LEONARDO DELFANTI | Un danzatore sa che, prima di tutto e sopra ogni cosa, quello che egli porta in scena è il corpo, la sua carne. Silvia Bertoncelli, figura storica della Compagnia Naturalis Labor, come danzatrice dal 1996 e come co-direttrice artistica dal 2018, è intenzionata a dedicare nel suo prossimo futuro molta attenzione alla materialità del corpo umano.
Attraverso i lavori Alaska/Chopin e Van Beethoven, la coreografa sembra voler grattare la superficie del muro dietro il quale si cela la sua risposta sul senso del movimento.
La Compagnia Naturalis Labor – “lavoro” ma anche “fatica” naturale – pare porsi, per vocazione, come il contenitore ideale per un progetto tanto immersivo.

29. SILVIA BERTONCELLI - ALASKA CHOPIN_Danza in Rete OFF

In sala prove Silvia Bertoncelli è arrivata con le idee chiare.
Per la prima volta da quando si è avvicinata alla coreografia, ha deciso di non anticipare al periodo di creazione delle ricerche drammaturgiche: l’unico criterio di partenza sarebbe stato l’ascolto del suo corpo e di quello dei danzatori, con i quali predilige creare un legame solido, affinché sia sempre possibile la strada dell’ascolto.
Per la prima volta, inoltre, Silvia Bertoncelli, ha deciso di non prendere attivamente parte alla performance da lei creata. Fondamentale per lei è stata la necessità di mantenere uno sguardo esterno, non distante, ma forse distaccato, che le permettesse di trasmettere e assimilare gli stimoli via via processati.
Infine, ancora per la prima volta, si è confrontata con due grandi maestri della musica: Chopin e Beethoven, per tutti noi molto di più di compositori. Essi sono parte di quella stretta cerchia di artisti main stream che mai potranno trovarci disinteressati.
Il problema legato alla scelta di tali autori non è se presentarli, semmai è come presentarli. Il confronto con i classici, sebbene sia doveroso nella tappa biografica di un artista, non sempre risulta essere anche vantaggioso.

Silvia Bertoncelli e gli interpreti di Naturalis Labor hanno colto la sfida seriamente, senza rinunciare all’ironia e all’avventatezza dei progetti fatti con il cuore.
Attraverso Alaska/Chopin, coproduzione Festival Danza in Rete, la dimensione materica della corporeità viene osservata per mezzo del caleidoscopio dell’universo femminile. La coreografa vuole dare spazio sulla scena ai due poli delle pulsioni potenti della femminilità. Da una parte un corpo freddo, inespressivo, algido, che quando cade sembra disfarsi sul tappeto-danza come un iceberg sul mare Artico; sempre teso a creare immagini eterne di inaccessibile bellezza. Dall’altra un corpo vibrante, agile, capace di guidare lo sguardo dello spettatore verso pose che restino impresse nella memoria perché troppo sfuggenti per poterle assaporare con gli occhi.
La dimensione nordica di un rumore opacizzato, contrapposta a una ballata di Chopin.

Alaska-Chopin-di-Silvia-Bertoncelli-

Van Beethoven, presentato in forma di studio coproduzione Festival Danza in Rete e Festival Lasciateci Sognare, è un lavoro incentrato sul movimento che cerca movimento. Lo spazio della scena, come la tela di un quadro, è costantemente attraversato da pennellate variopinte non solo nei vestiti, che guidano l’attenzione dello spettatore donando vivacità alla scena, ma anche nelle qualità del gesto dei danzatori.
Un flusso continuo di correnti d’aria e cambi di livello, intervallati da prese che sembrano catturare il movimento come una fotografia e rendono lo spettatore appagato alla fine dello spettacolo per aver assistito a un gioco serio, generato da linee pulite e soffici; come quando i quattro interpreti giocano con le piume che dettano il ritmo dei loro respiri e dei loro incontri.

L’organicità del movimento, l’ironia della narrazione e la coerenza stilistica fanno di Van Beethoven un prodotto stilisticamente maturo. Le rare imperfezioni ritmiche o ridondanze gestuali – dovute ai tempi stretti di produzione (quindici giorni in tutto) – se sapranno essere colte con lo stesso spirito con cui si è entrati in sala prove, lungi da esser indice di superficialità, saranno da considerarsi segni di una sicura e critica maturazione performativa.

ALASKA/CHOPIN prima nazionale

coreografia e regia Silvia Bertoncellli
interpreti Francesca Bedin, Sara Cavalieri, Jessica D’Angelo
produzione Compagnia Naturalis Labor
co-produzione Festival Danza in Rete 2019
son il supporto MIBAC, Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Comune di Vicenza, Arca Danza

VAN BEETHOVEN anteprima nazionale

coreografia e regia Silvia Bertoncellli
interpreti Francesca Bedin, Sara Cavalieri, Jessica D’Angelo, Mirko Paparusso
produzione Compagnia Naturalis Labor
co-produzione Festival Danza in Rete 2019, Festival Lasciateci Sognare 2019
son il supporto MIBAC, Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Comune di Vicenza, Arca Danza

Teatro Comunale di Vicenza, Palco Sala Maggiore
16 aprile 2019