e donne “diversamente” normali, di fronte alle quali neppure chi sta dall’altra parte della scrivania – quella apparentemente più sicura – riesce a conservare scientifico distacco.

Lo spettacolo, proposto nella serata del primo novembre scorso al festival Differenti Sensazioni, è frutto del laboratorio condotto a Genova dalla regista Anna Solaro e dal suo aiuto Giancarlo Mariottini con gli attori/pazienti del Gruppo Stranità e mira a comporre in scena una Sintomatologia dell’esistenza, così come recita il titolo.

Senza velleità né ambizioni universalistiche, l’obiettivo perseguito è quello di indagare e ritrarre in scena le infinite sfaccettature dell’esistenza umana: fragilità, dubbi, idiosincrasie, paure e passioni, appartenenti tanto ai pazienti quanto ai medici, tutt’altro che esenti da debolezze e incertezze.

Sono almeno una ventina gli attori/performer del Gruppo Stranità che, per mezzo di azioni collettive ovvero di dialoghi a due con la dottoressa seduta a quella scrivania che risulta sempre più inefficace nel garantirne l’invulnerabilità emotiva, raccontano con efficace naturalezza la propria esperienza di malattia mentale.

Non vi sono diagnosi né digressioni psichiatrico-scientifiche, bensì il racconto di desideri e fobie, difficoltà quotidiane – il sonno che appare un miraggio, per esempio – e sogni che si vorrebbero trasformati in realtà.

teatrodell'ortica - primo novembre DSXXXINon si tratta di edulcorare né tanto meno di banalizzare la malattia mentale quanto di restituirla alla sua corretta dimensione, certo descrivendone i molteplici sintomi ma focalizzando la narrazione sulla complessità che essi esprimono, ovvero su quel male di esistere che tormenta anima e mente di tutti noi e che, a volte, può tradursi in patologia.

Non stupisce, dunque, che molti degli spettatori si siano identificati nei racconti dei performer né, peraltro, che la stessa dottoressa non sia immune da temporanei esaurimenti: la “normalità” della malattia mentale è ciò che in fondo qualifica l’esistenza umana e dunque non ci resta che accettarlo e apprendere a convivere con le nostre fragilità, imparando a riconoscerle e a riderne, coltivando quell’autoironia che è arma efficacissima per sopravvivere in una realtà assai più malata di quanto lo siano gli attori/pazienti del Gruppo Stranità.
Una realtà la cui percezione è inesorabilmente soggettiva e parziale, presupposto da cui muove il passo a due On/off creato da Antonino Ceresia della Cie Essevesse di Marsiglia e proposto nella stessa serata del festival organizzato da Stalker Teatro.

Un uomo e una donna e uno sfondo animato a intervalli da proiezioni astratte, immagini geometriche e flessuose, ambigue e differentemente interpretabili, appunto come l’universo che ci circonda.

cieessevesse oriz ridLe proiezioni e l’accurato disegno luci, che non disdegna il chiaroscuro e, a tratti, il nero totale, concorrono a una drammaturgia in cui il gesto dei due danzatori – purtroppo non sempre convincenti per grazia e disinvoltura – disegna ulteriori e sfaccettate immagini, moltiplicando rimandi e suggerimenti, allusioni e possibili visioni.

Uno spettacolo che immerge l’occhio del pubblico all’interno di un vero e proprio caleidoscopio, policromo e mutevole, suggestivo correlativo oggettivo di quanto avviene in quella parte del cervello umano in cui visioni, parole, eventi vengono costantemente immagazzinati, rimescolati e aggiunti quali nuovi tasselli di quel personalissimo e unico microuniverso che ognuno di noi si illude corrisponda alla realtà. Ma, d’altronde, esiste davvero un mondo oggettivamente reale?

Forse la risposta – se esiste – potrebbe esserci suggerita dagli spettacoli nel cartellone dell’ultima settimana di Differenti Sensazioni, da mercoledì 7 novembre – con Shivoham di e con la coreografa e danzatrice Antonella Usai – fino a sabato 10 con Teatrino Giullare e Paola Madrid.

 

SINTOMATOLOGIA DELL’ESISTENZA

di e con gli attori del Gruppo Stranità

regia Anna Solaro

produzione Stranità, Teatro dell’Ortica (Genova)

 

 

ON/OFF

direzione artistica Antonino Ceresia

musica Marie Bernard

video makers Camille Renoux, Matilda Goli, Cyril Nesty

responsabile interazione Tom Lauchez

produzione Cie Essevesse; con il sostegno di L’atelier Dantza-Pau, Le Transformateur-Allauch, La Fabrique Mimont-Cannes, Scène 44 n+n, Corsino-La friche Belle de mai-Marseille

Officine Caos, Torino, 1 novembre 2018

www.officinecaos.net  www.stalkerteatro.net