RENZO FRANCABANDERA | Questa storia unisce: uno dei più celebri compositori di musica contemporanea, John Cage, in particolare una sua performance del 1960; quindici giovani fuggiti dalla disperazione, che nel 2015 si trovavano in Grecia; spettatori divisi in gruppi da ventiquattro in una provincia di Brescia. Curioso no?
La composizione di Cage è Water Walk, una performance sonora realizzata con oggetti e strumenti di uso comune e ispirati al tema dell’acqua, che il musicista armonizzava in una composizione di ispirazione performativo rumoristica mentre lui si aggirava fra gli stessi. Siamo sul set di uno show televisivo: I’ve Got a Secret.
Ha fatto il suo debutto nazionale a Lumezzane in provincia di Brescia, dentro un ex capannone ora svuotato della sua attività industriale originaria e adibito a spazio per la cultura, Evros Water Walk, ultima creazione presentata in Italia di Rimini Protokoll. Si è trattato di una proposta artistica favorita dal Comune di Lumezzane, che con alcuni partner del territorio e con il Teatro Comunale Odeon, ha promosso la prima edizione di SUPERNOVA Lumezzane Smart Innovation Festival, il primo festival sull’innovazione in ambito industriale e manifatturiero, pensato e realizzato per raccontare il territorio e discutere degli sviluppi futuri dell’industria. È per questa ragione che siamo stati accolti in un capannone industriale, allestito e inaugurato per l’occasione, all’interno del quale era stato dedicato uno spazio alla installazione performativa progettata dai Rimini Protokoll, basata sulle vicende di quei quindici ragazzi arrivati in Grecia da Iraq, Siria e Afghanistan.
Il fiume Evros divide la Grecia dalla Turchia e, dal 2012 la tratta praticabile è stata bloccata da una recinzione di confine, così i rifugiati non hanno avuto altra scelta che intraprendere un viaggio più costoso e più pericoloso, quello via mare dalla Turchia alle isole del Mar Egeo.
In Evros Water Walk Daniel Wetzel ha lavorato con i ragazzi, ormai ad Atene dopo i loro durissimi viaggi culminati nell’attraversamento pericoloso del fiume Evros con mezzi di fortuna, per la realizzazione di un’ambientazione teatrale e di un audio dramma nei quali la versione di Water Walk è rappresentata sei volte e gli strumenti e rumori originali sono sostituiti dalle storie dei quindici ragazzi che raccontano le ragioni che li hanno spinti a fuggire dai loro Paesi verso l’Europa.
Mentre raccontano, suonano il concerto di tre minuti sei volte, ma per via di alcune leggi (internazionali) sugli spostamenti, non possono essere presenti sui set fuori dalla Grecia, perciò gli spettatori prendono il loro posto, ascoltano le loro storie seduti a delle postazioni audio, dove sono posizionati anche degli strumenti musicali e poi, seguendo le istruzioni nelle cuffie dei ragazzi, suonano il concerto.
Dal punto di vista strutturale la performance si svolge in un ambiente scenico di forma quadrata. Sulla parte esterna del quadrato un rialzo di circa dieci centimetri realizzato con una pedana attorno alla quale sono posti alcuni leggii. All’interno di questo quadrato rialzato, ce n’è uno più piccolo, in cui è disposta una serie di oggetti che richiamano la casualità della composizione sonora originaria. Al centro un gommone pieno d’acqua sostituisce la vasca da bagno usata da Cage: allusione evidente al tema della migrazione visto che, sul pavimento di moquette verde su un fondo azzurro, sono ritagliate le sagome del Mar Mediterraneo con le nazioni che lo circondano.
Gli oggetti che compongono le installazioni nel quadrato centrale rappresentano simbolicamente la vita dei giovani migranti. I partecipanti alla performance ripetono per sei volte, ovviamente senza nessuna reale pretesa di replica, l’esecuzione del brano di Cage o almeno una sua divertente e divertita rilettura realizzata con oggetti molto molto quotidiani.
Dopo ogni giro, l’ascolto delle vicende personali delle voci che narrano la loro vita, contribuisce a dare a ciascuno oggetto un portato simbolico, tale per cui, alla fine del percorso, lo stesso diventa una sorta di piccola composizione vitale, con alcuni gesti che hanno una cifra intensamente dolorosa, e con altri riportano che alla leggerezza della gioventù e a quello che queste giovani vite custodiscono: un complesso mosaico di innocenza e dolore, di inconsapevolezza e tragedia.
Dal punto di vista meramente tecnico forse qualcosa di ulteriore si poteva fare con il doppiaggio, che in alcuni momenti fa perdere la bella freschezza delle voci giovani. Quando il cuore di una creazione artistica è una biografia sonora, in cui parte dell’emozione discende dal tono di voce, questo elemento va tenuto nella massima considerazione per la resa in lingue diverse da quella in cui parlano i protagonisti originari.
Per il resto invece la performance è coerente, e permette il rispecchiamento nelle azioni degli altri partecipanti. Fondamentalmente: è forse più importante quello che si vede fare agli altri che quello che si fa in proprio.
Le cuffie auricolari speciali permettono allo spettatore di percepire tutti i suoni prodotti all’interno del set e la collaborazione alla contrazione sonora. I migranti non possono ricreare per gli spettatori il Water Walk e dunque chiedono loro di replicarlo con la stessa forza e energia con cui lo avevano fatto loro.
Un lavoro che, pur nella sua modularità, arriva a creare un congegno vivo e caotico, come la composizione di Cage, in cui si corre di qua e di là, simbolicamente fra le nazioni, trovando ostacoli, oggetti, fughe.
L’ultima replica della composizione, ludica, ha una portata quasi infantile, liberatoria, dopo aver rivissuto i drammi umani delle giovani vite. E tutti i partecipanti giocano, trovano una loro dimensione del fare, prima di lasciare lo spazio performativo mentre una voce preregistrata li informa che sono stati bravissimi.
EVROS WALK WATER
A Cage Re-Enactment
by Daniel Wetzel
concept, direction Daniel Wetzel
dramaturgy Ioanna Valsamidou
assistants Konstantinos Kallivretakis, Ioanna Valsamidou
set Adrianos Zacharias, Magda Plevraki (Assistenz)
sound Peter Breitenbach, Panos Tsagarakis (Assistenz)
light Roger Stieger
consulting Fotis Parthenidis
dolmetscher Bakar, Abbas
product mangement Änne-Marthe Kühn, Heidrun Schlegel (Rimini Apparat), Charlotte Streck
assistant production Kostas Valsamidis