cannocchialeANTONIO CRETELLA | L’invenzione del cannocchiale e il successivo perfezionamento dello strumento da parte di Galileo come mezzo per l’esplorazione del cosmo, sono considerati simbolicamente l’atto di nascita della cultura moderna. Quasi come un’arma, il cannocchiale era destinato a spazzare via la struttura su cui si reggeva il pensiero medievale e la concezione del mondo a esso collegata; ma il passaggio non fu né semplice né agevole. Il rischio corso dal Pisano di finire al rogo come Giordano Bruno è esempio sufficiente degli ostacoli incontrati dalla rivoluzione culturale in corso. Nel tentativo di convincere gli intellettuali del tempo che la teoria dell’incorruttibilità dei corpi celesti si scontrava con l’evidenza della scabrosità della superficie lunare che mostrava al cannocchiale tutta la rugosità della sua faccia, gli scolares si rifiutarono con sdegno di guardare nel telescopio, strumento del demonio che sicuramente voleva trarre in inganno l’occhio umano. L’evidenza in sé non era sufficiente a scardinare quelli che in seguito Bacone chiamerà “idola”, i preconcetti privi di fondamento.
Non c’è dunque da meravigliarsi che inchieste, prove, incontrovertibili evidenze non sortiscano alcun effetto immediato sull’opinione comune, non quanto ne sortiscono informazioni scorrette mediate però da un apparato retorico tale da agganciarsi agli idola più diffusi e radicati giocando sul soddisfacimento di un’anticipazione cognitiva che vede il mondo non com’è, ma come ce lo si racconta.

 

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