RENZO FRANCABANDERA | C’era aspettativa, ed era giusto ci fosse. La cosa si prolungava da tempo.
E alla fine hanno deciso. Il Consiglio di Amministrazione del Teatro di Roma – Teatro Nazionale, d’intesa con i Soci Aderenti (Comune di Roma, Regione Lazio, e Ministero per i beni e le attività culturali), ha conferito ieri all’unanimità a Giorgio Barberio Corsetti la Direzione dello Stabile Capitolino per il triennio 2019/2021, nominando anche Francesca Corona come consulente artistica per il Teatro India.

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Foto A. Le Pera

Di Barberio Corsetti ricordo, per averli visti, spettacoli potenti con protagonista un giovanissimo Filippo Timi, spettacoli di notte al parco degli Acquedotti a Roma, e in fabbriche abbandonate sulla Tiburtina, incentrati sul lavoro dell’attore ma anche sulla tecnologia. Parliamo senz’altro di una figura di spicco del teatro italiano, con diversi decenni di grande ispirazione e creatività legata al nuovo. Fondatore della compagnia La Gaia Scienza a metà degli anni Settanta, e poi venti anni dopo direttore artistico della Biennale di Teatro di Venezia dal 1999 al 2002, proprio gli anni in cui ha messo in scena tra l’altro l’adattamento delle Metamorfosi di Ovidio in collaborazione con la compagnia francese Les Colporteurs (quella del Parco degli Acquedotti, appunto).

E poi allestimenti quasi kolossal come Le città visibili al Napoli Teatro Festival del 2009 al Real Albergo dei Poveri, con le sedute che ruotavano in una scena, in una coproduzione internazionale con Singapore. Spettacoli, specie gli ultimi, dal tratto surreale e immaginifico, che hanno evidentemente fatto emergere, di Corsetti, la grande creatività e la professionalità artistica, distintasi negli anni per originali riletture del repertorio classico e per l’attenzione alla drammaturgia e al contemporaneo. Ultima di queste il Lear del 2017 con il quale ha salutato le scene Ennio Fantastichini.

A lui sono affidate ora progettazione e programmazione artistica dei Teatri Argentina, India, Torlonia e Valle e le mansioni più prettamente organizzative che saranno coadiuvate dalle competenze delle professionalità interne al Teatro.

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Foto C. Pajewski

Ma Barberio Corsetti sarà affiancato soprattutto da Francesca Corona in qualità di consulente artistica per la programmazione del Teatro India. La Corona, curatrice e direttrice generale del festival Short Theatre di Roma, è sicuramente una figura legata alle novità della teatralità contemporanea e del nuovo spazio della drammaturgia, da sempre impegnata nel monitoraggio e sviluppo del panorama artistico nazionale ed internazionale.

La ricordiamo nel recente video messaggio con cui, dall’India, dove era per questioni di progetti artistici, ringraziava per l’assegnazione del Premio Ubu 2018 nell’ambito della nuova categoria “migliore curatore/curatrice o organizzatore/organizzatrice”. Il premio è stato assegnato durante la cerimonia del 7 gennaio al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano, ex aequo con Daniele Del Pozzo, direttore artistico del Gender Bender di Bologna.

Dal 2005, insieme a PAV, Francesca Corona ha curato e organizzato diversi progetti di promozione delle arti performative italiane all’estero, tra i quali Face à Face, progetto bilaterale tra Francia e Italia, ed ha collaborato con artisti come Deflorian/Tagliarini, Lucia Calamaro, MK per la progettualità all’estero.
Dal 2015 è consulente artistica del festival di danza contemporanea DANSEM di Marsiglia, del quale ha preso la direzione artistica nel 2018 con l’obiettivo di far emergere quei processi artistici connessi con il Mediterraneo.

Sembra un cocktail di interessanti possibilità verso il nuovo, con due profili onestamente connessi alla realtà dei linguaggi che sono chiamati a raccontare a una città che in questi anni è molto cambiata, quasi brutalizzata da se stessa e incapace a tratti di reagire. Avevamo raccontato con una certa desolazione i tentativi di rimettere in piedi nella programmazione e nella direzione di questa preziosa istituzione nazionale.

Negli ultimi anni, come noto, ci ha provato Antonio Calbi: sono stati anni di passaggio amministrativo non banale per la Capitale con la nuova giunta Raggi, l’assessore Bergamo; sono stati anni comunque di nuovi progetti, alcuni coronati da diversi riconoscimenti e premi, per rilanciare un Teatro rimasto un po’ esterno rispetto all’internazionalità e al calibro progettuale che una istituzione di quella sorta deve avere. Alla fine il teatro a Roma è stato molto più interessante e rivoluzionario nella programmazione di RomaEuropa Festival, per esempio, o in festival come Short  Theatre pur con le sue contraddizioni, e in tutta la scena dei piccoli ma agitati teatri off, dall’Angelo Mai alle Carrozzerie NOT, all’Argot, al nuovo corso artistico del Vascello ecc.

260px-S_Eustachio_-_teatro_Argentina_1010120Cosa dobbiamo aspettarci ora?
È una bella sfida quella che dovrà affrontare questo duetto, che sicuramente è molto noto all’ambiente e alla comunità artistica cittadina. Qui parliamo proprio di un ticket che coniuga istanze di rinnovamento ma anche di una sfida anagrafica, considerando che la Corona è fra le più giovani in quel ruolo in Italia, in un teatro nazionale. E questo appare senza dubbio un merito. Non perchè l’anagrafe sia testimonianza di alcunchè, ma in Italia occorre dire che una cesura generazionale è ormai necessaria.

Il teatro italiano è diretto da una classe dirigente per la gran parte over 50, se non 60. Pochissimo spazio ovunque per performatività, teatro partecipato, accessibilità profonda all’istanza culturale. Al di là del grande corso della storia, della rivoluzione digitale, del fatto che il teatro non solo non muoia ancora ma combatta come un leone per resistere alla barbarie, occorre portare il teatro fuori dal teatro.

Questa scommessa del tandem è interessante, e porta alla ribalta comunque un intento sperimentale, che potrebbe anche dare una scossa bella.
Perchè è vero, molto contano i soldi che si hanno per fare i progetti. Ma molto di più conta la passione profonda per viverli. E per dare alla città una visione, una direzione, la speranza di poter anche ripensarsi profondamente.
E quanto ne ha bisogno Roma!

In bocca al lupo a voi, Giorgio e Francesca!
Vi pungoleremo.