RENZO FRANCABANDERA | «Il terzo anno gli insegnanti si accorsero di avere a che fare con un genio. Ho avuto la fortuna di assistere alla nascita di un talento formidabile materiato di istinto sociale con la necessità di esprimersi artisticamente. Il mondo di Gian Maria era complesso e variegatissimo: la solitudine, il senso dell’orrore, la fragilità, l’onnipotenza; tutto racchiuso in un bellissimo ragazzo».
Così lo ricorda Francesca Benedetti, sua compagna di corso all’Accademia di Arte Drammatica dove Orazio Costa pochi anni prima lo aveva ammesso, diventandone poi mentore e maestro. In ogni ambito in cui operò, teatro compreso in special modo agli esordi, tentò sempre di modificare, innovare, vivere con pienezza totale il suo tempo, collaborando con grandissimi del suo tempo (come quando fondò nel 1964 insieme ad un gruppo di artisti e studiosi memorabili Teatro Scelta.
Ma cosa ricordiamo noi di Gian Maria Volontè? Questo grandissimo interprete del cinema italiano e non solo, ha rappresentato sul set quello che in fondo è stato nella vita, un talento artistico e un combattente che ha cercato di modificare e indirizzare il suo destino, agendo politicamente nel suo tempo.
Una serie di incontri pubblicazioni riportano in questi giorni all’attenzione il profilo di un attore straordinario talento, forse fra i massimi che l’Italia abbia conosciuto nel secondo dopo guerra, e pure di recente un po’ obbligato, legato intimamente come è stato alle vicende politiche e culturali degli anni 60 e 70 di cui è stato emblematica icona con moltissime sue interpretazioni.
In omaggio alla sua figura da anni opera a Roma, pubblica e gratuita, la Scuola d’Arte Cinematografica “Gian Maria Volonté”, un Centro di alta formazione della Regione Lazio, dedicata alle principali professioni del cinema: Regia, Sceneggiatura, Produzione, Recitazione, Fotografia, Scenografia, Costume, Ripresa del suono, Montaggio del suono, Montaggio della scena, Vfx Compositing. I suoi docenti sono affermati professionisti del cinema italiano.
E proprio qui Lunedì 21 gennaio ore 14.30, in Via Greve 61, Roma ci sarà un appuntamento speciale per le allieve e gli allievi della scuola e la stampa: la presentazione di due recenti pubblicazioni dedicate alla figura di Gian Maria Volonté: Gian Maria Volonté di Mirko Capozzoli (add editore) e Gian Maria Volonté. Recito dunque sono di Giovanni Savastano (Edizioni Clichy).
Del grande artista rivoluzionario parleranno, con Giovanna Gravina Volonté, i due autori, Mirko Capozzoli e Giovanni Savastano alla presenza di Fabrizio Gifuni, Antonio Medici, Paola Sangiovanni, Silvia Scola e Daniele Vicari.
Volonté ha costruito il film della sua vita attraverso grandi collaborazioni e incredibili rifiuti: un viaggio lungo poco più di sessant’anni, cominciato durante il ventennio fascista, a Torino, e chiuso all’alba del primo governo Berlusconi. Ma chi era davvero Gian Maria Volonté?
Un tentativo nel senso della ricostruzione di una sorta di diario di vita, attraverso una biografia attenta e minuziosa, lo ha compiuto appunto Mirko Capozzoli, regista e montatore video, che dopo aver dedicato all’attore la sua tesi di laurea, ha collaborato a diversi progetti tra cui Indagine su un cittadino di nome Volonté prodotto da Atacama Film. Per add editore ha curato la pubblicazione del diario di Albertino Bonvicini e la regia del documentario Fate la storia senza di me, selezionato nel 2010 alle Giornate degli Autori della 67° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
In questo curato e documentato volume, l’autore giustappone una quasi maniacale ricerca documentale e d’archivio che arriva ai registri scolastici dell’artista, ad un tentativo di sguardo collettivo sulla persona, affidata alle voci di chi con Volontè ha vissuto le sue stagioni più intense.
Emigrante in Francia per fuggire da una ingombrante figura paterna (fascista della prima ora e condannato a trent’anni di carcere per omicidio), Gian Maria fu dapprima attore teatrale e poi dai prima anni Sessanta in poi protagonista del cinema e della televisione. Ma fu anche moltissime altre cose: istruttore di vela, cubano sottotraccia, militante del Partito Comunista ed extraparlamentare, esponente del sindacato attori, antesignano del Sessantotto. Le sue battaglie politiche per la tutela del ruolo degli attori e dei lavoratori dello spettacolo tornano d’attualità proprio in questi giorni in cui il famoso disegno di legge pare di nuovo imboccare la via delle nebbie. Alla mente tornano le battaglie dell’uomo impegnato che cercò strenuamente di creare un fronte compatto fra gli artisti per rivendicare i diritti del lavoro, un’utopia allora come anche ora.
Mirko Capozzoli nel libro, anche grazie alle interviste di Alejandro de la Fuente, ripercorre la storia in un libro arricchito da documenti privati e testimonianze inedite, come una lettera di Giovanna Gravina Volonté, e le interviste ad Armenia Balducci, Carla Gravina e Tiziana Mischi.
In occasione dell’incontro romano, verrà anche proiettato anche La commedia è finita, elaborato audiovisivo creato durante il Valigialab 2018, laboratorio residenziale di alta formazione sulle tecniche di recitazione, ideato dal professor Ferruccio Marotti e realizzato all’interno del festival La valigia dell’attore dall’Associazione Quasar, in collaborazione con il Centro Teatro Ateneo de La Sapienza Università di Roma fino al 2014, e dal 2013 con la Scuola d’Arte Cinematografica “Gian Maria Volonté”. Dal 2010 La valigia dell’attore, manifestazione dedicata al lavoro d’attore e intitolata a Gian Maria Volonté, propone nell’isola di La Maddalena in Sardegna, anche un laboratorio residenziale gratuito di alta formazione sulle tecniche di recitazione rivolto a giovani provenienti dalle principali scuole nazionali di recitazione e dai corsi di cinema e di teatro delle Università.
La realizzazione del Valigialab 2018 è stata resa possibile grazie al sostegno del Mibac e di Siae, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”, e alle borse di studio del NUOVOIMAIE e della Scuola d’arte cinematografica “Gian Maria Volonté”.
Volontè fu ritrovato morto dal regista Theo Anghelopulos con il quale stava girando un film. Vi proponiamo qui un ulteriore documento, l’integrale del film documentario Gian Maria Volontè, un attore contro del Centro Teatro Ateneo dell’Università La Sapienza.
Appena finito il libro di Capozzoli. Splendido, Volonté viene fuori a tutto tondo, come era. A volte ci si dimentica che è una biografia, sarà per la sua coralità, ma sembra di aprire una dimenticata scatola di vecchie fotografie, che però ci riguardano ancora. Soprattutto per quello che non siamo stati capaci di diventare. Milton56
[…] Paneacqua culture, Gian Maria Volontè: paradigma di artista impegnato che fatica a riproporsi, pa… […]
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