ANTONIO CRETELLA | Quando nacque nel pieno del Medioevo, l’opus francigenum, ribattezzato poi da Vasari “arte gotica”, rappresentò una rottura con l’architettura di origine romana, a pianta larga e dalle mura possenti, preferendo una dimensione ancora inesplorata dello spazio, lo slancio verso l’alto di strutture più snelle, aeree, anticlassiche nella voluta sproporzione degli elementi. La nuova dimensione ascensionale del Medioevo nasceva da un’esigenza pratica: i secoli di guerre e invasioni avevano trasformato i centri abitati in fortificazioni dotate di cinta murarie che proteggevano l’abitato, ma impedivano di fatto l’estensione dello stesso a meno di non distruggere ed erigere nuovamente le mura. Era più conveniente svilupparsi verso l’alto, cosa che permetteva anche di avere uno sguardo più ampio sul territorio circostante. La fuga verso l’alto assunse subito valenze metaforiche: l’alto è il luogo del potere e della dominazione, l’alto è il luogo di Dio. L’arte sacra accolse il cambiamento elaborando nella zona di Parigi un nuovo linguaggio architettonico che assomma in sé il senso di vertiginosa ascensione al divino. Il linguaggio che ne venne fuori si diffuse in tutta Europa, nonostante i localismi e i dissidi, nonostante le resistenze soprattutto in Italia dove i linguaggi anticlassici faticano ad affermarsi, e lo fece grazie alla comune espressione di un senso di alienazione verso l’aldilà, il contemptus mundi che invitava a sbarazzarsi della pesante corporeità in favore della tensione verso l’eccelso. La diffusione paneuropea del linguaggio gotico ne fece il vettore di una cultura comune, sebbene i segni di rottura, di progressiva nazionalizzazione fossero già evidenti. Eppure Notre-Dame dialoga con il Duomo di Milano o la cattedrale di Burgos in Spagna dando un volto comune al continente nell’arco di circa di tre secoli.
Notre-Dame rappresentava anche questo, un latino architettonico comprensibile a tutti gli Europei, elemento unificante e, come recita la dicitura dell’ultima sua fase, internazionale. Che bruci mentre l’Europa si sgretola sembra un funesto segno dei tempi.
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