ILARIA COSTABILE | Orgoglio e Pregiudizio già il titolo parla da sé; ma questo non significa che la notorietà di un’opera letteraria sia garante di una sua efficace trasposizione teatrale. Le motivazioni potrebbero essere le più disparate: il timore di un confronto, l’inadattabilità del testo alla scena, la difficoltà di creare qualcosa di originale. L’estro non è di tutti in effetti, per cui quando ne abbiamo un prova, è più che doveroso renderne nota. Ed è questo il caso. Per la prima volta il regista Arturo Cirillo, con un adattamento di Antonio Piccolo, porta in scena il romanzo di Jane Austen nell’ambito del Napoli Teatro Festival.
Una commedia esilarante quella che si consuma sul palcoscenico del Teatro Mercadante di Napoli, una rappresentazione che si spoglia delle vesti un po’ grigie, tipicamente romantiche e talvolta strazianti della scrittura, per indossare quelle briose ed energiche di uno spettacolo in cui ironia, esagerazione e una punta di irriverenza fungono da capisaldi della narrazione. Un vero e proprio gioco di specchi – come quelli che soli e imponenti occupano la scena – è costruito da Arturo Cirillo che mostra le due facce di una stessa vicenda, esaltandone il lato divertente e adagiandosi su quello timidamente sentimentale.
La famiglia è la stessa, i Bennet, l’ambientazione rupestre anche. Gli interpreti portano lo stesso nome dei personaggi del romanzo, ma sono la loro, quasi parodica, rappresentazione. La signora Bennett è una donna il cui unico pensiero è far sposare le sue figlie, baldanzosa, logorroica e dotata di una pettinata ipocrisia; il signor Bennet è un signorotto che si burla della moglie e delle sue convinzioni, al ritmo di continui sberleffi e battute intrise di un godibile sarcasmo. Le sorelle, Jane ed Elizabeth, sono l’ennesima potenza di quanto descritto nel romanzo, sensibile e timorosa l’una, arguta e sfacciata l’altra; al loro fianco i pretendenti Bingley e Mr. Darcy sono ominidi che cercano di barcamenarsi tra i dettami di una società chiusa, come quella inglese dell’Ottocento, lottando con i loro sentimenti, in balia del giudizio degli altri più di quanto tengano da conto il proprio.
I personaggi ci sono tutti, compresi il viscido cugino, nonché reverendo Collins, l’ingenua Charlotte e la spocchiosa Lady Catherine De Bourgh, adornati con sfarzosi abiti, dai colori intensi, rifiniti nel dettaglio (opera di Gianluca Falaschi), che ricalcano quella dimensione un po’ canzonatoria dell’intera rappresentazione, con copricapo ingombranti per le donne e pantaloni stravaganti per gli uomini.
Ma ciò che rende unici i personaggi è l’impronta che ogni interprete regala al singolo carattere, impreziosito da una particolare gestualità, da una comicità che tocca con efficacia chi, in platea, assiste a quell’andirivieni di battute, accompagnate dal corpo, che nei suoi movimenti ampi ed esagerati cattura l’attenzione. La musica di Francesco De Melis, vivace e brillante, e le luci alternate alle ombre, assecondano i cambi di ambientazione e gli spostamenti del mobilio sulla scena rendendo dinamico l’intero dramma. Ma ciò che nella sua maestosa semplicità funge da perno dell’intero adattamento è la presenza degli specchi.
L’immagine riflessa non mostra mai solo il volto di chi è posizionato dinanzi alla superficie specchiante, ma proietta nello sguardo dello spettatore anche chi vi è dietro, come se a mostrarsi fosse una doppia personalità, una doppia lettura della stessa storia, due parti complementari che si uniranno solo nella chiusura dello spettacolo. Questo espediente serve ad Arturo Cirillo per smorzare quella contagiosa ilarità che aleggia in questo atto unico, per riportare l’attenzione su quella che è la vera tematica di Orgoglio e Pregiudizio, che si concentra in quell’indomito flusso di ragione e sentimento (il primo romanzo della scrittrice), restando fedeli al mondo di Jane Austen.
Elizabeth Bennet è colei che si fa vincere dalla ragione, finché il suo sentimento non si scatena più forte che mai. Mr. Darcy nella sua grandezza d’animo, si nasconde dietro uno scostante e irritante modo di rapportarsi agli altri, non si apre al sentimento, ma si fa ingannare dal pregiudizio. Bingley già persuaso dall’amore, si lascia catturare dal raziocinio, ed infine Jane, caduta nella trappola dorata del cuore, lo chiude in una gabbia d’orgoglio. È questa continua duplicità che si riflette nei gesti dei personaggi sulla scena. L’irriverenza di Lizzie, interpretata dalla coinvolgente e appassionata Valentina Picello, si scontra con la pacata non curanza di Mr.Darcy – Riccardo Buffonini – che a sua volta sfocia, improvvisamente, in una dichiarazione d’amore traboccante di speranza.
La versione di Orgoglio e Pregiudizio raccontata da Arturo Cirillo nella sua scanzonata giovialità, non tradisce il significato stesso del romanzo, non sminuisce la difficoltà nel maneggiare i sentimenti, anzi, nella sua visione quasi parodica ne esalta le sfumature; suscita un riso che fa riflettere, che fa annuire lo spettatore di fronte alla modernità di certe affermazioni che, con il passare del tempo, non sembrano essere cambiate, sono più vicine al nostro io di quanto siamo disposti a immaginare.
Lode al merito va senza dubbio alla capacità di coinvolgere costantemente lo spettatore che non si stanca, ma segue attentamente lo scorrere della vicenda, inebriato dalle note che accompagnano gli sprazzi di convivialità, stuzzicato dalle danze, dai dialoghi pungenti, dal sarcasmo e da quell’ironia sottile, che cattura e incuriosisce. Il pubblico è divertito dalla spassosa interpretazione degli attori che, nel caso di Cirillo, vestono un doppio ruolo (Mr. Bennet e Lady Cathrine) divertente e macchiettistico, oppure diventano portavoce di intensi pensieri e timori. Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen rivive, quindi, nella sua totalità, seguendo un’inclinazione diversa da quella letteraria, ma non per questo meno emozionante.
ORGOGLIO E PREGIUDIZIO
di Jane Austen
adattamento teatrale di Antonio Piccolo
regia Arturo Ciril
con Arturo Cirillo, Valentina Picello, Riccardo Buffonini, Alessandra De Santis
Rosario Giglio, Sara Putignano, Giacomo Vigentini, Giulia Trippetta
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Camilla Piccioni
musiche originali Francesco De Melis assistente alla regia Mario Scandale
assistente scenografo Eleonora Ticca
assistente costumista Nika Campisi
produzione Marche Teatro, Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale
Teatro Stabile di Napoli
4 luglio 2019