ANTONIO CRETELLA | Un piccolo elenco delle cose buone fatte da Mussolini: bonifica delle aree paludose; istituzione di dopolavoro per le classi lavoratrici; sconti e bonus per le vacanze in località di lusso prima inaccessibili per le classi medio-basse; nuove opere edilizie, tra cui stadi e strutture sportive; agevolazioni e regali per matrimoni e gravidanze; la befana fascista per tutti i bambini. Un santo, praticamente.
Ma vediamo le reali motivazioni di ognuno di questi singoli provvedimenti.
Bonifica delle aree paludose: base di partenza di un programma economico di rivalutazione delle aree rurali, quale tassello della vagheggiata autarchia economica. L’italia avrebbe dovuto produrre da sé tutte le derrate alimentari. In realtà, lo scopo era anche quello di creare nelle campagne un organico sistema gerarchizzato di controllo delle masse rurali, evitando l’inurbamento e la mobilità sociale. Il sistema fascista contava molto sulla divisione tra ambiti rurali e ambiti urbani, in cui adottava sistemi di controllo e di persuasione differenti, tenendo conto delle differenze sociali, culturali e professionali. Implicita, ovviamente, la funzione propagandistica del richiamo ai sacri valori della terra e del vitalismo naturale (chi non ricorda il machismo del Duce a petto nudo con le balle di fieno?).
Dopolavoro: i dopolavoro fascisti, corredati di tutte le amenità del tempo per il sollazzo del lavoratore, miravano ad eradicare ogni velleità sindacale, facendo diretta concorrenza ai movimenti dei lavoratori di radice socialista; gli stessi che qualche anno prima venivano massacrati dalle camicie nere con l’imprimatur dello Stato liberale. Ovviamente, era necessario aderire al PNF, altrimenti nisba.
Sconti e bonus: servivano a illudere che il regime favorisse una più equa distribuzione delle ricchezza. Era necessario, come sempre, aderire al PNF. Chi non aderiva NON riceveva nulla.
Opere edilizie: rappresentavano il segno esteriore della potenza del regime, giocata sulla falsariga dell’architettura romana. In particolare, le strutture sportive avevano il compito di propagandare il culto del corpo e del vitalismo, nonché favorire un’addestramento di tipo militare, più che prettamente atletico. Inoltre lo sport, come evento di massa, era terreno fertile per l’irregimentazione delle masse.
Matrimoni e gravidanze: Mussolini credeva che la forza di un paese fossero i suoi figli, incoraggiando matrimoni e soprattutto le gravidanze per fornire futuri soldati alla potenza bellica italiana (si lo so, “potenza bellica italiana” fa ridere). Era prevista una tassa per il celibato. Non si era liberi di non sposarsi.
Befana fascista: doni e cioccolata per i bimbi, nonché libricini illustrati sulla FALSA storia del nostro Paese e opere di propaganda per l’infanzia perché già nei primi anni di vita fosse instillata nelle giovani menti il culto del Duce.
In altre parole, le “cose buone fatte da Mussolini” altro non erano che strategie di creazione del consenso e di progressiva coercizione della libertà, che limitava le scelte individuali fino ad annullarle, mascherandoli come interesse pubblico.