ANTONIO CRETELLA | Nella settima stagione del telefilm Streghe, nota serie fantasy degli anni Novanta/Duemila, le sorelle Halliwell devono affrontare le Incarnazioni, un potente collettivo di esseri sovrannaturali che intendono porre fine alla lotta tra bene e male erigendo un’utopia che inizialmente alletta anche le protagoniste, stanche di doversi difendere e fiduciose che un mondo pacificato possa permettere loro di vivere una vita piena.
L’Utopia viene realizzata, ma ben presto diventa evidente che qualcosa non quadra: allo scopo di mantenere la concordia, le Incarnazioni rimuovono dall’esistenza chi dà origine a screzi o conflitti, reprimendo il libero arbitrio. Anche il concetto di morte è rimosso: di chi scompare si dice genericamente che è “andato in un posto migliore”, e chi resta non riesce a provare dolore per la perdita. Sebbene si trattasse di un fantasy, in esso erano presenti elementi tipici della distopia, tra i quali spicca la manipolazione linguistica allo scopo di rendere accettabile ciò che moralmente non lo è.
Ora prendiamo in esame il tweet con cui Giorgia Meloni ha commentato il caso del tabaccaio torinese che ha sparato uccidendo uno dei tre ladri introdottisi nottetempo nel suo esercizio commerciale: la leader di FdI ha scritto che il tabaccaio “spara e neutralizza” il ladro. Lo scarto semantico è evidente, il tentativo maldestro di eufemismo persuasivo pure. Mancava solo d’aggiungere che il ladro ora è in un posto migliore.
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